(AGENPARL) - Roma, 4 Dicembre 2025(AGENPARL) – Thu 04 December 2025 Fabio Porta per «Comunità italiana», dicembre 2025
SE 80 ANNI VI SEMBRANO POCHI
L’anniversario dell’ONU è una occasione preziosa per il rilancio dell’istituzione.
Ottant’anni dopo l’entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite, l’ONU resta l’architrave di un ordine internazionale che tenta di tradurre la tragedia del Novecento in un progetto di pace, cooperazione e diritti centrato sulla dignità della persona e sullo sviluppo sostenibile come criterio di governo de!cambiamento globale.
II 24 ottobre 1945 la Carta firmata a San Francisco entrò in vigore impegnando i popoli a "salvare le future generazioni dal flagello della guerra", a promuovere progresso sociale e migliori condizioni di vita in una libertà più ampia, e a riaffermare fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana.
Quell’atto istitutivo non fu soltanto un compromesso tra Stati vincitori, ma l’esordio di un’istituzione che avrebbe inscritto nell’Assemblea Generale la voce normativa della comunità internazionale, fino a includere 193 membri, a cui oggi il "Giorno delle Nazioni Unite” chiede di rinnovare impegno e responsabilità.
L’ottantesimo della Carta e cosi l’occasione per tradurre in azioni concrete la solidarietà internazionale e un ordine mondiale basato sulle regole, promuovendo collaborazione e rispetto tra gli Stati, alternativa alla sopraffazione.
«Significa promuovere una logica di collaborazione e rispetto fra gli Stati, alternativa a quella della sopraffazione», come ha ricordato il Presidente Mattarella, sostenendo anche l’iniziativa "UN80" del Segretario Generale e la necessità di riformare ii Consiglio di Sicurezza.
La centralità della persona, radicata nella Carta, trova la sua formulazione paradigmatica nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, secondo cui la dignità intrinseca e i diritti uguali e inalienabili tutti i membri della famiglia umana sono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.
Nel tempo, quel nucleo di principi si è tradotto in obbligazioni vincolanti attraverso il sistema dei trattati ONU, dai Patti del 1966 alle Convenzioni su donne, infanzia, disabilità e lavoratori migranti, con organi di trattato incaricati di monitorare l’attuazione e di promuovere rimedi e apprendimento istituzionale.
L’etica pubblica che ne deriva chiede politiche che trattino ogni persona come fine e non come mezzo, evitando di restringere lo sviluppo a un indicatore economico e valorizzando invece le effettive capacità di vivere una vita che abbia ragione di valore per ciascuno.
Riformare l’ONU significa quindi allineare legittimità e efficacia, riattivando la promessa della Carta: sovrana eguaglianza, non-uso della forza, tutela dei diritti, cooperazione e progresso sociale non come slogan ma come architettura che previene paralisi decisionali e rende possibile l’azione collettiva quando più serve.
Ciò implica una responsabilità nell’uso del veto proporzionata alla gravità delle crisi e coerente con la tutela dei beni pubblici globali, insieme a una maggiore coerenza di sistema che colleghi pace, sviluppo sostenibile e diritti nella programmazione, nella finanza e nella rendicontazione dei risultati.
