(AGENPARL) - Roma, 1 Dicembre 2025(AGENPARL) – Mon 01 December 2025 COMUNICATO STAMPA
INFORMAZIONE, RAMPELLI (VPC-FDI): IL GIORNALISTA TOCCA VALORI COSTITUZIONALI
Agenzie di stampa siano sempre sostenute dallo Stato. Conflitti d’interessi
per ‘editori impuri’
“Se negli anni ’50 la necessità era quella di farsi capire dalla ‘casalinga
di Voghera’ oggi si afferma quella di discernere le notizie, difendersi
dalle fake news, saper selezionare le fonti. Notizie, dati, immagini
circolano con una rapidità senza precedenti. Una grande opportunità di
conoscenza che porta con sé nuove responsabilità, per chi l’informazione la
produce e per chi la consuma. In un contesto così denso e interconnesso, la
funzione del giornalismo professionale è decisiva. Sarebbe un errore se lo
Stato non esercitasse quel ruolo di sostegno alle agenzie di stampa perché
renderebbe più difficile la fruizione e la diffusione delle notizie”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio
Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo ai 75 anni della fondazione
dell’agenzia di stampa ‘Agi’.
“In questi ultimi 20 anni le agenzie che hanno chiuso sono troppe e molte,
pur lavorando, si trovano in difficoltà. Se è interesse primario
dell’editore far quadrare i conti, è altrettanto indispensabile valorizzare
i giornalisti, rinnovare e aggiornare i contratti, identificare e
catalogare le nuove mansioni”.
“Ricordo ancora che l’attività del giornalista all’art. 21 tocca un valore
costituzionale. Occorre difendere l’informazione sempre per quanto a taluni
risulti difficile farlo quando le opinioni espresse cozzano con le proprie,
a maggior ragione quando ‘dà fastidio’. I recenti episodi d’intolleranza e
violenza ai danni del quotidiano La Stampa o del conduttore di Report
preoccupano. Qualcuno la vorrebbe asservita ai propri desideri e non ne
tollera la libera espressione. Grave”.
“Sarebbe però ingenuo rimuovere l’altro grande problema dell’editoriali:
l’autonomia. Paolo Murialdi nel suo saggio ‘Storia del Giornalismo
italiano’ ricorda come nel 1966 un settimanale non certo rivoluzionario
come Civiltà Cattolica scrisse: “C’è in Italia un’assoluta libertà di
stampa. Ma dov’è la stampa libera?”.
“Si profila insomma un mostro, il rischio della subordinazione agli
interessi di editori che non investono con passione in questo settore.
Piuttosto lo usano per perseguire altri obiettivi legati all’economia, alla
finanza e a quel potere che assoggetta l’informazione al controllo politico
delle segreterie dei partiti. Fino a qualche tempo fa l’espressione
‘conflitto d’interessi’ era ritagliata a misura di un politico imprenditore
e se ne faceva un parlare forse esagerato, oggi che il rischio è
stratificato e trasversale, non se ne parla più e si lascia a questo
meraviglioso e contraddittorio mondo la responsabilità di zigzagare tra
potere e libertà, una gara di slalom più impegnativa delle Olimpiadi
invernali di Cortina”.
“Argomento scivoloso – ha concluso Rampelli – che voglio solo evocare
perché sarebbe ipocrita non farlo, omaggiando quei giornalisti e quegli
editori due volte liberi che difendono con le unghie e con i denti la
propria indipendenza per servire la verità”.