(AGENPARL) - Roma, 5 Dicembre 2025(AGENPARL) – Fri 05 December 2025 https://www.aduc.it/articolo/investimenti+maledizione+piu+superpotere+dell_40299.php
—————————
Investimenti. La maledizione del ‘Di più’ e il superpotere dell”Abbastanza’
Nei precedenti articoli abbiamo visto come ci piaccia sventolare status symbol per impressionare gente che nemmeno ci piace (Consumo Ostentativo https://investire.aduc.it/articolo/consumo+ostentativo+apparenza+status+scelte_40159.php) e come, magicamente, ogni aumento di stipendio venga bruciato in nuovi vizi nel giro di tre mesi, lasciandoci al punto di partenza (Lifestyle Inflation https://investire.aduc.it/articolo/lifestyle+inflation+ruota+criceto+lusso+perche+piu_40237.php).
Siamo bravissimi a correre sulla ruota, ma pessimi a capire dov’è il traguardo.
Per spiegarmi meglio, devo rispolverare un vecchio racconto. Siamo a un party esclusivo a casa di un gestore di hedge fund. Lo scrittore Kurt Vonnegut gomita l’amico Joseph Heller e gli fa notare che il padrone di casa, in un solo giorno di trading, ha guadagnato più di quanto Heller abbia incassato con il suo best-seller Comma 22 in tutta la vita.
Heller non si scompone e risponde secco: «È vero. Ma io ho qualcosa che lui non avrà mai: Abbastanza».
Ecco, questo è il punto. Senza definire il concetto di “Abbastanza”, la pianificazione finanziaria è solo un esercizio di avidità socialmente accettata.
1. Cablati per l’insoddisfazione (La trappola biologica)
Sembra un concetto zen alla portata di tutti, vero? No. Dire “basta” è l’abilità più sottovalutata della finanza personale. Richiede più disciplina di qualsiasi stock picking fortunato su un titolo tech.
Il punto è semplice: il cervello non lavora per renderci felici, ma per tenerci all’erta. Nell’età della pietra, essere “soddisfatti” significava abbassare la guardia e finire fuori dai giochi. Accumulare non era un vizio: era sopravvivenza.
Oggi questo istinto diventa un bug. Ricordate quando, a inizio carriera, immaginavate che lo stipendio attuale sarebbe stato il punto d’arrivo? “Quando prenderò quella cifra, sarò tranquillo”. Oggi quella stessa cifra è solo il minimo per non affogare.
Cosa è cambiato? Avete spostato i pali della porta.
In psicologia è adattamento edonico; in finanza è molto meglio chiamarlo per ciò che è: la maledizione del traguardo mobile. Ogni volta che lo raggiungete, l’ego lo trascina dieci metri più avanti, rendendo la ricchezza una linea dell’orizzonte: visibile, ma irraggiungibile.
Finché non cementate quei pali, potete anche ottenere rendimenti stellari: l’esperienza soggettiva non cambia. Sarete ricchi “sul foglio”, ma vi sentirete poveri nel quotidiano.
È così che si invecchia correndo senza avanzare.
2. La Legge dei Rendimenti Decrescenti
La psicologia qui non basta più. Entriamo nella dinamica fondamentale della finanza personale: l’utilità marginale decrescente.
Pensate alla fame. Il primo morso è rivelazione. Il terzo è soddisfazione. Il nono è un errore di valutazione.
Con il denaro la curva è identica, ma siamo maestri nel ignorarla.
– I primi euro servono alla sopravvivenza (Utilità: altissima).
– I successivi comprano comfort e sicurezza (Utilità: alta).
– Poi arriva il territorio del lusso (Utilità: moderata).
– Oltre quella soglia, il denaro diventa carburante per il confronto sociale — con rendimento vicino allo zero. A volte negativo.
Eppure molti continuano a lavorare 60 ore a settimana, ad aumentare la leva, a rincorrere performance marginali per accumulare ricchezza che sta nella fascia a utilità bassa o nulla.
È un paradosso perfetto: sacrificano la risorsa più scarsa — tempo vitale — per ottenere una risorsa ormai abbondante, che non cambia la loro qualità di vita in modo misurabile.
È come continuare a mangiare quando non hai più fame: non nutre, appesantisce.
3. Il tasso di cambio vita/denaro
Questo è il punto che fa più male. Il denaro non è carta: è tempo convertito in valore. È vita compressa.
Ogni euro speso oltre il vostro “Abbastanza” non è un euro: è un’ora della vostra esistenza scambiata con sveglie all’alba, riunioni inutili, email che non ricorderete e stress che il corpo ha registrato anche se voi non ve ne siete accorti.
E non state pagando solo con il passato: state pagando con il costo opportunità esistenziale.
Ogni euro “superfluo” brucia ciò che avreste potuto fare con quel tempo: competenze non sviluppate, relazioni non coltivate, salute non curata, momenti non vissuti.
Prendete la seconda casa al mare usata due settimane l’anno. Non vi è costata 300.000 euro.
Vi è costata anni di tempo vivo.
Anni di lavoro, sottrazione, presenza mancata.
E, come bonus, porta con sé la tassa invisibile dello status: manutenzione, spese fisse, aspettative sociali, e quel benchmarking continuo verso chi ce l’ha “più grande, più nuova, più bella”.
E anche se l’avete comprata cash, non siete esenti: avete contratto un debito psicologico.
Più beni accumulate, più livello di reddito dovete mantenere.
Più oggetti possedete, più ore future siete obbligati a lavorare per sostenerli.
Che fosse un buon affare o meno è marginale.
Il punto è che se non conoscete il vostro livello di “Abbastanza”, state accettando uno scambio truccato: cedete tempo finito per beni potenzialmente infiniti.
Non è un cattivo affare.
È esattamente il peggior affare che possiate fare.
4. Il costo nascosto dell’avidità (L’asimmetria del rischio)
Il problema di non avere un concetto di “Abbastanza” non è filosofico: è operativo. Trasforma il vostro portafoglio in una mina antiuomo.
Se non sai dove devi arrivare, continui a spingere sull’acceleratore anche quando la curva è cieca. È così che gli investitori ricchi si schiantano: non per mancanza, ma per eccesso.
Vedo persone che hanno già raggiunto la sicurezza finanziaria continuare a fare scommesse inutili, come se il gioco non potesse mai finire. Rischiano solo per far salire il numero, non perché ne abbiano bisogno.
Non stanno investendo. Stanno giocando.
Rischiare ciò che ti serve per ottenere ciò che non ti serve è follia.
Fermatevi. Chi ha già vinto la partita entra nell’unica trappola davvero pericolosa della finanza: l’asimmetria del rischio.
Quando sei benestante, l’impatto positivo di un +50% è spesso marginale; l’impatto negativo di un ?50% è invece distruttivo.
Se avete già vinto, continuare a giocare non è ambizione. È autodistruzione.
5. Matematica finanziaria alternativa
Arriviamo al sodo. L’industria finanziaria (e il vostro feed di Instagram) vi ha convinto che l’equazione della ricchezza sia una semplice addizione: più accumuli, più sei ricco.
Balle. La vera ricchezza è una frazione, non una somma. La formula è brutale nella sua semplicità:
Ricchezza = Ciò che hai / Ciò che desideri
Fermatevi a guardare il denominatore. Se “Ciò che desideri” cresce alla stessa velocità del vostro patrimonio, il risultato della frazione non cambia mai. Siete criceti su una ruota d’oro, ma pur sempre criceti.
Potete avere un patrimonio di 5 milioni di euro, ma se il vostro stile di vita e il vostro ego ne richiedono 6 per sentirvi soddisfatti, siete tecnicamente in bancarotta emotiva. Vivrete con la stessa ansia di chi non arriva a fine mese, solo con auto più costose in garage e vini più pregiati per affogare lo stress.
Al contrario, se avete accumulato “solo” 500.000 euro, ma avete lavorato su voi stessi per desiderare una vita che ne costa 400.000, siete intoccabili.
Siete più liberi del gestore di hedge fund dell’aneddoto iniziale.
Il segreto della consulenza finanziaria vera non è solo pompare il numeratore (investimenti, carriera, rendimenti), ma prendere a martellate il denominatore (ego, aspettative, confronto sociale).
6. La bonifica ambientale
C’è un ultimo ostacolo tra voi e l’Abbastanza: gli altri.
Siamo animali mimetici. Desideriamo ciò che desiderano gli altri. Se frequentate persone che misurano il successo in base alla cilindrata dell’auto o alla marca dell’orologio, il vostro livello di “Abbastanza” si alzerà automaticamente per competere con loro.
È impossibile mantenere una dieta sana se vivete in una pasticceria. Allo stesso modo, è impossibile mantenere la sanità finanziaria se il vostro circolo sociale vive di apparenza.
Parte del lavoro per raggiungere l’indipendenza finanziaria non è solo scegliere gli ETF giusti, ma scegliere le persone giuste. Circondatevi di chi apprezza il tempo libero più del lusso, e vedrete che il vostro bisogno di spendere crollerà verticalmente.
7. Come calcolare il vostro numero (L’audit dell’Abbastanza)
“Ok, bella teoria, ma come si fa in pratica?”
Non vi sto chiedendo la cifra esatta per ritirarvi su un’isola tropicale a bere cocktail con l’ombrellino. Vi sto chiedendo di fare un audit brutale dei vostri desideri.
Provate a rispondere a queste tre domande, ma fatelo onestamente, senza la voce del vostro ego che suggerisce le risposte:
a – Qual è l’acquisto recente che mi ha dato felicità reale per più di tre mesi? (Scoprirete che la lista è cortissima).
b – Se nessuno potesse vedere la mia auto, la mia casa o i miei vestiti, comprerei comunque le stesse cose? (Questa domanda elimina il “premio status”).
c – Quanto capitale mi serve per coprire le spese base + i piccoli lussi che amo davvero, ignorando tutto il resto?
Quello è il vostro numero di “Abbastanza”. Tutto ciò che viene oltre è grasso che cola, non muscolo necessario.
Conclusione
Definire il proprio “Abbastanza” è l’atto di ribellione definitivo in una società costruita per vendervi insoddisfazione cronica. Banche, pubblicitari e “guru” del trading hanno tutto l’interesse a non farvi mai sentire arrivati. Se vi sentite arrivati, smettete di comprare prodotti inutili, smettete di fare trading compulsivo e smettete di pagare commissioni su soldi che potrebbero stare fermi.
Il mio lavoro come consulente finanziario indipendente, alla fine, si riduce spesso a questo. Certo, ottimizziamo l’asset allocation e l’efficienza fiscale, ma il vero valore aggiunto non è nel foglio Excel. È aiutarvi a piantare quel paletto del traguardo nel terreno, cementarlo bene e impedirvi di spostarlo quando l’euforia o l’invidia vi suggeriscono di farlo.
Perché la libertà finanziaria non è avere tutto. È sapere che ciò che hai è già Abbastanza.
Alessio Vannucci, consulente finanziario indipendente, collaboratore Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
============