(AGENPARL) - Roma, 28 Novembre 2025(AGENPARL) – Fri 28 November 2025 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
TS 28/11/2025
PER I “LUNEDÌ DELLO SCHMIDL” LUNEDÌ 1 DICEMBRE 2025 ALLE
ORE 17.30 ALLA SALA BAZLEN DI PALAZZO GOPCEVICH OMAGGIO AL
GRANDE ATTORE E DOPPIATORE, OMERO ANTONUTTI
È dedicato a Omero Antonutti (1935-2019) l’appuntamento di lunedì 1 dicembre
2025, alle ore 17.30, alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4), per il
cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», il ciclo di incontri e approfondimenti a cura di
Stefano Bianchi che il Museo Teatrale da vent’anni offre al pubblico dei cultori della
musica e del teatro.
Nella ricorrenza del novantesimo anniversario della nascita del grande attore
teatrale, cinematografico e televisivo, nonché celebre doppiatore, friulano d’origine e
triestino d’adozione, è stata allestita la scorsa estate nella sede nel Museo la mostra
«Il tempo di Omero. Voce, corpo, sguardo di Antonutti», realizzata
dall’Associazione Casa del Cinema, con il contributo della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, in co-organizzazione con il Comune di Trieste e in collaborazione
con l’Associazione Culturale Omero Antonutti.
L’appuntamento di lunedì sarà l’occasione per sfogliare il catalogo della mostra
con chi l’ha ideata e curata. Introdotti da Stefano Bianchi, intervengono Franco Però,
Daniele Terzoli, Paolo Quazzolo, Massimiliano Spanu e Graziella Moreale
Antonutti.
Formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica annessa al Teatro Stabile ‘Città di
Trieste’, dopo il debutto nel 1959 con un ruolo in L’ispettore generale di Gogol,
Omero Antonutti prende parte alla messinscena di alcuni spettacoli memorabili come
il goldoniano Arlecchino servitore di due padroni con la regia di Fulvio Tolusso (1961),
La dodicesima notte di Shakespeare, diretto da Giovanni Poli (1961), Un marito di
Italo Svevo diretto da Sandro Bolchi (1962).
Nel 1962 inizia una lunga collaborazione con il Teatro Stabile di Genova diretto da
Ivo Chiesa, sotto la regia di Luigi Squarzina; sarà protagonista di spettacoli
fondamentali per la storia del teatro italiano del dopoguerra, assieme ad attori del
calibro di Lina Volonghi o Alberto Lionello, quali I due gemelli veneziani di Goldoni
(1963); La coscienza di Zeno (1964) e Il fu Mattia Pascal (1974), entrambi nella
riduzione di Tullio Kezich; Ciascuno a suo modo di Pirandello (1964); Baccanti di
Euripide (1968); Una delle ultime sere di carnovale di Goldoni (1968); e soprattutto
Cinque giorni al porto di Luigi Squarzina (1969), una celebre edizione dei Rusteghi
goldoniani (1969), Madre Courage di Bertolt Brecht (1970). Gli ultimi spettacoli
teatrali vedono Antonutti impegnato con Luca Ronconi nell’allestimento di due testi
ibseniani: L’anitra selvatica (1977) e John Gabriel Borkman (1982), quest’ultimo per la
Al cinema esordisce nel film Le piacevoli notti (1966) di Armando Crispino, al
fianco di Vittorio Gassman, Gina Lollobrigida e Ugo Tognazzi; negli anni Settanta
interpreta ruoli significativi in titoli come La donna della domenica (1975) di Luigi
Comencini e Anno uno di Roberto Rossellini. La consacrazione sul grande schermo
avviene nel 1977 con Padre Padrone dei fratelli Taviani, Palma d’Oro al Festival di
Cannes; la collaborazione con i due registi toscani proseguirà con La notte di San
Lorenzo (1982), Kaos (1984), Good Morning Babilonia (1987). Dopo il riscontro alla
Mostra del Cinema di Venezia nel 1980 con il monumentale Alessandro il Grande di
Theo Angelopoulos, la sua parabola prosegue sulle scene internazionali, e in
particolare in Spagna, con film importanti come El Sur (1983) di Victor Erice, El
Dorado (A peso d’oro, 1988) di Carlos Saura, El maestro de esgrima (Il maestro di
scherma, 1992) di Pedro Olea. In Svizzera, per il regista Villi Herman, è protagonista
in Matlosa (1981) e Bankomatt (1989). In Italia è spesso coinvolto in ruoli intensi e
drammatici in film di impegno civile: riveste i panni del faccendiere Michele Sindona
in Un eroe borghese (1995) di Michele Placido; del banchiere Roberto Calvi in I
banchieri di Dio – Il caso Calvi (2002) di Giuseppe Ferrara; del Presidente della
Repubblica Giuseppe Saragat in Romanzo di una strage (2012) di Marco Tullio
Giordana; del padre di Craxi in Hammamet (2020) di Gianni Amelio.
Fortissimo è inoltre il suo legame con il territorio, che nel corso degli anni lo ha
visto recitare nell’opera televisiva L’isola (1983) di Pino Passalacqua, tratto da un
racconto di Giani Stuparich (realizzato con la consulenza di Callisto Cosulich, vede per
la prima volta Antonutti recitare in dialetto triestino sullo schermo); in La frontiera
(1996), girato nel Quarnero per la regia di Franco Giraldi; e in La ragazza del lago
(2007) di Andrea Molaioli, ambientato sulle sponde dei laghi di Fusine. Gli anni
Duemila vedono nella carriera di Antonutti un ampio intreccio di attività tra schermi e
palcoscenici. Tra le principali, Opera 1999, con il complesso musicale di Goran
Bregović; Oedipus Rex di Cocteau al Teatro dell’Opera di Roma (2005) con la regia di
Squarzina; la serata Omaggio a Pasolini (2015), per il quarantennale della scomparsa
dello scrittore friulano, documentata in un CD Decca. Fondamentale la sua presenza
in spettacoli quali La memoria dell’offesa (1995) di Renato Sarti, realizzato alla Risiera
di San Sabba di Trieste al fianco di Giorgio Strehler, o Genius loci (2016) prodotto
dallo Stabile del Friuli Venezia Giulia nell’anniversario del terremoto del Friuli. È più
volte protagonista al Mittelfest di Cividale del Friuli, in Danubio di Claudio Magris con
la regia di Giorgio Pressburger (1997); Eclisse totale di Pia Fontana, con la regia di
Franco Però (2009); Strolic su testi di Piero Zorutti (2013).
L’ingresso alla manifestazione è libero libero fino ad esaurimento di posti
disponibili.
COMTS
