
La Corte Suprema si rifiuta di intentare una causa veloce per contestare i risultati delle elezioni presidenziali
(AGENPARL) – Roma, 11 gennaio 2021 – A nove giorni dal giorno dell’inaugurazione, la Corte Suprema si è rifiutata stamattina di intentare una serie di richieste per l’esame accelerato delle contestazioni legali dei risultati elettorali in diversi Stati da parte della campagna del presidente Donald Trump e dei sostenitori di Trump.
Le azioni vengono dopo che il Congresso ha votato il 6 gennaio per respingere tutte le obiezioni presentate da senatori e rappresentanti che contestano i voti del Collegio Elettorale di Stati contesi, vinti di stretta misura dal Partito Democratico del Presidente eletto Joe Biden e del Vice Presidente eletto Kamala Harris. Il sostegno del legislatore repubblicano alle obiezioni è crollato dopo che diversi individui che portavano le bandiere di Trump e sono entrati nel Campidoglio degli Stati Uniti mentre i legislatori cercavano di certificare ufficialmente i risultati delle elezioni del 6 novembre, ritardando il processo di diverse ore.
Sebbene le cause intentate dall’Alta Corte continuino ad essere pendenti, i termini del mandato del biglietto del Partito Repubblicano del Presidente Donald Trump e del Vice Presidente Mike Pence, che non ha avuto successo, termineranno alle 12.00 del 20 gennaio, quando Biden e Harris presteranno giuramento, sostituendosi a loro. Trump ha detto che non parteciperà alla cerimonia.
La Corte Suprema, com’è sua consuetudine, non ha spiegato perché ha respinto le domande d’urgenza per ottenere un esame rapido delle varie cause.
Le cause in questione, che continuano tutte ad essere elencate nella lista della Corte suprema, riguardano le elezioni presidenziali tenutesi in Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.