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Alla redazione con preghiera di pubblicazione. Grazie e buon lavoro.
Oggetto: comunicato stampa
Giovedì 4 dicembre si parlerà di Bosnia ed Erzegovina nella
sala civica di Albinea
ALBINEA (1 dicembre 2025) – Giovedì 4 dicembre la sala civica di Albinea (via
Morandi 9) ospiterà un altro appuntamento del festival Balkanika. Alle ore 20.30 ci
sarà “Custodi della memoria: Bosnia ed Erzegovina 1995-2025”, con Ajla Fazlić e
Hanan Alić del Museo dell’Infanzia di Guerra di Sarajevo.
Nato nel 2017 il War Childhood Museum ricorda i bambini colpiti dalla guerra in
Bosnia Erzegovina e non solo con gli oggetti e le storie di chi è sopravvissuto e di
chi è stato ucciso. Oggi il museo ha una collezione di più di 6mila oggetti, ciascuno
accompagnato dalla storia di chi lo ha preservato e dei motivi per cui lo ha fatto.
Provengono non solo da Sarajevo, ma da tutta la Bosnia Erzegovina, e da diversi
altri paesi in cui si sono combattute guerre in anni più recenti: tra gli altri la Siria,
l’Afghanistan, l’Ucraina, lo Yemen, Gaza e molti altri luoghi.
A seguire è in programma la presentazione della mostra “Dove c’era l’argento
nascono i fiori bianchi” con il fotografo Savino Carbone. Successivamente ci sarà un
dialogo a più voci sulla Bosnia Erzegovina di ieri e di oggi, a partire dalle immagini
della stessa mostra scattate in occasione del trentennale del genocidio di
Srebrenica: dialogheranno con Savino Carbone, il sindacalista, attivista e volontario
durante il conflitto in Bosnia Erzegovina, Francesco Bini e la giornalista Simona
Silvestri, autrice de “Il Paese che non c’è. La Bosnia Erzegovina tra transizione,
contraddizioni e diritti negati”(Infinito edizioni). Modereranno Tamara Cvetkovic e
Andrea Cortesi di Isco Emilia-Romagna.
Trent’anni fa, a Srebrenica, l’Europa conobbe il buio più profondo. Da allora, il
silenzio tra le montagne racconta di un trauma che non smette di sanguinare.
Savino Carbone si muove tra i sopravvissuti della comunità bosniaca, inseguendo la
fragile linea che separa la vita dei sopravvissuti dai fantasmi del passato. In Bosnia
Erzegovina oggi, accanto al dolore, si affacciano nuove paure: il negazionismo, le
retoriche etno-confessionali, le tensioni che ancora attraversano il paese pensato a
Dayton.
Marco Barbieri
