(AGENPARL) - Roma, 27 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 27 November 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 27/11/2025, ore 17:50
Consiglio
Lavori Consiglio: Approvata la legge su habitat acquatici e pesca
**Via libera con 18 sì e 13 astensioni al disegno di legge della Giunta (ass. Walcher) Modifica della legge provinciale 13 febbraio 2023, n. 3, “Tutela degli habitat acquatici ed esercizio sostenibile della pesca”; approvate due mozioni della SVP su Fondi per l’agricoltura e Distanze nei cimiteri. La seconda sessione di novembre è terminata. Martedì 2 dicembre la presentazione della relazione programmatica del presidente Kompatscher nell’ambito della manovra di bilancio 2026. ** L’ass. Luis Walcher ha presentato questo pomeriggio, in Consiglio provinciale a Bolzano, il Modifica della legge provinciale 13 febbraio 2023, n. 3, “Tutela degli habitat acquatici ed esercizio sostenibile della pesca” (presentato dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore Luis Walcher), con il quale si propongono delle modifiche necessarie per l’emanazione del relativo regolamento di esecuzione. Esso prevede adeguamenti alla normativa concernente la riduzione di valore delle concessioni idriche. Tra il resto, viene introdotta la definizione “interventi su acque da pesca”, relativamente a lavori di ogni tipo effettuati in alveo bagnato delle acque da pesca, come lavori di costruzione, di estrazione di materiale, lo svaso e lo sgombero dal ghiaccio di bacini e altri invasi artificiali; vengono poi previste precisazioni relative ai canoni per il rilascio delle concessioni per i diritti di pesca provinciali ea una semplificazione amministrativa, disponendo che solo l’organizzazione maggiormente rappresentativa a livello provinciale dei soggetti titolari di diritti di pesca, acquacoltori/trici e pescatori/trici potrà chiedere contributi. Altre modifiche riguardano le semine (immissione di pesci), i permessi di pesca e il recupero di pesci in situazioni d’emergenza, nonché il fondamento giuridico della commissione per l’esame di pesca. L’assessore Walcher ha ricordato che in provincia ci sono 12.000 pescatori, e che la pesca ha qui lunga tradizione. Ha illustrato, tra l’altro, le modifiche relative alla commissione per l’esame di pesca, che potrà riconoscere anche gli attestati da fuori provincia.
Josef Noggler, presidente della II commissione legislativa, ha rinunciato alla lettura della relativa relazione, spiegando che in quest’organo il disegno di legge aveva ricevuto parere favorevole con 4 sì e 4 astensioni. Di seguito, non essendoci interventi nella discussione generale, è stato approvato con 18 sì e 10 astensioni il passaggio alla discussione articolata.
I 13 articoli sono stati approvati a maggioranza senza discussione (tranne una domanda su termini in tedesco fatta dal cons. Knoll) né emendamenti.
Nell’ambito delle dichiarazioni di voto, l’ass. Luis Walcher ha ringraziato per la velocità con cui era stato trattato il disegno di legge, precedentemente anche in commissione legislativa, e per la fiducia dimostrata. Ha ringraziato anche a nome di pescatori e pescatrici della provincia: ridisciplinare il regolamento d’esecuzione, ha spiegato, porterà maggiore chiarezza.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha elogiato il presidente della commissione per la conduzione dei lavori, ricordando che ci si era preparati bene e che lo stralcio del comma 7 dell’articolo 4, molto discusso, aveva snellito la trattazione.
Messo in votazione, il dlp 55/25 è stato approvato con 18 sì e 13 astensioni.
Franz Locher (SVP) ha quindi presentato la Meno soldi, meno agricoltura (presentata dai conss. Locher, Deeg, Schuler, Stauder e Noggler il 06/11/2025), con la quale chiedeva di invitare la Giunta 1. ad adoperarsi affinché nel corso della predisposizione del bilancio UE 2028-2034 le zone rurali, sulla base delle loro esigenze attuali e future, ottengano il miglior finanziamento possibile per poter continuare a svolgere la loro funzione anche in futuro; 2. ad elaborare, nell’ambito dell’approvazione del PSR Piano di Sviluppo Rurale), misure specifiche per le zone montane e boschive più estreme, in modo che anche in futuro sia possibile la loro gestione. Locher ha ricordato che l’agricoltura è un importante settore economico di tutti i Paesi dell’Unione Europea e continuerà a esserlo anche nel futuro. Per questo motivo, da decenni la quota destinata all’agricoltura rappresenta una delle voci più consistenti del bilancio europeo: la maggior parte dei fondi è destinata alla politica agricola comune (PAC), grazie alla quale viene garantito un reddito di base agli agricoltori, vengono rafforzate le aree rurali e, negli ultimi anni, viene promosso un numero sempre maggiore di misure a tutela dell’ambiente e del clima. Tuttavia, ripercorrendo a storia del bilancio agricolo europeo, nato nel 1958, si evidenzia un continuo ridimensionamento: i fondi assegnati all’agricoltura sono passati dal 70% dell’intero bilancio degli anni ‘70 all’attuale 31%; la proposta per il quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE per il periodo 2028–2034 prevede un bilancio di 2.000 miliardi di euro, con incremento di fondi del 50%, ma per l’agricoltura è previsto un 25% in meno. Inoltre, a partire dal 2028 gli Stati membri diverranno gestori dei fondi, invece che meri esecutori, con rischio di un aumentato potenziale di un conflitto politico sul piano nazionale. Per questo, è necessario un rapido intervento anche da parte delle amministrazioni locali.
Paul Köllensperger (Team K) ha chiarito che la quota dei pagamenti diretti agricoli sul bilancio dell’UE ammonta a circa un terzo – e da essi dipendono decine di migliaia di ettari di superfici agricole in Europa. L’aveva sorpreso che Locher non avesse fatto riferimento alla prevista adesione dell’Ucraina all’UE in tal caso, infatti, le sovvenzioni europee andranno anche alla ricostruzione della superficie agraria dell’Ucraina; gran parte delle superfici qui coltivate sono gestite da fondi della UE e non è un caso che il piano di pace preveda questa adesione: qui rischia non solo l’agricoltura altoatesina, ma tutta l’agricoltura europea, e che la UE accetti tutto questo significa che i suoi leader sono incapaci.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) si è rammaricato che i rappresentanti contadini della maggioranza non avessero sostenuto una propria mozione per il trasporto scolastico dai masi. Le piccole aziende di montagna non possono concorrere con quelle della pianura padana, per questo i contadini devono attivarsi con creatività. Ha quindi sostenuto la proposta.
Dai banchi dei consiglieri, il presidente Arnold Schuler (SVP) si è rifatto a quanto sostenuto da Köllensperger, dandogli ragione. Attualmente, i terreni agricoli sono diventati oggetto di speculazione, al fine di ottenere i premi UE: si può acquistare una superficie agricola nell’Europa dell’est per 1 e/mq, ottenendo 300 € di premi: le superfici vengono quindi acquistate a scopo speculativo, non per coltivarle. Le superfici agricole in Ucraina sono enormi; già ora in Europa i piccoli contadini e le aziende famigliari non ricevono nulla perché hanno una superficie troppo piccola: c’è bisogno di un nuovo orientamento della PAC al fine di rafforzare le piccole aziende, non i grandi proprietari.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che i contadini non vogliono vivere di contributi, ma ciò che producono: non bisogna quindi puntare solo sulle indennità. Giusto quanto detto sull’Ucraina e le sue grandi superfici, ma l’Alto Adige deve fare i compiti a casa e responsabilizzarsi: se le aziende preferiscono acquistare il latte Parmalat invece che quello locale, allora c’è un problema. Bisognerebbe pagare il giusto i prodotti locali. Bisogna modificare il punto 1. perché l’ass. Walcher non può attivarsi nella commissione bilancio europea, bisogna eventualmente trasformarlo in voto.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha ritenuto che l’intento del presentatore fosse comunicare che qualcosa doveva essere fatto, ma non specificasse al punto 2. quali misure dovevano essere introdotte. Non è l’Alto Adige che classifica i territori, ma gli Stati membri, e quando un territorio è classificato come svantaggiato, si ottiene un’indennità. L’unione europea sta pagando delle indennità per queste superfici, bisogna parlarne apertamente, altrimenti lo si farà in fase di bilancio.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA) ha chiarito che è difficile trovare delle persone che lavorino in zone svantaggiate, e ha trovato problematico rivolgersi alla UE, che ha un comportamento distruttivo e che ha creato problemi che altrimenti sarebbero. I contadini non hanno bisogno di soldi, ma di vivere di ció che producono, senza essere vittime di una burocrazia senza fine: Lui viene controllato tre volte l’anno da uno studente di agraria di Innsbruck che non ha mai toccato la terra, questo è assurdo
L’ass. Luis Walcher ha chiarito che la provincia di Bolzano è una di 280 regioni, e negli ultimi 20 anni è riuscita a preservare il 99% delle aziende, come non è accaduto altrove. La mozione ha intenzioni serie e sincere, perché le ripercussioni della PAC dureranno per 8 anni. In Alto Adige si è investito nelle diverse valli, in strutture, attrezzature e innovazione, e anche grazie al sistema delle cooperative che ha funzionato bene, le piccole aziende locali si sono mantenute. L’adesione dell’Ucraina per le aziende altoatesine comporterá grossi problemi, ma certi accordi hanno aiutato, come per esempio quello per la vendita delle mele fuori dalla UE. Ora si tratta di capire quante risorse saranno a disposizione; il compito ora – e si è già al lavoro – è quello di confermare, insieme all’europarlamentare altoatesino e all’Italia, i precedenti fondi della PAC. Il problema dell’amministrazione da parte dei singoli Paesi sarà una sfida non solo in Italia, ma anche in Germania o Austria; c’è da ribadire anche la mancanza di personale. Alcune aziende trovano nicchie di mercato che permettono loro di sopravvivere e anche nuovi canali di distribuzione; i contadini – è vero – vogliono vivere dei propri prodotti, ma purtroppo non ci riescono, per via dei pezzi che ottengono e delle difficoltà di smercio. Tramite i rappresentanti in Europa e a Roma si è attivi per migliorare la situazione, e fare in modo che le aree di montagna vengano considerate, cosa messa in pericolo dalla gestione centralizzata a Roma, come a Vienna e a Berlino. Si lavora in collaborazione con il Trentino. L’assessore ha detto a Wirth Anderlan che il modello cooperativo ha permesso di limitare la burocrazia. Non si potrà mai concorrere con l’agricoltura di altre aree, per questo si punta sulla qualità. Franz Locher ha ritirato il punto 1., con l’intenzione di presentare un voto a gennaio. Ha quindi apprezzato l’ampia partecipazione, e considerato che l’ingresso dell’Ucraina in Europa non cambierà il fatto che la provincia di Bolzano è veramente piccola in questo contesto, un problema che riguarda anche altre regioni, come la Stiria. Ha poi fatto riferimento ai premi, pagati per ettaro, senza differenziare, e ha detto che la UE complica le cose, ma ha portato la pace in Europa e prodotti alimentari accessibili a tutti. Con l’approvazione della mozione, ha concluso, il Consiglio provinciale lancerá un segnale importante. La mozione è stata messa in votazione senza il punto 1) e approvata con 26 voti e 4 astensioni.
Con la Cimiteri – Distanze minime e profondità delle tombe (presentata dal cons. Stauder il 16/07/2024), Harald Stauder (SVP), evidenziando che le regolamentazioni cimiteriali e il settore funerario sono disciplinate da una combinazione tra disposizioni nazionali e regionali, che hanno come base il Decreto del Presidente della Repubblica n. 285/1990 (D.P.R. 285/1990), che stabilisce le norme igienico-sanitarie per i cimiteri e le attività funerarie a livello nazionale e prevede anche una profondità minima delle tombe di 2 metri e una distanza minima di 50 cm tra le tombe, segnalava che le province hanno la possibilità di adeguare tali disposizioni attraverso leggi e regolamentazioni regionali, per far fronte al crescente fabbisogno di suolo e alla sua limitata disponibilità nei cimiteri: ad esempio, l’Emilia-Romagna, il Veneto e la Lombardia hanno ridotto la profondità minima delle tombe a 1,5 metri e la distanza minima tra le tombe a 30 cm, e la vicina Provincia di Trento ha rivisto le disposizioni sulla distanza e la profondità minima. Egli ha quindi proposto di incaricare la Giunta di elaborare soluzioni per le problematiche citate nelle premesse insieme al Consorzio dei Comuni.
Dai banchi dei consiglieri, l’ass. Luis Walcher (SVP) ha ricordato di aver avuto la competenza sul cimitero in Comune, e che si tratta di un tema di natura igienica e di salute pubblica. Ha detto che la proposta sulla distanza va bene, ma la profondità di due metri ha un senso, anche per la tutela dell’igiene e delle acque freatiche. La cosa migliore sarebbe ridurre la tumulazione nella terra, ma si tratta di una tradizione cui la popolazione è abituata.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto la mozione, ritenendola importante. Il cimitero di Villandro, ha detto, è un biglietto da visita, ma il grande problema sono le distanze e la possibilità di ampliamento. Nel 2009, a seguito delle leggi statali si è rischiato di perdere questo cimitero, tanto che egli stesso aveva promosso una raccolta di firme. Ha quindi ribadito sostegno alla mozione, augurandosi in futuro sostegno per le proprie.
Per Franz Ploner (Team K), la profondità di due metri va rispettata per via di un processo di decomposizione che non deve arrivare in superficie, così come la distanza di 50 cm è necessaria per evitare di portare materiale sulla tomba vicina. Bisogna stare attenti con queste mozioni: le norme igieniche vanno rispettate.
Bernhard Zimmerhofer (STF) ha chiarito che la maggior necessità di superficie per i cimiteri riguarda soprattutto le città, e che oggi molte salme vengono cremate, richiedendo meno spazio. Certe tombe non vengono più curate perché mancano parenti in vita o non ci sono le concessioni, quindi si liberano dei posti.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che al di là degli aspetti igienici ci vuole pragmatismo: a Scenna, il cimitero si trova su una collina, magari sotto a 1,90 m si trova la roccia. I Comuni sanno come gestire le tombe, e nessuno si fermerá a 20 cm, l’importante è non ricorrere alla regolamentazione statale, cui le vecchie tombe famigliari non corrispondono più. Ha riferito del problema della mancanza di addetti in provincia: in occasione del funerale dello zio aveva dovuto chiamare, per lo scavo, una ditta di Verona, e poi gli stessi famigliari avevano dovuto scavare. I cimiteri non sono più curati come una volta. La mozione sarà sostenuta.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ricordato di essere cresciuta a Montagna sulla strada che porta al cimitero. La formula usata nella parte dispositiva, ha aggiunto, si potrebbe usare anche in occasioni future. Non era contro la mozione, ma si interrogava sullo sviluppo della tematica: bisogna pensare che molti cimiteri sono su terreni in pendio, nonché al fatto che la cultura funeraria cambia.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha detto che anche lui aveva avuto la delega ai cimiteri, e nella città di Bolzano, mancando terreni e dal momento in cui la religione cattolica aveva dato l’ok alle cremazioni, l’80% delle salme venivano cremate. Questa procedura dovrebbe essere maggiormente promossa anche nelle altre aree della provincia, senza creare un nuovo crematorio, ma potenziandolo, parlandone con il Consorzio dei Comuni e abbassando i costi per la cremazione per chi non è del Comune di Bolzano, attualmente più alti di quelli per i residenti. In questo modo, il problema degli spazi si relativizza.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha chiarito che oggi si crede sempre meno, anche se molte persone preferiscono la tumulazione tradizionale. Nel cimitero del suo paese ci sono molti posti liberi, proprio perché viene meno il rito funerario, e la cremazione è preferita.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha ricordato che da assessore a Merano aveva la competenza per l’ambiente, e anche per i cimiteri, aggiungendo che e da un cimitero si può capire anche lo sviluppo di una società: a Merano ci sono quelli della comunità ebraica e cattolica, quello militare, quello per i musulmani, ambiente che comprendeva anche i cimiteri. I diversi cultí hanno diverse cerimonie e tradizioni funebri. Sarà interessante vedere come la discussione verrà portata avanti con il consorzio dei Comuni.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha trovato il tema interessante, ribadendo che la tradizione cimiteriale differisce per ogni cultura. Anche su questo tema si potrebbe creare un tavolo di confronto interreligioso, confrontandosi su diverse esigenze. Ha quindi ricordato il parco delle religioni lungo l’Isarco, descrivendolo con un posto bellissimo: è importante conoscersi eroicamente e promuovere il dialogo interreligioso.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha ricordato che come componente del consiglio parrocchiale aveva spesso partecipato a discussioni, anche animate, sui regolamenti cimiteriali. Ha evidenziato che i cimiteri della provincia dimostrano una cultura della tradizione e della cura senza eguali. Non sapeva se il collega Stauder avesse preso spunto da un’occasione concreta per la propria proposta, ma era comunque importante confrontarsi sulla gestione cimiteriale con un occhio al futuro. ha annunciato sostegno alla parte dispositiva.
L’ass. Hubert Messner ha rilevato l’alto numero di interventi, dicendosi d’accordo con tutti: “Il tema riguarda ciascuno di noi, e il cimitero è un luogo di spiritualità”. La maggior parte dei comuni altoatesini si orientano a una regolamentazione quadro del Consorzio dei comuni del 2012, adeguata nel 2013 in relazione alle cremazioni e nel 2014 con riferimento alla collocazione delle urne. Il tema della dispersione delle ceneri suscita grande discussione. In quanto all’igiene, ha confermato quanto detto da Ploner. In futuro le cremazioni saranno sempre di più. La mozione sarebbe stata accolta. Harald Stauder ha ringraziato per tutti gli interventi su un tema emozionale che riguarda tutti. Se le urne possono essere sepolte a 40 cm nella tomba, questo è un passo avanti. Il Consorzio dei Comuni deve essere coinvolto nelle trattative, i piccoli Comuni hanno maggiori esigenze rispetto alle città, perché quelli grandi hanno maggiori superfici. In quanto alle imprese funebri, vero è che ci sono delle gare a cui a volte le imprese locali non partecipano, quindi arrivano imprese da fuori che si comportano in maniera meno rispettosa. Le procedure funerarie – è vero – sono diverse per ogni cultura, anche questo bisogna affrontare, stante la presenza di immigrati, ma senza rinunciare all’identità locale. La mozione è stata messa in votazione per parti separate, respinte le premesse con il titolo (15 no e 10 sì), la parte dispositiva approvata con 25 sì (unanimità).
Il presidente Arnold Schuler ha quindi dichiarato conclusa la seduta, e con essa la seconda sessione di novembre.
Il plenum del Consiglio provinciale di Bolzano torna a riunirsi martedì prossimo, 2 dicembre (14.30) per la presentazione della relazione programmatica del presidente della Provincia Arno Kompatscher. La discussione sulla manovra di bilancio 2026, contenuta nei disegni di legge provinciale “Legge di stabilità provinciale per l’anno 2026” (dlp ), “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2026-2028” (dlp ) e “Disposizioni collegate alla legge di stabilità provinciale per l’anno 2026” (), è in programma martedì 9 (14.30-18), mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 dicembre (sempre con orario 10-13 e 14.30-18 ed eventuali sedute notturne), fino alla definitiva approvazione dei disegni di legge. **MC**
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