(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 02 December 2025 FI-PI-LI, la Toscana davanti a un bivio: giovani e terziario
chiedono più mobilità pubblica, mentre la terza corsia
non convince
Pisa, 2 dicembre 2025. La mobilità toscana è a un punto di svolta. È quanto emerge dal
progetto SAMPLE, realizzato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore
Sant’Anna e dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, che ha raccolto
1995 risposte da cittadini e 134 da imprese per valutare percezioni, preferenze e
priorità sul futuro di uno degli snodi strategici per la viabilità della regione Toscana: la
SGC Firenze–Pisa–Livorno. Lo studio ha valutato tre possibili scenari: Scenario
Business as Usual che prevede di mantenere l’infrastruttura così com’è, con interventi
minimi; Scenario Stradale che prevede di realizzare la terza corsia e ampliare la
capacità della superstrada; Scenario Contestuale che punta su trasporto pubblico,
ciclabilità, ed intermodalità.
Dallo studio emerge un verdetto inequivocabile: lo status quo è lo scenario in assoluto
meno apprezzato. Il mantenimento dell’attuale situazione raccoglie il rifiuto più netto
da parte di cittadini e imprese, affossato soprattutto dalle gravi preoccupazioni per la
sicurezza stradale che ne abbattono l’accettabilità del 14%
Il dato più netto riguarda i giovani: gli under 40 con titolo di studio elevato (Laurea o
più) mostrano un entusiasmo marcato per lo Scenario Contestuale (trasporto
pubblico, ciclabilità e intermodalità). Per loro, l’accettabilità dello scenario
raggiunge circa il 70%. È una preferenza che non guarda solo al presente, ma alla
futura mobilità della regione Toscana: più sostenibile, più sicura, più connessa.
Diversa la posizione degli adulti di mezza età con titolo di studio inferiore, che
privilegiano lo Scenario Stradale (realizzazione della terza corsia), che ha in questo
caso un’accettabilità del 66%. E tuttavia, come sottolinea il rapporto, l’investimento
nella terza corsia comporterebbe tempi lunghi, costi elevati e impatti ambientali
significativi, senza possibilità di ripensamenti futuri. Una rigidità che contrasta con
l’approccio modulare e scalabile dello scenario Contestuale.
Dal lato delle imprese, l’analisi evidenzia differenze legate a priorità diverse che sono il
riflesso delle specificità settoriali: il 43,9% del manifatturiero preferisce la soluzione
stradale, mentre commercio (46,15%), servizi (38%), istruzione e sanità (45,5%)
guardano con favore alla mobilità pubblica potenziata. Anche la dimensione conta:
l’orientamento stradale cresce con l’aumentare delle dimensioni d’impresa (dal 33,3%
delle micro al 62,5% delle grandi).
Le analisi statistiche avanzate del progetto confermano un dato chiave: l’accettabilità
degli scenari è guidata dalle abitudini comportamentali del cittadino. Chi usa
abitualmente l’auto è il più propenso allo scenario Stradale, mentre chi utilizza bici o
trasporto pubblico è il principale sostenitore del Contestuale.
Il quadro che emerge è chiaro: la Toscana deve decidere quale modello di sviluppo
economico vuole perseguire.
«Abbiamo promosso questo studio – sottolinea Valter Tamburini, Presidente della
Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – con un obiettivo preciso: dare voce
alle imprese e fornire alla politica strumenti decisionali basati sui dati, superando la logica
delle sensazioni. Il verdetto è inequivocabile: l’immobilismo è bocciato senza appello.
Cittadini e imprese chiedono sicurezza ed efficienza, ma con accenti diversi: se l’industria
privilegia il potenziamento stradale, il terziario e i giovani invocano una svolta verso
l’intermodalità. La vera sfida, oggi, non è scegliere una parte, ma governare questa
complessità con una visione di lungo periodo che assicuri competitività a tutto il nostro
sistema economico.»
«Puntare sulle soluzioni di mobilità sostenibile ha potenziali riflessi più ampi: un sistema di
trasporti efficiente favorisce l’attrattività dei talenti e genera un circolo virtuoso tra
formazione, impresa e innovazione», afferma il Professor Francesco Rizzi della Scuola
Sant’Anna, che, col supporto del suo team di ricerca composto dai ricercatori Francesco
Ghezzi e Giovanni Gesiot, ha guidato lo studio.
Seguire la domanda delle generazioni più giovani e dei settori a maggior valore
aggiunto significa investire in un sistema pubblico più efficiente, integrato e
sostenibile. Continuare sulla strada dell’espansione infrastrutturale tradizionale,
invece, comporta rischi elevati, costi non reversibili e benefici distribuiti in modo
diseguale. La scelta non è solo tecnica: è strategica, sociale e politica.
Camera di commercio della Toscana
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