(AGENPARL) - Roma, 11 Dicembre 2025(AGENPARL) – Thu 11 December 2025 L’Assemblea legislativa vota a favore della proposta di risoluzione
che accompagna il Defr proposta dalla maggioranza. Respinta quella
della minoranza. Prima del voto finale il dibattito
(Acs) Perugia, 11 dicembre 2025 – L’Assemblea legislativa ha
approvato con 13 voti favorevoli (Pd, M5S, AVS, Ud-Pp) e 8 contrari
(FI, FdI, Lega, Tp-Uc), la proposta di risoluzione che accompagna il
Documento di economia e finanza della Regione Umbria (Defr) 2026-2028
proposta dai consiglieri di maggioranza. Respinta quella proposta
dalla minoranza. Prima del voto finale sono intervenuti i consiglieri
Melasecche (Lega), Betti (Pd), Pernazza (FI), Simonetti (M5S), Pace
(FdI), Arcudi (Tp-Uc), Ricci (AVS), la presidente Proietti, gli
assessori De Rebotti e Meloni.
PROPOSTE DI RISOLUZIONE
La proposta di risoluzione approvata dall’Aula, sottoscritta dai
capigruppo della MAGGIORANZA Fabrizio Ricci (AVS), Luca Simonetti
(M5S), Cristina Betti (Pd) e Bianca Maria Tagliaferri (PP-Ud), propone
alcune integrazioni in termini di indirizzo all’esecutivo regionale
in diverse missioni del Defr. In particolare per l’assetto del
territorio ed edilizia abitativa, contiene l’impegno a incentivare e
valorizzare il social housing nell’ambito delle politiche per
l’edilizia abitativa, promuovendo modelli innovativi di
residenzialità sociale che rispondano alle esigenze abitative di
fasce di popolazione vulnerabili, giovani coppie, studenti fuori sede
e lavoratori a basso reddito, attraverso il recupero e la
riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, la promozione di
forme di coabitazione sociale e la collaborazione con il terzo settore
e la cooperazione sociale, al fine di garantire il diritto
all’abitare come componente essenziale del welfare regionale.
Per trasporti e diritto alla mobilità c’è l’impegno a ribadire
la strategicità di agganciare l’alta velocità ferroviaria lungo
l’asse Roma-Firenze per consentire sia ai poli urbani sia alle aree
interne, di essere connessi ad una infrastruttura di alta valenza
strategica come l’Alta velocità.
Per la missione Tutela della salute, c’è l’impegno per le liste
d’attesa di effettuare acquisti di prestazioni dal privato
accreditato parametrati all’oggettivo fabbisogno preventivamente
rilevato e nel rispetto di criteri stabiliti a livello regionale,
mantenendo un ruolo complementare e non sostitutivo rispetto al
pubblico. Ma anche l’impegno ad istituire per la tutela della salute
un sistema di monitoraggio dei tassi di assenza del personale e le
dimissioni inattese. I dati saranno acquisiti esclusivamente in forma
aggregata e anonima, per rilevare tendenze generali. L’obiettivo è
ricavare indicatori del benessere o malessere organizzativo e dello
stress lavorativo degli operatori. Indicatori che saranno usati per
orientare le azioni correttive e per riprogettare modelli operativi.
Sempre in questa missione c’è l’impegno ad aggiornare l’iter
procedurale e il Documento di fattibilità delle alternative
progettuali (Docfap) esistente per la progettazione e la realizzazione
del nuovo ospedale di Terni, obiettivo prioritario per la Regione,
attingendo a fonti di finanziamento pubbliche, procedendo con
l’analisi approfondita dello studio sulla localizzazione
dell’opera commissionato dall’Azienda ospedaliera di Terni per
acquisire una definitiva contezza tecnica e urbanistica sulla
possibile ubicazione più idonea. Parallelamente serve proseguire e
intensificare il confronto con lo Stato per definire con chiarezza le
fonti di finanziamento necessarie, assicurando la piena copertura
economica.
Per la missione Sviluppo economico e competitività l’impegno è di
rivedere e aggiornare i testi unici del commercio e dell’artigianato
per adeguare la normativa alle trasformazioni in atto, semplificare i
procedimenti amministrativi e rafforzare il sostegno alle pmi.
Sulle politiche per il lavoro e formazione professionale c’è
l’impegno ad assumere come obiettivo strategico il contrasto al
lavoro povero, il potenziamento della trasparenza degli appalti
pubblici, la tutela dei livelli occupazionali e il rafforzamento della
sicurezza sul lavoro attraverso il potenziamento dell’Osservatorio
regionale dei contratti pubblici; introduzione nei bandi di gara di
criteri premiali per l’applicazione del trattamento economico minimo
orario non inferiore a 9 euro; superamento del massimo ribasso negli
appalti; potenziamento del coordinamento tra sistemi di prevenzione e
controllo congiunto; la promozione di protocolli d’intesa e forme di
contrattazione d’anticipo con le parti sociali per garantire
corrette attribuzioni contrattuali, la previsione di clausole sociali,
facendo dell’intervento pubblico un modello di riferimento per la
legalità, la sicurezza e la dignità del lavoro.
Per la missione agricoltura, politiche alimentari e pesca,
l’impegno, vista l’eccessiva proliferazione degli ugulati che ha
raggiunto un livello di emergenza in Umbria, dove i danni
all’agricoltura sono stati stimati in oltre 3 milioni di euro, ad
adottare un approccio strategico volto a garantire la gestione
sostenibile, in grado di coniugare gli aspetti ambientali, economico e
sociali, del patrimonio faunistico, anche attraverso la strutturazione
di una filiera della carni di selvaggina umbra controllata e
certificata.
L’emendamento alla proposta di risoluzione, firmato da tutti i
consiglieri di MINORANZA, respinto, chiedeva impegno a garantire la
piena attuazione del progetto del nuovo ospedale di Terni,
impegnandosi entro i primi tre mesi del 2026 a individuare la location
che consenta di realizzarlo nel più breve tempo possibile,
confermando i 600 posti letto, cronoprogramma e finanziamenti in modo
da consentirne al massimo entro metà legislatura l’apertura del
cantiere. A proseguire la realizzazione dell’ospedale di
Narni-Amelia come presidio unico integrato, rispettando il
cronoprogramma. A recuperare il gap di fabbisogno di personale e
assunzioni per la rete ospedaliera e territoriale. A implementare
azioni mirate per l’effettivo abbattimento delle liste d’attesa.
INTERVENTI
La presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti, ha detto che
“con questo Defr la Regione ha scelto un percorso coraggioso di
riforme, pur in un quadro di incertezza. Un Defr che con realismo dice
che per l’Umbria c’è bisogno di una sterzata. Ridefinizione degli
assetti regionali, programmazione sanitaria e strutturazione
innovativa del welfare, interventi per lo sviluppo e il lavoro con
fondi europei, azioni di sistema che diano all’Umbria maggiore
competitività e fiducia per far emergere finalmente la nostra regione
dal rischio stagnazione. Sono questi alcuni degli ingredienti del Defr
2026-2028, il primo di questa legislatura, che si cala in uno scenario
socio-economico internazionale e nazionale complesso, che ha riflessi
sull’economia umbra. Il Defr, per la prima volta, prende spunto da
temi come l’Agenda 2030 che poi traduce in realizzazioni oggettive.
L’attenzione verso i giovani, la lotta alla povertà educativa, lo
sforzo verso la strutturazione di servizi educativi, per il welfare
innovativo, azioni che vincano quell’inverno demografico al quale
stiamo andando pericolosamente incontro. Un Defr che, in coerenza con
il programma di governo regionale, è consapevole dei punti di forza
della nostra regione e delle criticità. Anzi, qualche volta fa dei
punti di criticità, come la nostra piccola dimensione, un punto di
forza. Come nella missione salute, dove vogliamo diventare un modello
con le reti regionali che faranno parte integrante del piano
sociosanitario, che sarà oggetto di una profondissima partecipazione.
Un documento innovativo, che elenca priorità in aree di intervento
(istituzionale, economica, culturale, territoriale, sanità e sociale)
e le delinea con grande precisione. Non buttando tutto quello che è
stato fatto nel passato: saremmo stati stolti nel buttare quello che
di buono è stato fatto. Per esempio la prima predisposizione di
alcuni bandi che fanno atterrare, con un po’ di ritardo, i fondi
europei. Stiamo tentando una riprogrammazione che vada incontro alle
richieste del governo ma anche alle nostre politiche in termini di
social housing. Il Defr ha uno sguardo realistico: il declino
demografico, il Pil inferiore alla media nazionale, la fuga di troppi
giovani e laureati e gli investimenti in rallentamento. Serve una
sterzata perché siamo in una situazione di stagnazione. Le soluzioni
che proponiamo: una programmazione europea con rimodulazione, lo Zes
con gli strumenti correttivi che crediamo ci aiuterà a superare la
crescita dello zero virgola. Sulla mobilità e sui trasporti con una
visione di bacino regionale come fanno le altre regioni, sterilizzando
un piano di tariffazione che avrebbe previsto oltre quattro milioni in
più che avrebbero pagato i cittadini. La ferrovia centrale umbra dal
2026, con l’obiettivo del ritorno alla gestione Rfi. Per la prima
volta abbiamo pensato a infrastrutture strategiche e progettate a
livello organico, con stralci interfunzionali e interdipendenti.
Continuiamo a investire sull’aeroporto. Sull’ambiente più interventi
di prevenzione che mirano all’adattamento ma anche alla mitigazione
del cambiamento climatico. Un nuovo ciclo dei rifiuti, un grande
sforzo per le aree idonee, l’accordo di programma con Acciai Speciali
Terni tutto basato sul miglioramento degli ambienti di lavoro e sul
miglioramento ambientale. Per il Trasimeno si aprono i rubinetti di
Montedoglio con un accordo con la Toscana che faremo a gennaio. Le
nostre imprese agricole hanno bisogno di maggiore redditività e
competitività, arrivano i finanziamenti anche per i nostri giovani.
Senza dimenticare il lancio del marchio di qualità territoriale
regionale che sarà uno strumento eccezionale per valorizzare le
eccellenze. Sul turismo i numeri ci danno ragione, ma lo promuoviamo
proprio per le aree interne insieme ai parchi, per un turismo che si
spalmi in tutta la regione. Lo sport ha il valore enorme della
coesione sociale, dell’educazione, della prevenzione sanitaria, un
investimento senza pari: per la prima volta abbiamo riaperto alla
partecipazione negli stati generali dello sport. Il piano faunistico
regionale dovrà conciliare la tutela della biodiversità, la gestione
sostenibile delle specie in un quadro di riequilibrio e anche di
riproposizione delle province come enti attivi e bracci operativi
della regione. Per quanto riguarda l’economia c’è stata l’adesione
alla piattaforma STEP, ma noi dobbiamo agire sull’innovazione con i
giovani per i giovani. La riforma dell’ARPAL è solo la prima delle
grandi riforme di tutte le partecipate che saranno il cardine
dell’area istituzionale. La riforma delle partecipate mirerà alla
semplificazione, alla sempre maggiore flessibilità. Sul welfare
vogliamo passare dall’era dei bonus ai servizi strutturali per aiutare
la genitorialità in maniera strutturale. L’industria creativa è
oggetto del primo riordino normativo da dieci leggi a un testo unico.
Per l’area istituzionale nel 2026 lavoreremo alla riforma delle
società in house partecipate, controllate e degli enti del gruppo di
amministrazione pubblica. Una riforma cruciale di cui si parla da
almeno vent’anni. Rilanceremo l’agenda digitale perché l’Umbria può
diventare la regione più digitale d’Italia. Il diritto alla casa che
è priorità assoluta, la revisione di midterm ci consentirà di
essere ancora più veloci. Il diritto allo studio l’abbiamo garantito
anche dando un tetto e una stanza a ogni studente. Questi sono i
risultati del primo anno di amministrazione che diventeranno sostanza
e struttura per il futuro. Grande attenzione al nostro capitale umano:
la regione che con il suo gruppo d’amministrazione pubblica conta
15mila 568 persone al servizio dell’ecosistema regionale. Persone che
possono fare la differenza: 12mila 266 persone che lavorano nelle
aziende sanitarie, mille 166 che lavorano per Giunta e Assemblea
legislativa, altre 2 mila 136 delle partecipate e agenzie. Investiamo
su di loro per cambiare l’Umbria a partire da noi. Il 2026 sarà
l’ottavo centenario francescano: questa deve essere una grande
occasione non solo di turismo ma di coesione territoriale coinvolgendo
tutti i nostri 92 comuni. Per cambiare il mondo a partire dall’Umbria,
a partire da noi”.
Enrico Melasecche (Lega): “Dopo un anno non ci sono cantieri aperti
e neppure progetti. L’unico segnale forte della nuova Giunta è il
numero dei comunicati stampa inviati. Questo Esecutivo è un
palloncino che si sgonfia gradualmente. Il Defr affronta in modo
superficiale molti argomenti, come quello del trasporto locale. Ma le
promesse anche in questo caso non si sono concretizzate ed anzi si
prospettano rinvii. Mancano risposte sui 4 lotti mentre si prospetta
un aumento dei costi complessivi. Abbiamo chiesto agli assessori di
venire in Commissione a spiegare tutto questo ma ci è stato negato.
Sulla Medio Etruria siamo all’incredibile: stiamo aspettando che il
presidente toscano Giani ci dica cosa fare, ecco la strategia della
Giunta umbra. Mancano interventi importanti sulle strade di Terni,
così come sulle ciclovie”.
Cristian Betti (Pd): “Un documento molto approfondito e dedicato
alla riflessione del contesto attuale. L’andamento dell’export
umbro non può essere una responsabilità della Giunta regionale. Il
campione mondiale di comunicati stampa in effetti è Melasecche, che
ci ricorda come tutti i successi sono merito della Giunta Tesei e
tutti i problemi sono da ascrivere alla Giunta Proietti. Il Piano
sanitario è ciò di più urgente e necessario per l’Umbria. Il
quadro nazionale e internazionale ha portato alla riduzione dei fondi
disponibili, anche per la nostra Regione. La Zes è una grande
opportunità, se sapremo rimodulare quello che ci viene proposto.
Abbiamo ascoltato anche i sindacati dei trasporti, arrivando al piano
di bacino e al piano di tariffazione. C’è un record storico dei
fondi a disposizione per disabilità e non autosufficienza. Lo stesso
vale per le politiche per la casa. Queste sono le nostre priorità e
la nostra visione. Questi sono i contenuti del Defr che voteremo”.
Laura Pernazza (FI): “La Regione in transizione l’abbiamo
ereditata dal centrosinistra. Il Defr deve trasformare le promesse in
una strategia reale. Questo documento è un libro delle promesse
disattese, pieno di invii, povero di coraggio. La prima grande
contraddizione riguarda lo sviluppo economico: assistiamo ad una
apologia delle scelte del nostro assessore Fioroni, di cui riprendete
tutti gli strumenti, quelli che definivate ‘armi spuntate’. Quindi
quelle misure non erano sbagliate e la vostra discontinuità era solo
retorica. Sui giovani avete promesso vantaggi fiscali, una legge sui
talenti, il fondo pensionistico integrativo, il sostegno per la prima
casa, il nido gratuito. Invece nel Defr non c’è nulla di questo.
Restano solo tavoli, consulte e percorsi partecipativi. Insufficienti
per trattenere i giovani in Umbria. Avete indicato la salute mentale
come una priorità ma avete appena bocciato la mia proposta di mozione
e nel Defr questo argomento non c’è, se non come vago riferimento
nel piano sanitario. Molti altri argomenti vengono citati solo come
titoli, senza nessuna concretezza. Sui trasporti come sulla sanità.
Sono scomparsi i riferimenti alla rete ospedaliera e territoriale, non
ci sono indicatori chiari, si usa il tema del disavanzo come strumento
politico. Tutto ciò mentre mancano personale, strutture e servizi.
Nel Defr c’è solo un piccolo riferimento al nuovo ospedale di Terni
(3 righe) e rispetto a quello di Narni – Amelia c’è solo un
accenno generico alle procedure, senza indicazioni concrete
sull’inizio dei lavori. Nel Defr non ci sono scelte nuove per le
aree interne, che invece hanno bisogno di trasporti oltre che di
promozione turistica. L’Umbria ha ottenuto fondi importanti per il
Complemento di Sviluppo Rurale (Csr), che però devono essere
impegnati con rapidità ed efficacia. Peraltro anche in agricoltura le
scelte della Giunta si muovono tra le stesse priorità della
precedente Amministrazione Tesei. Sull’energia, il primo presupposto
è l’individuazione delle aree idonee, la cui legge è stata
approvata in modo frettoloso. Le discariche continuano a riempirsi e
non siamo convinti degli ambiziosi obiettivi della strategia rifiuti
zero. Un Defr di rinvii, che non mette in campo il cambiamento
annunciato, che non rispetta le promesse. Voteremo contro”.
Luca Simonetti (M5S): “IL Documento di economia e finanza 2026-2028
ci consegna una fotografia abbastanza realistica, abbiamo una regione
che in parte si sta spopolando, che invecchia e questo significa anche
aggravare il quadro socio-sanitario, significa dover trovare nuove
risposte e mettere in campo nuovi e diversi strumenti. Dobbiamo
ripensare il sistema nel suo complesso. Sulle linee di indirizzo non
può esserci ogni tipo di risposta ad ogni tipo di problema. Il
percorso già avviato con il piano socio sanitario unifica assistenza
sociale, fragilità, salute mentale, invecchiamento attivo e
prevenzioni, unitamente a questo stiamo lavorando anche su strumenti
che rispondono a molteplici domande in campo socio sanitario. Parliamo
di un piano socio sanitario che sarà particolarmente partecipato a
partire dalle Commissioni consiliari. Sul fronte giovanile, pur nel
calo complessivo, l’Umbria mostra segnali incoraggianti. Il tasso di
scolarizzazione, le alfabetizzazioni in Umbria risultano superiori
alla media nazionale. Particolare attenzione viene riservata ad
investimenti sul capitale umano e sulla formazione e lavoro.
Un’attenzione specifica riguarda i minori e i giovani nelle
situazioni di vulnerabilità educativa e familiare. Il documento
richiama la necessità di un coordinamento stabile tra scuola, servizi
sociali e servizi sanitari. Questo Documento affronta anche il tema
della povertà economica e richiama la funzione del tavolo regionale
dedicato. In una fase complessa di transizione nazionale è essenziale
che la programmazione regionale mantenga attenzione costante alle
situazioni di fragilità familiare. La Regione è chiamata a sostenere
anche il reddito delle persone e delle famiglie che vivono in
condizioni di fragilità e che rischiano di scivolare nell’esclusione.
Il documento richiama anche l’importanza della salute mentale. È un
ambito che richiede una programmazione moderna. Rispetto al capitolo
ospedale di Terni noi dobbiamo partire da zero. Avete inseguito per
cinque anni (con riferimento all’attuale minoranza) un progetto di
project financing che vi siete bocciati da soli, non ci avete lasciato
neanche l’ipotesi di uno studio approfondito sulle aree idonee dove
andare a realizzare un progetto misurando l’impatto sulla città.
Per noi l’ospedale di Terni rappresenta una vera e concreta
priorità. Nei prossimi giorni verrà reso noto lo studio fatto,
verrà individuata un’area e verranno portati a conclusione tutti i
passaggi. In questo contesto è importante la collaborazione di tutti,
quindi anche del centrodestra con i suoi livelli nazionali. Il
documento inoltre riconosce l’esigenza di aggiornare la rete
ospedaliera. Non possiamo pensare che la sanità ricada interamente
sull’ospedale di Terni o di Perugia, è fondamentale puntare anche su
Narni-Amelia. Non possiamo far ricadere tutta l’utenza su due aziende
ospedaliere che, seppur grandi, hanno bisogno di tutta una rete di
servizi per dare sollievo all’azione dei medici facendoli lavorare in
sicurezza. Rispetto al tema dello sviluppo sostenibile questo
documento individua la sostenibilità come un asse strutturale
trasversale della legislatura e non come semplice riferimento, è una
scelta che attraversa tutte le mansioni perché lega la tutela del
territorio e la crescita economica. Il documento indica una linea di
sviluppo che intreccia sostenibilità e crescita. Una conferma arriva
anche dai dati del turismo con 7,3 milioni di presenze nel 2024, ma
anche dal mercato del lavoro, che registra uno dei tassi di
disoccupazione più bassi d’Italia. Il Defr non si limita quindi a
descrivere problemi, ma indica una direzione, identifica le fragilità
demografiche, produttive e sociali, e costruisce gli strumenti per
approfondirle. La valorizzazione delle aree interne e la centralità
della formazione delineano un impianto solido per i prossimi anni. La
sfida è grande, ma la rotta è definita”.
Eleonora Pace (FdI): “Come ho già fatto in Commissione, mi
occuperò del capitolo sanità e ho visto che poi i miei spunti sono
anche stati raccolti in un vostro ordine del giorno. Quando la collega
Agabiti dice che questo Defr contiene più passato che futuro afferma
una grande verità. Partendo dalla modernizzazione e dal potenziamento
dell’area ospedaliera regionale, si parla solo di passato: ospedale di
Norcia, fatto da noi, ospedale di Cascia, idem. L’ospedale di Narni
Amelia lo abbiamo consegnato all’assessore De Rebotti con l’auspicio
che lo porti avanti nel rispetto del cronoprogramma rispetto ad un
lavoro già fatto, concluso e soprattutto finanziato per 95 milioni di
euro. Ma è passato un anno e siamo ancora sul bando di affidamento
dei lavori. Nel documento, rispetto all’ospedale di Terni nessuna
notizia. Abbiamo fatto richiesta di audizione in Terza commissione,
entro il mese di dicembre, per capire a che punto siamo arrivati,
perché dopo un anno senza Covid e senza emergenze da rincorrere, ci
piacerebbe sapere dove vuole costruire questo ospedale, con quali
soldi verrà pagato e soprattutto qual è il cronoprogramma. Nel
documento viene ribadito lo sviluppo della rete di cooperazione tra
ospedali e territorio dove si continua a dire di sottoscrivere questi
protocolli d’intesa tra aziende ospedaliere e territorio, ne abbiamo
sottoscritti già, forse, troppi. Sul tema del personale, i numeri ci
sono stati detti in risposta ad una nostra interrogazione, ma cosa
ancora più grave l’aver trovato un passaggio in cui si diceva che
‘elemento fondamentale della nuova strategia rispetto al personale
sarà l’istituzione di un sistema di monitoraggio dei tassi di assenza
del personale, assenteismo e dimissioni inattese, tale analisi non
avrà finalità di colpevolizzazione, bensì l’obiettivo di ricavare
indicatori precoci e oggettivi’ e anche qui all’interno dell’ordine
del giorno che avete preparato una aggiustatina alla linea, che forse
poteva essere malintesa, l’avete data. Rispetto alle liste
d’attesa i numeri parlano chiaro: raddoppiate in un anno, invece che
essere azzerate nei primi 100 giorni della nuova legislatura e nessun
tipo di novità per l’abbattimento se non ristringere, come fanno
tutte le Regioni d’Italia, rapporti con il privato convenzionato
accreditato. Accolgo con favore che quanto segnalato da noi in
Commissione sia stato immediatamente raccolto, ma il fatto che
l’abbiate raccolto con così tanta solerzia certifica il fatto che
forse vi farebbe bene, spesso e volentieri, invece di derubricare le
nostre Commissioni come mero passaggio di atti dalla Giunta al
Consiglio, frequentarle di più. Spesso, cari assessori, dal confronto
nascono buoni propositi. Leggere che plaudite ai dati Agenas sul piano
nazionale esiti 2025, da umbra ne sono contenta, però faccio presente
che quei dati fanno riferimento alle performance del 2024, quando a
guidare la Regione c’era il centrodestra. Noi abbiamo avuto soltanto
ora delle integrazioni al documento in discussione e quindi degli
emendamenti che avete predisposto e presentato in fretta e furia dopo
le questioni che abbiamo sollevato in Commissione, ma nel frattempo
avevamo preparato un nostro ordine del giorno per integrare,
soprattutto nel comparto sanità, le carenze che avevamo ravvisato.
Vedremo quindi se vorrete riconoscere quanto scritto nei nostri
emendamenti come qualcosa di utile per la nostra sanità. Un confronto
sano con noi vi eviterebbe alcune brutte figure verso i cittadini”.
Nilo Arcudi (Tp-Uc): “Necessario costruire una prospettiva di
sviluppo e di crescita. C’è un tema di cui non parliamo mai: la
crisi demografica, l’Umbria perde abitanti, abbiamo l’indice di
anzianità più alto d’Italia. I laureati vanno via dall’Umbria.
Le nostre Università li formano ma ne perdiamo 450 all’anno,
perché non c’è un mercato del lavoro competitivo. I dati economici
sono molto negativi, siamo una regione in transizione. Il Pil è sotto
la media nazionale e sotto quella del centro Italia. Sistema delle
imprese non competitivo, hanno poco patrimonio, possono investire
poco, ci vorrebbe un’azione di governo molto efficace e questo non
emerge dal documento. Del resto una coalizione così variegata come
quella che governa l’Umbria non può produrre scelte chiare. I
territori che crescono di più hanno due elementi: una demografia
giovane e infrastrutture. E allora come fare se una parte di questa
coalizione osteggia le infrastrutture, vedi Nodo di Perugia, quando
senza di esse i dati economici continueranno a essere negativi. I
Paesi più avanzati vanno verso una politica di gestione dei rifiuti
che punta sulla termovalorizzazione. Del resto per riqualificare una
discarica ci vogliono cento anni. Altra cosa: in un contesto economico
difficile, bisogna fare politiche espansive, invece qui si persegue la
politica assurda della manovra fiscale. Sanità: bisogna avere il
coraggio di fare scelte di cambiamento rispetto a una rete ospedaliera
che non regge. Voto convintamente negativo”.
Fabrizio Ricci (AVS): “Il Defr è un documento che mette al centro
le persone, basato su un modello di welfare universale e sostenibile.
Priorità assoluta è quella di dover fronteggiare lo spopolamento, la
sfida più complessa e nel Defr sono declinate alcune azioni
strategiche. Il sistema sanitario ha subito pesanti tagli, in rapporto
al Pil arriveremo al minimo storico, molto più in basso degli altri
Paesi europei, siamo agli ultimi posti. Il Defr punta con decisione a
rafforzare la sanità pubblica, prevede il potenziamento degli
organici e una sanità di prossimità, una riorganizzazione profonda
con il nuovo Piano sociosanitario che ora sarà aperto alla
condivisione con tutti gli stakeholder della regione. Il primo asset
strategico è quello sugli screening oncologici, poi campagne
promozionali verso stili di vita sani e prevenzione, con 85 milioni di
euro di risorse. Ambiente: avevamo promesso di cambiare radicalmente
la gestione del territorio puntando sulla economia circolare e la
questione ambientale è un pilastro fondamentale del documento, con la
valorizzazione della biodiversità, la promozione dell’agricoltura
sostenibile. Lavoro: puntiamo su sicurezza e contrasto alla
precarietà. Il Defr dedica un obiettivo specifico al contrasto del
lavoro precario, con 95 milioni di euro per l’occupazione giovanile,
femminile e per le persone svantaggiate, più 6 milioni per 800
controlli annui inerenti la sicurezza sul lavoro. Contrasto a
spopolamento aree interne: ci sono risorse provenienti da fondi
europei con investimenti sugli asili nido proprio sulle zone a rischio
spopolamento. Cultura: è stato fatto un lavoro enorme con il nuovo
testo unico. Anche il tema della cooperazione internazionale,
scomparso da da anni. Riconosciamo in questo documento coerenza e
valore nelle scelte politiche”.
Francesco De Rebotti (assessore): “L’ospedale di Narni-Amelia è
un’opera di grande importanza, che darà un forte contributo alla
riduzione della mobilità passiva e che viene citato nel Defr. In
proposito, ricordo che Inail ha nominato il Rup, che coordina il
lavoro tecnico. Le modifiche da fare al progetto che è stato validato
dalla società esterna sono utili perché vanno a comporre il
capitolato che va messo a bando. Quando sarà finito questo lavoro
saremo nelle condizioni di firmare la convenzione e la cessione del
patrimonio. L’atto su Piano di bacino e Piano di tariffazione è
stato approvato ed era fermo. Abbiamo fatto in modo di sterilizzare