(AGENPARL) - Roma, 27 Novembre 2025Fenomeno inarrestabile è ancora quello delle dipendenze giovanili, spesso radicate in mancanza di ascolto, di fiducia nel prossimo, di presenze solide e costanti nella loro vita, assenza di punti di riferimento.
Molti adolescenti sono alla ricerca di emozioni, sensazioni che li facciano sentire vivi, compresi, liberi dal peso che portano dentro. Accade che quel “qualcosa” finisca per trasformarsi in una catena indissolubile.
Consumo di sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo, abuso dei social o dei videogiochi, abuso di alcol, diventano segnali di allarme di un disagio molto profondo. Non comportamenti da condannare e giudicare, ma sintomi di un malessere più profondo, che troppo spesso la società ignora o tende ad affrontare solo quando è ormai tardi.
Dietro ogni dipendenza c’è una storia, un bisogno non ascoltato, un grido silenzioso che chiede attenzione, riconoscimento, vicinanza. Per questo, oggi più che mai, è necessario un nuovo patto educativo e sociale che rimetta al centro la persona, e in particolare i giovani. Un impegno collettivo che unisca famiglie, scuole, istituzioni e realtà del territorio per costruire risposte vere, non solo emergenziali al fine di investire negli adolescenti e contribuire a costruire un’identità ben più solida e in grado di rispondere alle intemperie della vita.
Meritocrazia Italia invoca da sempre una rivoluzione culturale che rafforzi la società intera e che sia in grado di tutelare pienamente gli adolescenti spesso denotati da una fragilità invisibile. Per tale motivo propone di:
– rafforzare i centri di ascolto scolastici e territoriali, dotandoli di figure professionali competenti (psicologi, educatori, counselor), consentendo la fruibilità dei servizi ad orari accessibili ai giovani e riducendo allo stretto necessario le attività burocratiche connesse;
– investire nella formazione di docenti, genitori e operatori sociali al fine di fornire strumenti atti a riconoscere precocemente i segnali di disagio, incentivando un dialogo basato sulla fiducia e non sulla paura;
– riadeguare strutture esistenti e investire sul recupero di immobili dismessi, con valorizzazione di aree all’aperto, e spazi da destinare a biblioteche, sale studio, laboratori, centri sportivi e informatici, utile punto di riferimento non solo culturale ma anche sociale;
– rendere stabile la collaborazione tra scuola, servizi sociali, ASL, comuni e associazioni, attraverso tavoli permanenti e progetti condivisi di prevenzione, e rendere stabile la figura dello psicologo presso ogni istituto scolastico;
– promuovere campagne di sensibilizzazione che usino linguaggi vicini ai giovani — social, musica, arte, sport — per parlare di libertà, benessere e scelte consapevoli.
Le dipendenze non si vincono con i soli divieti o con campagne pubblicitarie. Si superano con la presenza, con l’ascolto, con la costruzione di relazioni sane e significative. Ogni ragazzo che si cede a una dipendenza è una sconfitta collettiva; ogni giovane che ritrova fiducia in se stesso è una vittoria della comunità. Rimettere al centro le persone, restituire senso, offrire speranza: questa è la strada per una società che non abbandona, ma accompagna. Perché i giovani non hanno bisogno di giudizio, ma di adulti capaci di esserci ed anche di istituzioni che non intervengano tardivamente, ma che imparino a tendere la mano ancor prima che il buio arrivi nella vita delle persone.
