
(AGENPARL) – sab 02 luglio 2022 Signor Ambasciatore, Illustri autorità, gentili Signore e Signori,
La storia di un grande ferrarese del passato è oggi un ponte tra Ferrara e il Messico. La nostra città è stata la culla e la terra nascente di personalità di spicco in tutte le arti e il segno che queste hanno lasciato ha dato un contributo al mondo, ha unito comunità, ha portato il nome di Ferrara nel mondo e ha esteso anche altrove il benefico influsso del genio dei figli della nostra terra.
Così è per Adamo Boari, che – oggi e sempre – sarà ‘ambasciatore’ di Ferrara in Messico, avendo qui firmato opere imponenti, monumenti, spazi, luoghi, che ne rendono immortale il ricordo e che continueranno ad essere – a 94 anni dalla sua morte – segno della sua presenza positiva, della sua attività, del suo saper fare e del suo desiderio di realizzare opere pensate per essere segno, suggestione, luogo stabile e duraturo, senza tempo.
Da ferrarese e da sindaco è un’emozione respirare ferraresità anche qui a Roma e sapere che questa stessa familiarità la si trova, la si incontra, la si riconosce in diverse parti del mondo, grazie a chi – come Boari – ha allargato il suo influsso all’estero, abbracciando – non di rado – i confini del mondo intero.
L’occasione è inoltre propizia per avanzare a Voi tutti – e in particolar modo al Signor Ambasciatore Carlos Garcia de Alba Zepeda, che ha avuto la gentilezza e l’attenzione di invitarmi in questo luogo magnifico – la proposta di elaborare, in vista del 2023, iniziative condivise per i 160 anni dalla nascita di Boari, coinvolgendo Ferrara e in particolar modo la comunità di Marrara, dove nacque. In vista di quella data – e accogliendo il gentile invito dell’Ambasciatore, che ringrazio – nei prossimi mesi ospiteremo alla Biblioteca Ariostea, una mostra dedicata a Boari, di cui conserviamo, nella stessa sede, un fondo archivistico, con: manoscritti, disegni, lettere, planimetrie, bozzetti, giornali, foto, riconoscimenti, e un carteggio – del 1909-1925 – con Giuseppe Agnelli, allora direttore della biblioteca, con lettere manoscritte, cartoline, dattiloscritti, disegni e una interessante lettera da Roma, del primo maggio 1919, che reca uno schizzo di Boari delle statue del volto del cavallo, di Borso e Niccolò III d’Este, nella nostra Ferrara. Da questi documenti emergono anche frammenti di vita, di quotidianità, diversi elementi che richiamano il lavoro, il pensiero, che raccontano l’uomo. Sappiamo inoltre, tra le altre cose, che ebbe rapporti di amicizia con Giulio Gatti Casazza, già direttore del Metropolitan Opera House di New York. E dalle lettere emerge anche l’amicizia col senatore ferrarese Pietro Niccolini.
Quella di Boari non è solo l’opera, è anche il metodo. Lo stesso metodo che lo portò a girare il mondo, a studiare, approfondire, confrontarsi con diverse realtà, cogliere le connessioni, mettersi continuamente in gioco. Come quando, lavorando al Nuovo Teatro Nazionale, per portare a termine al meglio il suo incarico, tornò a viaggiare e tornò a Chicago, lavorando anche presso lo studio di Frank Lloyd Wright, nell’impegno costante ad aggiornare al massimo le conoscenze. Nelle sue opere, così, non c’è solo l’intuito e il talento, c’è un desiderio infinito di conoscenza, e anche l’accurata costruzione dei luoghi, lo studio del contesto, ambientale e storico, l’attenzione per il prima e per il poi, in un costante riannodare e connettere il filo dei tempi.
Adamo Boari ci ha insegnato ad osare. La sua vita è stata un’avventura alla perenne ricerca, sulle tracce del proprio sogno. Quasi una magnifica epopea. E oggi Ferrara omaggia, con gli amici messicani, un suo grande Maestro.
È straordinariamente affascinante che un nostro concittadino, con il suo genio, abbia contribuito a costruire alcuni grandi segni identitari di un’altra nazione, diventando così un simbolo della vicinanza tra i popoli, dell’identità che costruisce le relazioni in un continuo e proficuo scambio. Ci auguriamo, a tal proposito, di poter presto ricambiare l’ospitalità che ci avete offerto – unitamente alla sensibilità espressa nei confronti di un nostro concittadino – accogliendovi a Ferrara, per l’inaugurazione della mostra alla Biblioteca Ariostea e per le future iniziative che potremo organizzare nel segno, comune, di Adamo Boari. È una gioia avviare questo percorso comune e farlo in questo momento speciale, in cui ricorre il primo centenario dell’Ambasciata del Messico in Italia. Una ricorrenza che leghiamo anche a un pensiero per l’indipendenza del Messico, a 201 anni da quella storica data. Tengo particolarmente a questo, perché la mia storia, politica e istituzionale, è legata alla valorizzazione delle autonomie, alla tutela e salvaguardia del sacro principio di autodeterminazione dei popoli. Ringrazio l’Ambasciatore, tutti i presenti. Giunga a tutto il Messico il simbolico abbraccio di Ferrara in questo giorno speciale. Guardando il Palazzo delle Belle Arti e il Palazzo Postale, a Città del Messico, volgete il vostro pensiero all’Italia e a quell’illustre ferrarese che ne ebbe l’originaria intuizione.
Con stima, affetto e gratitudine
Alan Fabbri
BOARI – ANAGRAFE
24 febbraio 1928 morto a Roma, sepolto a Marrara in una tomba ad arco con intestazione Boari-Bellonzi.
BOARI FIGLIO DI Vilello e Luigia Bellonzi
MOGLIE BOARI Dandini De Sylva Maria, nata a Firenze il 12 luglio 1883. Sposati a Firenze il 12 dicembre 1913
FIGLIA MANUELA Nasce a Roma, il 17 febbraio 1917, emigrata in Messico l’1 ottobre 1922
In Archivio Storico chiedere la documentazione relativa al contratto cimiteriale della tomba, da lì possono emergere altri nominativi della figlia Manuela









