(AGENPARL) - Roma, 5 Dicembre 2025(AGENPARL) – Fri 05 December 2025 San Vito al Tagliamento (PN), 5 dicembre 2025 – «L’eccellenza operativa non è più un metodo “confinato” alla manifattura: è diventata una cultura che attraversa settori diversi, genera valore nei processi quotidiani e permette a territori complessi di crescere insieme»: questo l’incipit del LEF Operations Summit 2025, svoltosi oggi nell’azienda digitale modello in cui sono stati riuniti in un unico convegno mondi apparentemente lontani ma accomunati dalla stessa sfida: come lavorare meglio, con meno sprechi e più risultati.
Il Presidente di CAA e LEF, Michelangelo Agrusti, ha richiamato la visione che guidò la nascita di LEF stessa così come quella del Polo Tecnologico: «Quando creammo queste infrastrutture – ha ricordato – lo facemmo per dotare il territorio di una piattaforma capace di generare valore nel tempo, non di un progetto isolato. Oggi quella scelta ha prodotto risultati che vanno oltre l’industria e parlano anche a sanità, logistica e pubblica amministrazione». Proprio in questa prospettiva Agrusti ha ricordato una delle sfide decisive per la competitività del territorio: reperire e integrare nuova forza lavoro in modo ordinato. L’idea dei work hotel – modelli abitativi rapidi da realizzare e condivisibili tra imprese – si inserisce in una visione più ampia di immigrazione programmata, che richiede infrastrutture adeguate a essere sostenibile. Una politica industriale moderna, ha osservato, deve saper unire produttività, accoglienza e qualità del lavoro, mostrando come l’eccellenza operativa possa estendersi anche a temi sociali e organizzativi.
L’idea che esista un unico filo che collega mondi diversi – imprese, enti pubblici, ospedali e servizi alla persona – è stata ripresa dalla segretaria generale della Camera di commercio Pordenone-Udine, Maria Lucia Pilutti. La Camera, ha ricordato, non dialoga con la generalità dei cittadini ma con il sistema delle imprese, che ne determina il ritmo e le priorità: «Le imprese sono il nostro interlocutore naturale, e il nostro compito è mettere a disposizione strumenti che riducano i tempi e aumentino l’affidabilità dei processi». Pilutti ha ripercorso il lavoro avviato nel 2023, in un momento in cui l’intelligenza artificiale era ancora percepita come vaga promessa. Oggi è diventata un tassello concreto della riorganizzazione dell’Area Bandi: «Per noi era fondamentale rendere più accessibili i contributi regionali, alleggerire i carichi di lavoro e ampliare la platea delle imprese che partecipano ai bandi». La trasformazione, ha spiegato, ha coinvolto processi e persone: l’ingresso di nuove competenze ha permesso di ricostruire una continuità generazionale e di introdurre strumenti digitali capaci di gestire conoscenza e dati con maggiore precisione. «L’obiettivo – ha aggiunto – è dare alle imprese un servizio che sia realmente all’altezza della velocità con cui oggi cambiano tecnologie e modelli di business».
Dal mondo dei servizi alla persona è arrivata la testimonianza di Nicoletta Tofani, direttrice generale della Casa Anziani di Cividale, che ha descritto la trasformazione culturale in atto nelle strutture residenziali: «La tecnologia è stata il nostro salvagente in un momento complesso, ma la vera sfida è portare ogni professionista a riconoscere la propria centralità nell’organizzazione. Non si tratta solo di gestire terapie o medicazioni, ma di contribuire a una governance più ampia, dove ciascuno è parte attiva di un percorso di continuità assistenziale». Una dinamica analoga riguarda la sanità specialistica. Mario Tubertini, commissario straordinario del Montecatone Rehabilitation Institute, con cui LEF, analogamente alla Casa Anziani di Cividale, ha in atto una intensa collaborazione, ha raccontato come l’approccio lean stia iniziando a incidere sui processi clinici: «Abbiamo scoperto che gli spazi per le attività ambulatoriali erano disponibili, ma non pienamente utilizzati. Lavorare su flussi, dati e organizzazione sta permettendo di recuperare potenziale e di costruire una cultura condivisa, in un settore che per natura tende alla non standardizzazione».
Renato Mascherin, Presidente di Ambiente Servizi SpA, ha mostrato come un settore tradizionalmente percepito come operativo e ripetitivo si sia trasformato grazie a metodo, dati e coinvolgimento delle persone. Al suo arrivo – ha ricordato – l’azienda era caratterizzata da attività svolte per abitudine, da una frammentazione organizzativa e da una cultura interna poco incline al cambiamento: «Il primo ostacolo è sempre stato il non si può fare». La transizione è iniziata mettendo al centro le persone e ridefinendo la missione aziendale: non più “raccogliere immondizia”, ma offrire un servizio pubblico con standard di qualità misurabili. «Abbiamo voluto valorizzare l’operatore che lavora sulla strada 364 giorni all’anno: è lui il nostro sensore sul territorio», ha spiegato Mascherin. La digitalizzazione operativa – tablet, tracciamenti in tempo reale, segnalazioni geolocalizzate – ha trasformato ruoli e responsabilità, rendendo il personale parte attiva del miglioramento quotidiano. L’impatto dei dati è stato immediato. Le analisi hanno mostrato incongruenze nelle dotazioni, nelle rotte e nei carichi di lavoro, consentendo di ridurre sprechi, ridisegnare percorsi e individuare nuove opportunità di efficienza: dai 2,5 milioni di chilometri presidiati ogni anno alla gestione puntuale delle anomalie sul territorio. «Abbiamo aperto finestre nuove sulla nostra organizzazione e dato alle persone strumenti per decidere meglio», ha aggiunto. L’obiettivo, ha concluso Mascherin, è ora passare da una logica di semplici adempimenti a una cultura della qualità del servizio, in linea con le aspettative dei cittadini e con un modello operativo che faccia della trasparenza e della tempestività un valore riconoscibile.
Impatto LEF importante anche in altri segmenti come confermato dalle testimonianze di Gabriel Fanelli (Ceccarelli Group) e Cinzia Lacopeta (Alfa Sistemi): dalla ridefinizione dei processi operativi alla digitalizzazione delle filiere logistiche, dall’uso di tecnologie abilitanti per migliorare la sicurezza alle competenze necessarie per guidare nuove soluzioni software.
I lavori sono stati moderati dal direttore generale di LEF, Marco Olivotto.
Nella foto dei relatori, da sx: Mascherin, Pilutti, Fanelli, Tofani, Lacopeta e Tubertini.
Massimo Boni