(AGENPARL) - Roma, 3 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 03 December 2025 La Ministra per la Famiglia, la Natalità
e le Pari Opportunità
Forum nazionale
“Donne, imprese, futuro: rappresentanza,
rappresentatività e rappresentazione”
Roma – 3 dicembre 2025
Buongiorno a tutti,
mi dispiace molto non poter essere con voi, perché fin dall’inizio del mio mandato
quello con il Forum di Confcommercio Terziario Donna è stato sempre un appuntamento
immancabile, che ho cercato di onorare in presenza o comunque attraverso un messaggio di
saluto. Per impedimenti pregressi, ai quali si è aggiunta nei giorni scorsi una classica influenza
stagionale, sono costretta quest’anno a inviarvi un saluto a distanza, ma ci tenevo a farlo
perché l’impegno che quotidianamente mettete in campo è davvero prezioso. Soprattutto,
per riprendere il titolo che avete scelto di dare all’incontro di quest’anno, è un impegno
rappresentativo di cosa significhi l’empowerment femminile.
Innanzitutto saluto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, saluto l’amica
Anna Lapini presidente di Terziario Donna e saluto tutti gli intervenuti e i presenti al vostro
forum. Si tratta di un’importante occasione di condivisione e confronto su un tema che è il
perno di tutte le azioni del mio ministero, ma che sta a cuore all’intero governo.
L’indipendenza economica delle donne, la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni senza
limitazioni e discriminazioni, la quantità e qualità della loro partecipazione al mondo del
lavoro e dell’impresa, sono infatti non soltanto una questione di equità e di giustizia, ma un
fattore di crescita per l’intera società. Qualora ce ne fosse bisogno, ci sarebbero dati e
proiezioni in abbondanza a dimostrarlo. Ma al di là dell’apporto concreto in termini di
sviluppo, è innegabile che il contributo delle donne rappresenti un valore unico in termini di
talento, determinazione, creatività, e anche in termini di capacità di cura, un elemento che
assume rilievo non soltanto dentro le mura domestiche.
Il nostro governo fin dal primo giorno ha posto fra le priorità della propria azione
quella che con un gioco di parole potremmo chiamare “la liberazione della libertà femminile”.
E mi fa piacere a/rontare questo argomento nelle ore in cui l’Istat certifica con il 62,7 per
cento il massimo storico di occupazione in Italia, un dato che coinvolge anche l’occupazione
femminile che a sua volta ha raggiunto in questa legislatura il suo massimo storico, con il
superamento delle dieci milioni di donne occupate e della soglia del 54 per cento.
Certamente non un punto di arrivo, ma un passo importante che indica che siamo sulla strada
giusta. Ce lo dicono appunto gli indicatori economici, e credo che questo sia frutto sia delle
misure che abbiamo messo in campo, in particolare per le donne e per la conciliazione, ma
anche del rinnovato clima di fiducia, perché voi meglio di chiunque altro sapete che la fiducia
è la prima delle riforme economiche, senza la quale le altre non avrebbero la stessa e/icacia.
La nostra non è stata una politica di spot estemporanei ma di interventi strutturali,
per mettere sempre più le donne nelle condizioni di potersi realizzare in ogni ambito senza
subìre penalizzazioni, ingiustizie, e senza patire quella “motherhood penalty” che spesso fa
apparire la carriera e i figli come opzioni alternative; per costruire pari opportunità che per
essere autentiche non possono non partire dalla considerazione, e anche dalla
valorizzazione, della di/erenza tra donne e uomini. E vorrei dire, visto che siamo a pochi giorni
da un 25 novembre particolarmente significativo per l’approvazione della legge di portata
storica che introduce nel nostro ordinamento il reato autonomo di femminicidio, che
l’empowerment femminile è anche uno strumento essenziale per prevenire e contrastare la
violenza contro le donne. Per noi l’empowerment e la lotta alla violenza sono andati di pari
passo, e anche nel G7 delle pari opportunità a presidenza italiana abbiamo voluto evidenziare
questo binomio.
Per realizzare la crescita e suscitare fiducia il nostro approccio è stato non quello
del centralismo dirigista, ma quello della sussidiarietà, della valorizzazione dei corpi
intermedi, della liberazione delle energie spontanee della società, come quelle che si
respirano in organizzazioni come la vostra che quotidianamente danno voce a istanze di un
tessuto prioritario per l’economia e per la società del nostro Paese.
Trovo particolarmente pertinente la vostra scelta di inquadrare l’analisi
dell’evoluzione del ruolo della vostra organizzazione alla luce dei cambiamenti epocali che
stiamo attraversando, a cominciare da quello demografico. L’Italia non è infatti certo l’unica
nazione a vivere una pesante contrazione delle nascite, elemento che ormai accomuna tutta
Europa e gran parte del mondo sviluppato. A causa della lunga disattenzione nei confronti
della famiglia e della natalità, però, da noi la decrescita è cominciata molto prima. E’ evidente
che la transizione demografica, a lungo tempo sottovalutata, impatta non solo sulle altre
transizioni di cui tanto si parla, ma finisce con l’alterare le strutture parentali, economiche,
sociali. Per invertire la rotta il governo sta mettendo in campo iniziative e investimenti
poderosi, ma un nuovo aumento delle nascite non è un risultato che si può produrre
nell’immediato. La diminuzione costante di donne in età fertile ha prodotto una situazione
che non può essere rovesciata in poco tempo. Ma questo governo non guarda solo al
consenso immediato: noi abbiamo una visione e un progetto per il futuro del nostro paese, ed
è questa volontà che ci motiva.
Il vostro incontro è dedicato alla rappresentanza, alla rappresentatività, alla
rappresentazione. Si tratta di tre aspetti fondamentali, e la questione della rappresentazione
è legata anche a quello che abbiamo detto sull’importanza della costruzione di un clima di
fiducia nel paese. Purtroppo la tendenza alla radicalizzazione del confronto politico e
ideologico, anche attraverso la rete, non favorisce sempre una narrazione rispettosa dei dati
e dei fatti: si dice spesso che i numeri sono testardi, ma spesso non è facile farli emergere.
Anche per questo, i tre aspetti che avete scelto di articolare il vostro incontro sono davvero
fondamentali.
Vi ringrazio quindi del ruolo che svolgete con impegno e trasparenza, e, nel