(AGENPARL) - Roma, 14 Dicembre 2025(AGENPARL) – Sun 14 December 2025 *Rifondazione: “siamo al fianco dei lavoratori e dei giornalisti del gruppo
Gedi in lotta per la difesa della libertà di informazione e
dell’occupazione”*
Rifondazione comunista è a fianco dei lavoratori e dei giornalisti del
gruppo Gedi in lotta per la difesa della libertà di informazione e
dell’occupazione messe in pericolo dalla decisione di John Elkan e della
holding finanziaria Exor di svendere tutto l’asset italiano della
comunicazione e dell’informazione: da Repubblica a La Stampa, da Radio
Capital, a Deejay e M20, da Huffington Post alle attività on line, ai
periodici e ai giornali locali.
Repubblica – insieme alle radio e alle attività digitali – sarà ceduta a
Theodore Kyriako, proprietario dell’impero mediatico greco Antenna Group,
imprenditore impegnato fortemente anche nel settore navale e nel trasporto
petrolifero. Vicino a Trump, socio, in alcune società, con il Fondo Sovrano
Saudita. Il destino de La Stampa è invece ancora incerto.
Questa operazione non solo mette in pericolo le centinaia di posti di
lavoro e le garanzie dei livelli occupazionali e della qualità del lavoro,
ma è un ulteriore attacco alla stessa libertà di informazione e al diritto
dei cittadini ad essere informati.
Non a caso Reports senza Frontières ci colloca al 49° posto nella
classifica mondiale 2025 sulla libertà di stampa e tra gli ultimi posti tra
i paesi dell’Europa occidentale.
La maggior parte dei quotidiani nazionali e locali e dei periodici –
stampati e on line – è nelle mani di pochissimi gruppi industriali e
finanziari portatori di ben altri interessi: la Rcs di Urbano Cairo, la
Gedi della famiglia Agnelli, il magnate della sanità Angelucci e quello
dell’edilizia Caltagirone, per citare i più importanti. Ed è di pochi
giorni fa lo sciopero nazionale dei giornalisti per il rinnovo di un
contratto di lavoro scaduto da 9 anni.
In Italia circa l’80 percento della popolazione si informa attraverso i
social network e lo sviluppo del digitale è tutto ed esclusivamente nelle
mani di 6 aziende statunitensi che hanno un valore in borsa di 18 miliardi
di dollari, quasi il Pil dell’Unione europea.
Allora il “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” sancito dall’articolo
21 della Costituzione, così come la possibilità di scelta dei cittadini, si
devono garantire con la pluralità delle fonti, l’indipendenza
dell’informazione e la libertà e l’autonomia di chi informa.
Allora serve una legge sui conflitti di interesse, una normativa antitrust
che impedisca la costituzione di posizioni dominanti sul mercato e la
vendita a soggetti stranieri della proprietà dei mezzi di comunicazione e
di informazione.
Occorre una nuova legge di sistema che garantisca l’intervento dello Stato
a sostegno dell’editoria quotidiana e periodica indipendente, a quella di
partito, a quella culturale, a quella legata all’associazionismo. Una
normativa che sostenga e favorisca la nascita di cooperative tra
giornalisti e lavoratori della carta stampata e insieme garantisca
l’esistenza dei “punti vendita” su tutto il territorio nazionale.
La battaglia delle giornaliste e dei giornalisti del gruppo Gedi ci deve
riguardare tutti: l’informazione – che è anche formazione -, la
comunicazione e la cultura sono strumenti fondamentali per una democrazia
reale.
Stefania Brai, responsabile nazionale cultura Prc/Se