(AGENPARL) - Roma, 17 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 17 December 2025 https://www.aduc.it/articolo/koestler+suo+dialogo+morte_40367.php
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Koestler e il suo dialogo con la morte
Riprendo un libro edito nel 1947 da Valentino Bompiani nella sua collana “Vinti e vincitori”. Un titolo del genere per una collana – occorre notarlo – è già un segno di genio editoriale e di coraggio, quando gli editori erano editori veri. E’ un libro che mi venne regalato una vita fa da una persona cui sono stato molto legato e che ora riposa a Pisa, con in vista lontana ma ben visibile la Torre. Il libro è “Dialogo con la morte” di Arthur Koestler, un testo che oggi diventa ancora più vivo e bruciante così come quel “Buio a mezzogiorno”, censurato perchè andava contro quella che Croce – la segnalazione preziosa è di Andrea Bitetto – chiama la “verità fissa”, in questo caso quella del regime sovietico e dei suoi satelliti occidentali.
La guerra di Spagna, la condanna a morte, i giorni di attesa dell’esecuzione mentre Koestler, nella sua cella, ricostruisce le storie e i volti di quella guerra che avrebbe anticipato il secondo conflitto mondiale. In certi momenti ironico e sarcastico come solo chi aspetta la morte in un certo modo può esserlo, il suo racconto si snoda fra “burocratismo e negligenza” che caratterizzano il conflitto ma anche fra le vite comuni e il dolore che prova un testimone impegnato come lui. “Morire – anche al servizio di una causa impersonale – è sempre una faccenda personale e intima” ci ricorda, cominciando a scrivere e a noi, ormai abituati ai circhi funerari, viene una sorta di rimpianto per quando esisteva ancora il silenzio onorevole, la penombra orgogliosa di tempi lontani dove il lutto era lutto.
Arthur Koestler – come in fondo George Orwell – fu per tutta la sua vita un individuo solo, solo con la sua intelligenza e la sua sensibilità, con il suo coraggio e la sua curiosità, ignorato quando non combattuto da tutti per la sua libertà di vita e di pensiero. Visse nel grande rispetto della vita umana, di ogni vita umana che poi è il solco che divide da sempre l’umanità in due. Non a caso il libro è aperto da una citazione di André Malraux. “Une vie ne vaut rien mais rien ne vaut une vie”. Una vita non vale niente ma niente vale una vita.
Carlo Romeo, giornalista e scrittore, collaboratore Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
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