(AGENPARL) - Roma, 5 Dicembre 2025(AGENPARL) – Fri 05 December 2025 Nota di Melasecche (Lega)
(Acs) Perugia, 5 dicembre 2025 – “A distanza di otto mesi dalla
solenne pubblica adunanza della Sezione di Controllo della Corte dei
Conti, avvenuta il 15 aprile scorso, è d’obbligo verificare
quanto affermato allora dalla presidente Proietti, essendo scaduti da
due mesi i termini di quelle affermazioni fatte ufficialmente nel
pieno delle proprie funzioni istituzionali. Due erano le
assicurazioni: garantire che entro ottobre 2025 si sarebbe provveduto
sia alla revisione del sistema tariffario del trasporto pubblico
locale, con l’adozione di un nuovo impianto regolamentare,
propedeutico alla gara TPL, sia all’approvazione del Piano Regionale
dei Trasporti (PRT), avendo la giunta precedente preadottato il nuovo,
impossibilitata però a portarlo in Aula per l’approvazione
definitiva a causa della vicinanza della scadenza elettorale,
nonostante un lavoro incessante. Per quanto riguarda il sistema
tariffario del TPL, in sede di udienza è stata sottolineata la
necessità prioritaria di adottare il nuovo, quale presupposto tecnico
ed economico indispensabile per l’indizione della gara e per garantire
l’equilibrio dei contratti di servizio. Ad oggi non risulta l’adozione
degli atti annunciati. Tale mancanza determina criticità rilevanti:
le basi d’asta restano non aggiornate, permane incertezza sui ricavi
attesi e si riscontrano difficoltà nel garantire coerenza tra la
programmazione regionale e i contenuti della gara. In ordine al Piano
Regionale dei Trasporti (PRT), la Presidente ha illustrato il percorso
previsto dalla legge, già da noi seguito in precedenza, che si
sarebbe dovuto completare in sei mesi, parallelamente alle attività
di gara. In adunanza è stato espresso l’impegno di concludere
rapidamente gli atti propedeutici, come il sistema tariffario e quelli
programmatori, impegno che non trova riscontro nei comportamenti
adottati. I ritardi odierni presentano ricadute significative sulla
sana gestione finanziaria della Regione e sulla corretta impostazione
della gara TPL, con un rinvio certo che, apprendiamo dal DEFR, è
almeno di due anni, da giugno 2026 a giugno settembre 2028, il che
comporta un danno per l’Ente di circa 20 milioni. Quanto avvenuto
negli ultimi venti anni, cioè il rinnovo sistematico di anno in anno
di atti d’obbligo, in alternativa alla correttezza normativa
dell’espletamento della gara, ha comportato per la Regione un
maggior costo, che complessivamente può computarsi dai 150 ai 200
milioni, una cifra enorme che una corretta applicazione della
normativa sugli appalti avrebbe potuto evitare. Sappiamo tutti le
ragioni per cui il sistema di potere della sinistra ha preferito
mantenere il sistema del TPL inefficiente, ma ammaestrato e prone alle
esigenze politiche di chi governava. Nel 2019 la società partecipata
Umbria Mobilità presentava una situazione letteralmente catastrofica,
con molti degli attori della politica di quegli anni, pur se
smemorati, ancora in piena attività, con un debito di circa 50
milioni, con rapporti incestuosi con società romane create dalla
fantasia di una generazione di amministratori messi dalla sinistra a
fare di tutto. Rispetto a quei primi anni della nostra legislatura,
con un difficile piano di rientro con le banche, la situazione odierna
è ben diversa e ben avviata dalla precedente giunta verso un futuro
serio e solido. Tuttavia, anche a causa delle forti resistenze che
abbiamo incontrato da una parte della struttura frutto della
sedimentazione politica degli anni precedenti, come anche dalla
complessità delle normative nazionali e delle obiettive difficoltà
organizzative da porre in atto, non siamo riusciti a completare la
gara, anche a causa del covid, che ha colpito ripetutamente alcuni
amministratori, ma di certo sono stati fatti passi avanti storici