(AGENPARL) - Roma, 4 Dicembre 2025(AGENPARL) – Thu 04 December 2025 RAPPORTO CNEL
L’ATTRATTIVITÀ DELL’ITALIA PER I GIOVANI DEI PAESI AVANZATI
4 dicembre 2025
INTERVENTO DEL PRESIDENTE RENATO BRUNETTA
BRUNETTA: DIVENTARE ATTRATTIVI PER I GIOVANI VUOL DIRE AFFRONTARE I RITARDI DEL PAESE
“La scarsa attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati è la cartina di tornasole dei ritardi culturali ed economici che abbassano lo standard di vita di tutti gli abitanti del Paese. Diventare attrattivi per i giovani vuol dire sbrogliare la matassa di quei ritardi. Ridurre i divari dell’Italia nelle condizioni di vita e di lavoro rispetto agli altri Paesi avanzati significa saper trattenere i giovani italiani e favorire i rientri ma significa anche facilitare l’arrivo dei migliori talenti da ogni parte del mondo, per rafforzare la nostra posizione nella competizione globale dell’economia della conoscenza”. Così il presidente del CNEL Renato Brunetta intervenendo alla presentazione del Rapporto “L’attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati”, realizzato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
DAI GIOVANI DIPENDE IL FUTURO DI TUTTI NOI
“Si parla tanto dei giovani, ma con loro si parla ancora troppo poco. Eppure, dai giovani dipende il futuro di tutti noi. Occorre avere molta cura – ha aggiunto Brunetta – nel cercare di coinvolgerli e nel dare loro opportunità, responsabilità, autonomia decisionale, fiducia. L’Italia lo fa? Non quanto dovrebbe. Lo dice la nuova ondata di emigrazione che è partita nel 2011, nel pieno della crisi dei debiti sovrani, e che ha poi acquisito consistenza sempre maggiore. Così come si è incrementata, tra i giovani espatriati, la quota dei laureati, la punta di diamante del capitale umano. Per questo il CNEL ha deciso di occuparsi dell’attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati. I giovani sono il futuro incarnato nell’oggi. Dei loro sogni, delle loro passioni, della loro energia, della loro voglia di sperimentare sono fatti i fili che compongono la trama in cui è rappresentata la vita che verrà”.
MAGGIORE ATTRATTIVITÀ ATTRAVERSO UN PERCORSO COMUNE
“Poiché non esiste una solo specifica causa dietro alla scelta dei giovani di andarsene, la soluzione – ha sottolineato il presidente del CNEL – non può che essere olistica e coinvolgere tutta la classe dirigente del Paese, pubblica e privata: i governi centrale e locali, le università, le imprese, i sindacati. La maggiore attrattività si costruisce attraverso un percorso comune. In quest’ottica, il CNEL si candida a organizzare un osservatorio permanente sull’attrattività dell’Italia per i giovani, che veda coinvolti tutti gli stakeholder di riferimento, a partire dai decisori istituzionali. Un luogo che sappia valorizzare il ruolo dei corpi intermedi, raccordando le loro reti e canalizzando le loro competenze. Perché non possiamo permetterci il lusso di far crescere e istruire, con passione ma anche con un notevole impegno finanziario, giovani che poi decidono di andare via, perché non siamo capaci di dare loro le opportunità e la qualità della vita a cui ambiscono e che altrove trovano”.
È IN ATTO UNA PROGRESSIVA RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE GIOVANILE
“È in atto una progressiva riduzione della popolazione giovanile: dai circa 15 milioni della metà degli anni Novanta si è passati ai poco più di 10 milioni del 2024, nonostante l’ingresso di quasi due milioni di giovani dai Paesi a basso reddito, in particolare esterni all’Unione europea. La causa è, ovviamente, la denatalità: nel 2025 toccheremo un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia, probabilmente scendendo sotto i 350mila neonati. Ancora all’inizio di questo secolo erano oltre mezzo milione. I pochi nati di oggi saranno i pochi giovani di domani. E una parte significativa di questi giovani va via: meno 441mila è il saldo migratorio cumulato nel periodo 2011-24, più di quelli che nascono ogni anno. Se consideriamo il saldo del 2024, che è stato uguale a meno 61mila, è pari a un sesto dei neonati nello stesso anno”.
SERVE UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE
“Come CNEL abbiamo delineato una vera e propria Strategia giovani, parte integrante di una visione organica che abbiamo voluto racchiudere nel concetto di ‘nuovo patto generazionale’. L’obiettivo è di valorizzare il ruolo delle nuove generazioni nello sviluppo e nella creazione del benessere del Paese. Una tappa fondamentale nella definizione del nuovo patto è rappresentata dall’ascolto diretto dei giovani e per questo abbiamo istituito il Forum delle forze economiche e sociali giovanili. L’intento è analizzare in modo organico il tema dell’attrattività dell’Italia per le nuove generazioni”.
VALUTARE LE NORME IN BASE AGLI EFFETTI SULLE FUTURE GENERAZIONI
“Abbiamo voluto introdurre il sistema di Valutazione d’Impatto Generazionale (VIG) degli atti e dei disegni di legge approvati dall’Assemblea del CNEL. Una decisione di particolare significato istituzionale. È fondamentale applicare questo sistema a tutte le norme emanate dai diversi poteri legislativi del Paese, attraverso un meccanismo a ‘semaforo’: luce verde per indicare che i provvedimenti valorizzano pienamente gli effetti sulle future generazioni, luce gialla quando tali effetti sono considerati solo parzialmente e luce rossa quando non vengono presi in considerazione. Un meccanismo trasparente, che consente di comprendere rapidamente la natura delle scelte legislative e di evitare che le conseguenze a lungo termine vengano trascurate”.
GLI AMBITI PRIORITARI SUI CUI INTERVENIRE: DAI SALARI AL COSTO DELLA VITA, DAL MERITO ALLA CULTURA DEL LAVORO
“Nel Rapporto abbiamo individuato sei ambiti prioritari su cui concentrare l’attenzione: questione salariale, costo della vita, a partire dalle abitazioni, e poi innovazione e ricerca, cultura del lavoro e meritocrazia, qualità della vita, semplificazione e incentivi al rientro. Per quel che riguarda il potere d’acquisto dei salari, a intervenire sono chiamate innanzitutto le Parti sociali, attraverso la contrattazione. Risposte efficaci sono da ricercare anche con riferimento a meccanismi di redistribuzione dei guadagni di produttività che tengano conto del merito, negoziando modalità trasparenti e giuste per la sua misurazione. Altre leve su cui agire sono i criteri per l’accesso ai bandi pubblici, la crescita dimensionale delle imprese, i contratti di stage e apprendistato, per riportarli alle loro funzioni originarie”.
AI GIOVANI VA FATTO PERCEPIRE CHE L’ITALIA HA REALMENTE DECISO DI CREDERE IN LORO
“Per migliorare la qualità della vita è fondamentale promuovere la conciliazione tra tempo di lavoro e tempo libero. Sono anche indispensabili servizi pubblici di livello per le famiglie nell’ambito educativo, sia nell’infanzia sia con l’adeguamento del calendario e dell’orario scolastici ai modelli dei Paesi più avanti nell’attrattività. Sarebbe particolarmente vantaggioso per le competenze scolastiche degli alunni più svantaggiati dai contesti familiari. Analoghi progressi sono necessari anche nei trasporti pubblici locali, in un Paese il cui territorio è fortemente antropizzato. Ma il primo e più importante passo per il successo di ogni politica di attrattività è fare in modo che i giovani comprendano, senza ombra di dubbio, che l’Italia ha realmente deciso di credere in loro”.