(AGENPARL) - Roma, 3 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 03 December 2025 Misiani (PD): Il caro energia sta spingendo l’Italia verso la
deindustrializzazione. Il governo è fermo: servono scelte immediate e una
strategia
«L’Italia è oggi uno dei Paesi europei più esposti al rischio energetico. A
novembre, il prezzo all’ingrosso dell’elettricità resta molto più elevato
della media europea: più del doppio rispetto alla Spagna e quasi il triplo
della Francia. Questo differenziale produce effetti pesantissimi: rallenta
gli investimenti, scoraggia gli investitori esteri e mette a rischio la
competitività di interi comparti produttivi. L’Italia rischia una
deindustrializzazione silenziosa che nasce non dal costo del lavoro, ma dal
costo dell’energia», dichiara il senatore Antonio Misiani, responsabile
Economia del Partito democratico, intervenendo all’assemblea di Confimi
Industria.
Misiani critica duramente l’inerzia del governo Meloni: «La scorsa legge di
bilancio ha prorogato per 20 anni le concessioni per la distribuzione
elettrica, caricando sulle bollette canoni straordinari per molti miliardi.
Sono mesi che viene annunciato un decreto energia che non arriva. Nel
frattempo il governo ha varato un provvedimento parziale e contraddittorio,
ha ridotto le aree idonee per le rinnovabili, ha lasciato irrisolti i nodi
del *permitting *(a Chigi sono fermi 71 progetti di rinnovabili per 4,6 GW
di potenza installata e l’ultimo consiglio dei ministri che li ha sbloccati
risale a luglio) e ha tagliato in modo drastico i fondi PNRR per il
sostegno pubblico alle comunità energetiche da 2,2 miliardi a 795 milioni.
Peccato che a fine novembre le domande siano arrivate a 1,4 miliardi. È un
gran pasticcio, un colpo pesante che rischia di bloccare o rallentare
centinaia di progetti».
«Le imprese hanno bisogno di certezze, non di una transizione a passo di
gambero e senza una visione d’insieme. Più aspettiamo, più l’Italia
accumulerà ritardo rispetto agli altri Paesi europei», aggiunge il senatore
PD, che rivendica anche le proposte avanzate dal Partito Democratico in
Parlamento: «Serve accelerare davvero l’installazione delle rinnovabili
semplificando il *permitting*, ridurre il costo dell’elettricità attraverso
un rafforzamento del ruolo del GME nei contratti a lungo termine da fonti
rinnovabili, introdurre strumenti stabili di autoproduzione per le PMI e
definire un piano strutturale di efficientamento energetico. I canoni
straordinari per la proroga delle concessioni della distribuzione elettrica
vanno tolti dalle bollette. L’eventuale proroga delle concessioni
idroelettriche va condizionata alla fornitura di energia a prezzo
calmierato. Sono proposte concrete, molte le abbiamo presentate come
emendamenti alla legge di bilancio, in gran parte sono immediatamente
attivabili e tutte in grado di incidere sui fattori che determinano il
prezzo dell’energia».
Infine la conclusione: «Oggi la politica industriale coincide largamente
con la politica energetica. Senza energia accessibile, stabile e pulita non
c’è competitività possibile. Il ritardo dell’Italia non è inevitabile: è il
frutto delle non-scelte del governo. Il PD propone un cambio di rotta serio
e strutturale e lavorerà con il mondo dell’impresa per costruire un sistema
energetico finalmente competitivo, sicuro e sostenibile».
Alla luce dei principi di cui al D.lgs. 196/03 e al Regolamento UE
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