(AGENPARL) - Roma, 17 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 17 December 2025 *Manovra, i **g**iovani commercialisti: abrogare la norma su**l
pagamento dei**compensi ai professionisti della PA***
L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili
chiede al governo e al Parlamento l’abrogazione della previsione
contenuta nella Legge di Bilancio 2026, attualmente all’esame della
commissione Bilancio del Senato, che subordina il pagamento dei compensi
ai professionisti alla preventiva verifica della regolarità fiscale e
contributiva. Si tratta di una misura sproporzionata, discriminatoria e
distorsiva, che introduce un obbligo di “compliance preventiva” colpendo
in modo selettivo professionisti chiamati a svolgere incarichi
essenziali per il funzionamento della Pubblica Amministrazione.
*Francesco Cataldi*, presidente dei Giovani commercialisti italiani,
afferma: “La norma tende a trasformare il rapporto professionista-PA in
un sistema di pagamento “a condizione”, nel quale la prestazione è resa
ma il corrispettivo diventa incerto e differibile. In questo modo,
rappresenta un grave ostacolo alla continuità operativa degli studi
professionali, introducendo un meccanismo punitivo che carica sui
professionisti oneri amministrativi e rischi finanziari ingiustificati.
L’abrogazione della misura è fondamentale per garantire un sistema
amministrativo equo e che tuteli i diritti dei professionisti, che
operano in contesti già segnati da ritardi nei pagamenti, carichi
finanziari elevati, burocrazia e compensi sottoposti a controlli
stringenti”.
*Leonardo Nesa*, vicepresidente UNGDCEC, aggiunge: “La regolarità
fiscale e contributiva è un principio condiviso, che deve essere
rispettato da tutti i professionisti e che la nostra associazione
promuove da sempre. Tuttavia, trasformare il diritto al compenso per
prestazioni già regolarmente svolte in un sistema di pagamento incerto e
condizionato è una misura sbagliata, penalizzante e sproporzionata, che
sposta sui professionisti il costo e l’onere operativo della riscossione
e scarica sugli stessi il rischio finanziario derivante da verifiche,
ritardi e disallineamenti informativi della macchina pubblica”.
Per la delegata di giunta dell’Unione, *Serena Giannuzzi*, “le richieste
di adempimento fiscale e contributivo sono quotidianamente affrontate da
noi professionisti, ma introdurre un vincolo che penalizza il pagamento
di compensi già maturati è inaccettabile. La norma rischia di aggravare
ulteriormente la condizione dei liberi professionisti che lavorano per
la PA, già fortemente provati da una burocrazia insostenibile e da
ritardi nei pagamenti”.
