(AGENPARL) - Roma, 17 Dicembre 2025Continuano i disservizi ferroviari, ormai all’ordine del giorno.
Nonostante il costo dei biglietti continui a salire – e anzi segua oscillazioni di difficile prevedibilità, affidate ad algoritmi sempre più sofisticati –, la qualità del servizio non migliora. Non si contano più interruzioni, ritardi superiori ai sessanta minuti e soppressione di corse dell’ultimo minuto, anche in giorni diversi da quelli, pure frequenti, di sciopero nazionale.
È un problema serio, che impatta sulla mobilità in maniera fortissima, costringendo a improvvisazioni organizzative, perdita di coincidenze e a lunghissime soste e attese, senza supporto e spesso senza neppure aggiornamenti, anche passeggeri anziani, disabili o comunque in condizione di fragilità.
A guardare le statistiche, più del 30% dei treni in partenza quotidianamente arriva in ritardo rispetto all’orario programmato. In alcune giornate si arriva al 65%.
Regolarmente, su molte tratte ad alta velocità una quota significativa dei treni presenta ritardi superiori ai 5 minuti.
Su linee come Salerno-Torino, per esempio, i ritardi si manifestano in oltre 6 casi su 10; ulteriori analisi mostrano che la quota di convogli in ritardo in molte rilevazioni si attesta stabilmente attorno al 36% del totale monitorato su tratte nazionali.
I treni ad alta velocità presentano tassi di puntualità che si attestano poco oltre il 70% in alcune rilevazioni, con una quota considerevole di convogli in ritardo anche in presenza di ingenti investimenti infrastrutturali; per gli altri treni e i servizi regionali la percentuale di arrivi nei tempi programmati è spesso inferiore alla totalità dei casi.
Insomma, non si tratta certo di eccezioni, ma di un fenomeno diffuso lungo diverse categorie di servizi ferroviari.
Una criticità strutturale.
Ne va non solo della qualità degli spostamenti e della vita dei cittadini, ma anche della capacità di tenere competitività da parte del sistema nazionale di trasporto.
È certo che le cause profonde dei ritardi includano fattori infrastrutturali, organizzativi e di gestione dei flussi, e che sia necessaria una revisione complessiva della governance del sistema ferroviario italiano, per migliorare la puntualità reale e percepita dei servizi.
La qualità del sistema ferroviario costituisce un elemento essenziale per lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Per questo, Meritocrazia Italia chiede che le Istituzioni competenti intraprendano con urgenza un piano di interventi finalizzati a:
– rafforzare le infrastrutture critiche e incrementare la manutenzione programmata in modo da ridurre al minimo gli impatti sulla regolarità del servizio;
– prevedere una manutenzione predittiva e una gestione digitale della rete, con sensori IoT ed intelligenza artificiale per anticipare i problemi, riducendo i ritardi ed i costi straordinari di riparazione
– lavorare sulla interoperabilità ed intermodalità, con un Piano Nazionale di Intermodalità che vincoli le Regioni a sincronizzare gli orari del trasporto ferroviario con quelli dei mezzi pubblici locali, implementando biglietti unici digitali e incentivi per le aziende di trasporto che garantiscono soluzioni di mobilità door-to-door- semplificare e rendere più efficiente l’articolazione delle competenze tra i diversi livelli istituzionali e operatori di servizio;
– definire standard di puntualità effettivi, con monitoraggio pubblico e misure di accountability.
Sul piano della gestione, troppi soggetti gestiscono pezzi di sistema senza una reale visione d’insieme. Rete Ferroviaria Italiana (RFI) è responsabile dell’infrastruttura, Trenitalia dei servizi, ma le Regioni gestiscono i contratti di servizio per i treni regionali, creando un sistema frammentato e poco coordinato. Si propone un modello di gestione integrata, con una cabina di regia nazionale che coordini investimenti, manutenzione e orari, vincolando le risorse a obiettivi misurabili di performance e qualità del servizio.
Stop war.
