(AGENPARL) - Roma, 6 Dicembre 2025(AGENPARL) – Sat 06 December 2025 L’ATLETA DI TARANTO: Descrizione degli elementi presenti nell’illustrazione.Tutti gli elementi di questa illustrazione, dal gesto esultante ai simboli tratti dalle anfore, rappresentano, in modo corale, LA VITTORIA.1. L’ATLETA DI TARANTO. Cosparso d’unguento di sabbia e di sudore, l’atleta grida, esultando per la vittoria conseguita in gara. Egli era un nobile aristocratico tarantino, vissuto intorno al 480 a.C., che seppe ricoprirsi di gloria eccellendo in varie specialità delle Grandi Panatenee, gare sportive, musicali e letterarie, che si svolgevano ad Atene ogni quattro anni, in onore della dea Atena, protettrice della città. Dal ritrovamento del suo scheletro, quasi intatto, si stima che avesse avuto una statura di circa 1,70 m e un peso tra i 65 e i 70 kg, e che fosse deceduto intorno ai 30 anni d’età
2. LA STATUA DI ATHENA PARTHÈNOS Realizzata dal celebre “scultore degli dèi” Fidia (490-430 a.C.) era una scultura alta circa 12 metri, fatta d’oro e avorio, che si trovava nel Partenone di Atene. Raffigurava la dea Atena, forte e vittoriosa, circondata da simboli che ne celebravano il potere, la saggezza e il ruolo di guida in battaglia. Nella mano destra Atena teneva la figura di Nike, simbolo della vittoria.Sebbene la statua realizzata da Fidia fosse stata completata in data posteriore alla vita dell’atleta, le statue precedenti, realizzate da altri artisti, furono per gli atleti delle Grandi Panatenee e per tutti i cittadini ateniesi un simbolo del culto e della devozione verso la loro dea protettrice. I Giochi Panatenaici, che si tenevano ogni quattro anni nell’antica Atene, si aprivano il 28 del mese di Ecatombeone (luglio-agosto), giorno della nascita della dea Atena, con una grande processione verso la statua della dea nel Partenone. A questa solenne processione partecipavano atleti, cittadini liberi, sacerdoti e animali per sacrifici, con l’obiettivo di celebrare la divinità protettrice della città e patrona dei giochi.
3. NIKE, LA DEA ALATA DELLA VITTORIA, nella scultura di Fidia era alta circa 1,80 metri. La mano destra di Atena, che la reggeva, simboleggiava la forza, il potere e l’azione trasmesse dalla dea alla Nike, considerata essa stessa fonte di vittoria.4. COLONNE DORICHE SORMONTATE DA GALLI. Fiancheggiano la figura di Athena Pròmachos (guerriera) in tutte le Anfore Panatenaiche. Le colonne potevano riferirsi al tempio della dea o forse erano solo un supporto per i galli. Per quanto le civette, simbolo di saggezza, fossero considerate gli animali sacri ad Atena, i galli erano simbolo di forza, di spirito combattivo e di vittoria e rappresentavano la prodezza di Atena e il trionfo della luce sulle tenebre. Il simbolo atavico del gallo si conserva ancor oggi nelle ceramiche di Grottaglie (TA)5. IL MEANDRO O CHIAVE GRECA veniva usato principalmente come elemento decorativo, ma di per sé stesso è un simbolo di Vittoria e Unità, oltre che di Infinito e di Vita Eterna.
6. CORONA DI RAMI D’OLIVO (Kotinos) presi dagli alberi sacri dell’Acropoli di Atene. Insieme alle anfore piene di olio, provenienti dagli stessi alberi, costituivano i premi tipici dei Giochi Panatenaici. La corona è il simbolo della vittoria, gloria, sacralità e fama che rendevano immortali, nella storia, i vincitori delle gare.
7. TON ATHENETHEN ATHLON è l’iscrizione situata sulle Anfore Panatenaiche, all’interno della colonna sinistra fiancheggiante la figura di Athena Pròmachos. La frase interpretata significa "Il premio dei giochi di Atene". Questa frase indicava che il vaso era un premio vinto da un atleta nelle competizioni delle feste Panatenaiche ad Atene. Il vaso era quindi un oggetto di prestigio, come dimostra la sua funzione di "oggetto-parlante" e la sua valenza sociale e simbolica. 8. QUATTRO ANFORE PANATENAICHE rinvenute in frammenti ai quattro angoli esterni del sarcofago dell’Atleta di Taranto. Tre di queste anfore sono state ricomposte, mentre la quarta è andata quasi interamente perduta ed è presentata, in questa illustrazione, dal lato comune alle altre anfore, raffigurante la dea Atena armata, nelle vesti di “Promachos” (combattente), situata tra due colonne fiancheggiate da un’iscrizione greca che ne indica l’appartenenza ai “giochi di Atene”. Queste anfore, contenenti il prezioso olio ricavato dalla spremitura delle olive degli alberi sacri ad Atena, erano infatti date in premio ai vincitori degli agoni atletici delle Grandi Panatenee, le cui specialità sono illustrate sull’altro lato di ciascun vaso. Le anfore dell’Atleta tarantino illustrano la corsa con le quadrighe, il pugilato e due discipline facenti parte del pentathlon, il salto in lungo e il lancio del disco. FIOCCHI CON I COLORI SACRI AD ATENA. Il VIOLA era associato al potere e alla sacralità. Era usato solo per i reali e le divinità a causa della difficoltà e del costo di produzione del colore.Il BIANCO era un colore che simboleggiava la connessione tra il mondo umano e quello divino. Come simbolo di luce e santità era considerato un colore associato a divinità pure come Atena. Bianco era il colore del “Peplo”, abito ricamato dalle nobili fanciulle ateniesi che veniva fatto indossare alla statua della dea, a conclusione della processione panatenaica.
L’AZZURRO era considerato il colore degli dei per eccellenza, poiché simboleggiava il cielo, la dimora divina. Veniva spesso usato nell’architettura arcaica per portare il colore del cielo sulla terra.
– Sal Velluto, novembre 2025.
