
CATANZARO “Quali obiettivi ha raggiunto il predetto dispositivo – chiede il consigliere regionale – (oltre quello di emettere multe a raffica, penalizzando i malcapitati automobilisti che superano il limite di velocità massimo fissato a 70 km/ in un tratto rettilineo!?). Vi è l’effettiva esigenza del suo mantenimento? Si ritiene utile intervenire per segnalarlo in maniera più efficace, in alternativa spostarlo in altri punti, o ancora, innalzare il limite massimo di velocità stabilito in quel tratto?”. “Peraltro, la notizia di una sentenza emessa dal giudice di pace – sottolinea Pitaro – che avrebbe annullato una multa perché sarebbe stato accertato il superamento del limite massimo di velocità di un veicolo sulla corsia diversa rispetto a quella per il quale l’autovelox è stato autorizzato, ha determinato l’associazione ‘Basta Vittime Sulla Strada statale106’ ad annunciare un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo”. Il consigliere regionale così conclude: “Servono modifiche strutturali per rendere più sicura la Statale 106 ionica (491 Km) che collega Reggio Calabria a Taranto – una delle arterie stradali più pericolose d’Italia – tanto da essere definita, in particolare nel tratto calabrese, ‘la strada della morte’. In attesa di tali interventi, comunque indispensabili e non più rinviabili, strumenti come i dissuasori di velocità devono essere previsti e motivati sulla base di dati certi e di valutazioni di oggettiva pericolosità”. (News&Com)