(AGENPARL) - Roma, 18 Dicembre 2025(AGENPARL) – Thu 18 December 2025 Meeting Diritti Umani, Nardini: “Non rassegniamoci a guerre, massacri e
corsa al riarmo”
“Educare alla pace significa non rassegnarsi alla corsa al riarmo che
toglie risorse alla contrasto delle disuguaglianze. Significa rifiutare i
doppi standard e affermare con convinzione che ogni vita ha lo stesso
valore, perché ogni violazione dei diritti umani riguarda tutte e tutti
noi”.
Così Alessandra Nardini, assessora all’istruzione con delega alla
promozione dei diritti umani, questa mattina parlando dal palco del Meeting
dei Diritti Umani, organizzato dalla Regione a Firenze, davanti a
studentesse e studenti delle scuole toscane.
Il suo intervento si è concentrato attorno al motto pacifista, “Se vuoi
la pace, prepara la pace”, che ha contraddistinto la XXIX edizione della
manifestazione. “Il tema – ha affermato l’assessora – è di una potenza e
di un’attualità straordinarie, perché ci costringe a interrogarci sul
nostro tempo, su ciò che stiamo vivendo e su ciò che rischiamo di
normalizzare. Viviamo infatti in un mondo attraversato da conflitti, dove
le logiche di potere, di dominio e di profitto di pochi continuano a
schiacciare i diritti e la dignità di milioni di esseri umani”.
E allora preparare la pace vuole dire essere chiari ed espliciti su alcune
questioni.
“Oggi – ha dichiarato – non possiamo dire ‘mai più’ e poi voltare lo
sguardo altrove quando nuovi muri vengono costruiti, quando nuove guerre
esplodono, quando nuovi popoli vengono annientati o quando si torna a
parlare di deportazioni, quando le persone trovano la morte in mare
nell’indifferenza collettiva, come se quelle vite valessero meno,
probabilmente per il colore della pelle di quelle persone”.
Così come, per Nardini, preparare la pace vuol dire da un lato
“riconoscere la tragedia immane che il popolo ucraino sta vivendo, un
popolo aggredito, bombardato, costretto a convivere con la paura
quotidiana, con la distruzione delle città”. E “allo stesso tempo
significa non tacere davanti a ciò che sta accadendo al popolo
palestinese, davanti a una tragedia che sempre più chiaramente ha assunto
i contorni di un genocidio, con decine di migliaia di vittime civili, con
un numero spaventoso di bambine e bambini uccisi, con un’intera popolazione
privata di acqua, cibo, cure, casa, futuro”. “Lo voglio dire con tutta
la chiarezza di cui sono capace – precisa l’assessora soffermandosi sul
conflitto israelo-palestinese – ferma condanna, senza se e senza ma, di
ciò che è accaduto il 7 ottobre, accompagnata fin da subito dalla
richiesta della liberazione degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, ma
questo non può giustificare in alcun modo ciò che è accaduto dopo il 7
ottobre, la punizione collettiva di un popolo, quello palestinese, il suo
massacro. Non possiamo dimenticare che va avanti da anni: l’occupazione
ingiusta dei territori palestinesi, penso a quelli in Cisgiordania”.
“Non possiamo permettere – ha proseguito – che si spengano i riflettori
su Gaza, dove si continua a morire ogni giorno e dove diritti umani
fondamentali vengono sistematicamente negati: non basta un cessate il
fuoco, serve una pace stabile e duratura fondata sul diritto internazionale
e sulla soluzione di due popoli e due Stati, e dunque serve l’immediato e
pieno riconoscimento dello Stato di Palestina, che come Giunta regionale
promosso anche con il primo atto approvato in questa legislatura. Accanto a
questo va combattuta senza esitazione ogni forma di inaccettabile
antisemitismo; piena solidarietà alle famiglie delle vittime della strage
di Sidney”.
Durante il discorso, l’assessora ha ricordato la negazione dei diritti e
delle libertà che vivono le donne in Afghanistan e in Iran, tornando a
chiedere l’immediata liberazione di Narges Mohammadi, premio Nobel per la
pace e simbolo della resistenza civile iraniana.
Infine, l’importanza e il ruolo della scuola come luogo fondamentale “per
costruire coscienze critiche e far crescere cittadine e cittadini
costruttrici e costruttori di pace”. “La scuola e l’università – ha
osservato Nardini – sono spazi di libertà, di confronto e di pensiero
critico, luoghi in cui si formano coscienze libere. È per questo che i
regimi autoritari hanno sempre paura della cultura e dell’educazione e
cercano di silenziare o intimidire il libero confronto: è un modello di
potere che dobbiamo rifiutare radicalmente”.