(AGENPARL) – ven 14 ottobre 2022 Tre suicidi in carcere in tre giorni – ieri a Firenze un giovane marocchino di 29 anni, mercoledì ad Oristano un detenuto di 45 anni e martedì a Cagliari un giovane di 34 anni si sono tolti la vita – fanno salire a 70 il numero di suicidi dall’inizio dell’anno, un numero mai registrato prima (nell’anno più negativo, il 2018, ci sono stati 67 suicidi nell’intero anno). Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP., Aldo Di Giacomo, sostenendo che non è più tempo di indignazione e protesta ma di misure ed azioni urgenti prima fra tutte per attuare la più efficace prevenzione dei suicidi con servizi e personale di assistenza psicologica. Per tutta l’estate con il nostro tour attraverso una sessantina di carceri ed iniziative di mobilitazione – aggiunge – abbiamo messo al centro la denuncia di una situazione nelle carceri insostenibile e non più tollerabile. Dopo cinque suicidi a metà ottobre non ci sono altri termini da usare: è una vera e propria mattanza che lo Stato, a cui sono in custodia i detenuti, non può ulteriormente sottovalutare. Non c’è più tempo da perdere. La campagna elettorale è finita: si passi ai fatti. Ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare nei primi 100 giorni di attività del nuovo Parlamento e del nuovo Governo. La promessa della Ministra Cartabia di introdurre nelle carceri 2mila psicologi per chi la sostituirà deve diventare un impegno da tradurre in fatti concreti attraverso l’istituzione di almeno uno sportello di assistenza psicologica in ogni istituto penitenziario. Ma – avverte Di Giacomo – dietro l’angolo, nel processo di cambiamento della politica penitenziaria del Governo che verrà, c’è un rischio da scongiurare: se il cambiamento non sarà sostenuto da scelte mirate, accompagnate dalla condivisione dei sindacati del personale penitenziario, nello specifico quelli che conoscono le problematiche incancrenite e lasciate in eredità dal Governo ancora in carica, gli effetti potrebbero trasformarsi in un boomerang contro chi pure ha propositi di rimettere ordine delle carceri. Occorre dunque grande equilibrio per rispondere alla ventata di buonismo che si è diffusa negli ultimi anni con il risultato, sotto gli occhi di tutti, del carcere diventato luogo di impunità – dove è consentito ai criminali più violenti fare di tutto e di più e soprattutto svolgere la “caccia all’agente” – procedendo con misure e provvedimenti di riequilibrio del sistema penitenziario. Il pericolo che ravvisiamo, mettendo in guardia la coalizione politica che ha vinto le elezioni e si appresta a governare – aggiunge Di Giacomo – è che in caso di cambiamenti troppo veloci ad approfittarne siano i clan e le organizzazioni criminali e i loro fiancheggiatori di diverso orientamento. Per questa ragione pensiamo che il confronto debba intensificarsi per ragionare insieme su quale percorso individuare perché il nuovo Governo affronti l’emergenza carceraria con misure adeguate a cominciare dagli sportelli di assistenza psicologica per prevenire i suicidi.
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