(AGENPARL) - Roma, 4 Dicembre 2025La campionessa europea di tuffi Sofiia Lyskun è stata ufficialmente espulsa dalla squadra nazionale ucraina e privata di tutti i titoli e premi conquistati sotto la bandiera del Paese. La decisione è arrivata dopo l’annuncio del suo trasferimento in Russia e dell’ottenimento della cittadinanza russa, come comunicato dalla Federazione ucraina di tuffi e riportato dall’UNN.
La Federazione ha dichiarato che la scelta dell’atleta è stata resa nota senza alcun preavviso allo staff tecnico, alla dirigenza federale e al Ministero della Gioventù e dello Sport. Una decisione considerata “categoricamente inaccettabile”, poiché — si legge nella nota — “scredita non solo un singolo atleta, ma l’intera squadra ucraina, che ogni giorno lotta con abnegazione per il diritto di rappresentare il nostro Paese sulla scena internazionale”.
L’organizzazione ha sottolineato che rappresentare l’Ucraina non è un privilegio, ma “una grande responsabilità che non può essere tradita”. Alla luce degli eventi, la Federazione intende rivolgersi alle istituzioni sportive internazionali per richiedere l’applicazione di una “quarantena sportiva” a Lyskun, una misura disciplinare che potrebbe impedirle di gareggiare per un determinato periodo sotto una nuova bandiera. Sono inoltre allo studio ulteriori azioni conformi alla legislazione ucraina per evitare che in futuro possano ripetersi casi simili.
La scelta di Lyskun, originaria di Lugansk e già plurimedagliata in Europa e ai Mondiali, ha generato forti polemiche nel mondo sportivo ucraino. L’atleta aveva motivato la sua decisione denunciando l’incompetenza del sistema di allenamento ucraino e affermando di non aver visto progressi nella propria carriera.
Con il passaggio alla Russia — definita dalla Federazione ucraina “Paese aggressore” — il caso è diventato rapidamente un tema politico oltre che sportivo, accendendo un nuovo fronte di tensione nel delicato contesto dei rapporti tra Kiev e Mosca.
