
(AGENPARL) – ven 07 ottobre 2022 Comunicato Stampa
52/2022
07/10/2022
Suolo: si chiude oggi il 43° Congresso nazionale della Società Italiana della Scienza
del Suolo, coorganizzato dal CREA
Il mondo della Ricerca pronto alle sfide della transizione ecologica: le alluvioni si possono
contenere con una seria politica di gestione dei suoli
«Questo importante evento è uno di quei momenti, che auspichiamo siano sempre più frequenti per
condividere e sviluppare le conoscenze su una materia dalle molteplici ricadute sulla vita del pianeta e
sull’intera umanità. Senza suolo, infatti, non ci sarebbero né cibo né molte materie prime, non si avrebbe
la depurazione dell’acqua e dell’aria, non avremmo molti di quelli che chiamiamo “servizi ecosistemici”,
indispensabili per la vita sulla Terra» così Carlo Gaudio, Presidente del CREA, in occasione del
43° Congresso nazionale della Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS), coorganizzato dal CREA, con i
suoi centri di Agricoltura e Ambiente e Politiche e Bioeconomia, che si chiude oggi 7 ottobre a Roma,
dopo un’intensa tre giorni.
I risultati del 43° Congresso nazionale SISS. Il Congresso è stato l’occasione per fare il punto su una risorsa
talvolta ancora misconosciuta e sottovalutata, ma dal valore inestimabile, in un contesto fortemente
influenzato dai cambiamenti climatici, affrontando temi che spaziano dallo sviluppo sostenibile, alla
biodiversità, alla gestione agricola e forestale, fino ad arrivare alla digitalizzazione delle informazioni
pedologiche. Sono state presentate 32 relazioni scientifiche e 5 relazioni a invito, da cui emerge che,
nonostante gli ormai 100 anni di studi effettuati, il suolo costituisca ancora una materia per gran parte
inesplorata. Occorre saperne di più sulla mitigazione dell’erosione, sulle modalità di reintrodurre
funzionalmente la sostanza organica, sul ruolo dei suoi microrganismi e sul riutilizzo delle biomasse
derivate dal processo agroalimentare per migliorare la salute del suolo. Si tratta di conoscenze necessarie
non solo al settore agroforestale, ma anche per il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici e per il
mantenimento degli ecosistemi terrestri e marini. Per questo, al suolo è stata riconosciuta un’importanza
economica e politica di primo livello.
Il suolo in cifre. Oltre il 95% della produzione di cibo e, quindi la vita dell’uomo, dipende dal suolo che, nei
suoi primi 5 cm, ospita il 90% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi, che sono in grado
di regolare i nutrienti indispensabili per le colture. È un bacino di carbonio globale, riduce le emissioni di
anidride carbonica e di altri gas a effetto serra, contribuendo ad aumentare così la resilienza ai
cambiamenti climatici, oltre a purificare e regolare le acque (decine di migliaia di km3 di acqua l’anno). Si
tratta di una risorsa preziosa e non rinnovabile, visto che per formare un solo cm di suolo fertile ci vogliono
dai 100 ai 1.000 anni. Eppure, oggi, oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la
produzione di alimenti e ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha, con ricadute significative anche a livello
economico, oltre che ambientale: 75 miliardi di tonnellate di suolo coltivabile in meno ogni anno, a livello
mondiale, costano circa 400 miliardi di dollari di produzione agricola persa.
«Molti dei problemi economici e sociali a cui assistiamo a livello nazionale e globale dipendono dal suolo –
ha dichiarato Giuseppe Corti, Direttore del CREA Agricoltura e Ambiente -. In Italia i suoli in 50-70 anni
hanno perso a causa dell’erosione decine di centimetri di spessore e, di conseguenza, il 35% (dato nazionale)
della loro capacità di ritenere acqua. Parallelamente, la riduzione di sostanza organica del suolo si andava
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