(AGENPARL) - Roma, 27 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 27 November 2025 Bocciata (11 no – 7 sì) la mozione presentata dai consiglieri
regionali di centrodestra
(Acs) Perugia, 27 novembre 2025 – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha
bocciato con 11 no dei gruppi di maggioranza e 7 sì delle opposizioni
la mozione, presentata dai consiglieri regionali di centrodestra
Eleonora Pace, Paola Agabiti (FdI), Nilo Arcudi (Tp-Uc), Matteo
Giambartolomei (FdI), Enrico Melasecche (Lega), Laura Pernazza, Andrea
Romizi (FI) e Donatella Tesei (Lega), che chiedeva una revisione della
manovra fiscale della Regione Umbria. L’atto di indirizzo chiedeva
alla Giunta di “rivalutare i profili relativi alla manovra fiscale,
alla luce delle nuove evidenze contabili emerse e delle risorse
aggiuntive disponibili per la sanità, eliminando gli aumenti delle
aliquote, che avranno ripercussioni negative su famiglie e imprese”.
Illustrando la mozione in Aula, Eleonora Pace ha ricordato che
“l’attuale governo regionale ha introdotto l’aumento
dell’addizionale Irpef e Irap per un ammontare di 184 milioni di
euro, giustificando tale manovra con fantomatici ‘buchi’ e
‘ammanchi’ nei bilanci della sanità, successivamente risultati
inesistenti. Nel luglio scorso la Corte dei Conti ha depositato la
relazione di parifica al rendiconto generale 2024 della Regione
Umbria, evidenziando che lo scostamento apparente era frutto di
un’analisi che non comprendeva i risultati positivi della gestione
sanitaria accentrata e riscontrando l’eccessivo ammontare di
accantonamenti. Alla luce della sentenza n.150 della Corte
Costituzionale, l’accantonamento prudenziale di 14,2 milioni
effettuato dalla Giunta Tesei torna nella disponibilità del bilancio
sanitario regionale. A questi si possono aggiungere i circa 40 milioni
del Payback e l’incremento di circa 19 milioni della quota regionale
del fondo sanitario nazionale. I cittadini troveranno a gennaio un
conguaglio Irpef pesantissimo, che sarà parzialmente recuperato solo
grazie al taglio delle imposte deciso dal Governo nazionale. Abbiamo
più volte richiesto che i nuovi introiti della manovra venissero
vincolati alla sola spesa sanitaria ma neppure questo è stato
accettato mentre dalle risposte della presidente Proietti apprendiamo
che i conti della sanità sono ‘in linea con quelli del 2024’,
senza quindi alcun miglioramento finanziario. Inoltre le liste di
attesa sono raddoppiate, le assunzioni sono ferme a 220 unità sulle
700 promesse, i bilanci delle aziende restano in rosso. L’unica
novità proposta da questa Giunta riguarda l’aumento delle tasse,
che chiediamo di ritirare o almeno di rivedere”.
INTERVENTI
Donatella Tesei (Lega): “Torniamo a chiedere il ritiro di questa
manovra. Il fondo sanitario a disposizione della Regione Umbria può
contare su: circa 40 milioni del Payback, le risorse Arpa che
ammontano a più dei 14 milioni di cui si parla, l’incremento del
riparto regionale che porterà all’Umbria ulteriori 20 milioni, la
quota premiale di circa 30 milioni. Quindi la motivazione del prelievo
dalle tasche dei cittadini e delle imprese decade e la manovra deve
essere rivista. Le inefficienze della sanità oggi vengono definite
strutturali dalla presidente Proietti mentre durante la campagna
elettorale venivano imputate a noi. L’Umbria è già in grande
difficoltà e queste tasse azzereranno qualsiasi idea di sviluppo per
le imprese, mettendo in difficoltà le famiglie. Tutto ciò mentre
invece il Governo nazionale riduce le aliquote. E ricordiamo che la
prima versione della Manovra, approvata dalla Commissione, era da 322
milioni. La Giunta Proietti ha l’opportunità di ammettere di aver
sbagliato e di rivedere queste scelte, nefaste per la società
umbra”.
Enrico Melasecche (Lega): “Questa manovra è basata su una grande
falsità. La sanità umbra è stata presentata come vicina al disastro
e sull’orlo del commissariamento. A forza di affermare che la
sanità umbra era pessima la mobilità passiva è cresciuta, i medici
e gli infermieri se ne sono andati altrove. Avete preso in giro gli
umbri con dati falsi. Questa situazione è surreale e imbarazzante,
come la scelta di tassare redditi non certo elevati”.
Letizia Michelini (Pd): “Una volta arrivati al governo abbiamo
trovato dei conti sanitari disastrosi, con la necessità di reperire
oltre 200 milioni di euro tra tagli del Governo centrale, disavanzo
sanitario, fondo di dotazione e cofinanziamento dei progetti
comunitari. Tutto questo è chiaramente spiegato nella relazione alla
Manovra. Anche altre Regioni hanno dovuto approvare manovre fiscali
analoghe, che in Umbria è stata necessaria anche a causa del vostro
malgoverno. I conti delle aziende sanitarie sono in linea rispetto a
quelli di un anno fa perché abbiamo fermato una discesa verso il
basso. Nel 2024 la mobilità passiva ci è costata 36 milioni di euro
ed è stata causata dalla vostra pessima gestione della sanità”.
Matteo Giambartolomei (FdI): “Alla sfrontatezza e alle bugie non ci
sono limiti. Fin dalla campagna elettorale l’attuale maggioranza ha
utilizzato le menzogne. Solo oggi i cittadini si rendono conto delle
bugie che gli sono state raccontate. I consiglieri di minoranza, così
come gli umbri, vengono trattati da stupidi. Avete creato il terrore
del commissariamento della Regione. Avete prospettato eventi
terribili, tutti smentiti dalla Corte dei conti. I numeri che
riportate riguardano sempre la Giunta Tesei, come se quanto avvenuto
in precedenza non contasse. Avete creato il terrore del
commissariamento della Regione per giustificare le nuove tasse. Siete
stati smentiti da tutti, anche dalla Corte dei conti”.
Tommaso Bori (assessore): “Appare pretestuoso tornare sopra questi
aspetti e parlare sempre degli stessi argomenti. Bisognerebbe invece
preoccuparsi del futuro della Regione Umbria. Per sbloccare i 300
milioni di euro dei programmi comunitari serviva un cofinanziamento
del 18%, che non era stato previsto. I tagli decisi dal Governo per il
periodo 2025 – 2029 ammontano a oltre 80 milioni.
Il disavanzo della sanità regionale era di oltre 70 milioni di euro,
da ripianare in maniera obbligatoria. Ribadiamo che le risorse del
payback non possono essere utilizzate per il 2024 e la loro effettiva
entità non è nemmeno stata determinata, visto che le imprese non
hanno versato o lo hanno fatto in ritardo. In Umbria ad oggi sono
stati versati solo 6 milioni. La manovra fiscale mantiene invariate o
addirittura riduce le aliquote a due terzi degli umbri. I giovani
laureati, come buona parte della popolazione, si trovano nella fascia
che vedrà ridotte le aliquote. Il Governo si appresta ad approvare
decreti fiscali su vari ambiti. Questa sarà la base per attuare
l’autonomia finanziaria delle regioni. Un’autonomia che per
l’Umbria sarà molto complessa e rischia di danneggiarci in maniera
seria. Non ci saranno più trasferimenti ma una compartecipazione alla
fiscalità. Molte Regioni stanno apportando manovre fiscali di
correzione dei conti, come Piemonte, Abruzzo e Liguria, tutte guidate
dal centrodestra. Anche i criteri per l’assegnazione dei fondi del
trasporto pubblico sono in via di modifica. E l’Umbria perderà 10
milioni di euro, che coprirà con risorse proprie. Minori risorse per
le Regioni significano meno risorse per aziende e cittadini. Le scelte
inique e discriminatorie del Governo danneggiano le Regioni minori
come l’Umbria. La richiesta di una nuova manovra fiscale regionale
è solo propagandistica e non ricevibile, alla luce del disavanzo, del
cofinanziamento, del contributo alla finanza pubblica e dei fondi per
il trasporto locale. L’incremento del fondo sanitario per il 2026
comporta un vincolo legato ai rinnovi contrattuali del personale
sanitario e non comporta un aumento proporzionale del fondo sanitario
regionale. Un fondo che aumenta ma non in modo sufficiente per coprire
i costi. La sentenza della Corte costituzionale, rispetto ad Arpa,
libera risorse vanno nel conto sanitario del 2025 e non nel 2024. Se
noi fossimo rimasti inermi di fronte a queste problematiche non
avremmo potuto fare fronte ad interventi necessari, come la gara per
il trasporto pubblico locale”.
Eleonora Pace (FdI): “Abbiamo piena consapevolezza del dovere
istituzionale che ci viene richiesto. La nostra mozione non è
pretestuosa e non si basa sugli slogan. Dovreste essere una squadra di
governo ma continuate a mistificare i numeri. Ci è stato detto che
noi abbiamo lasciato 36 milioni di mobilità passiva dimenticando che
con la Giunta Marini si è passati da più 20 milioni a meno 4.
Consiglio di approfondire bene i numeri prima di lanciare accuse. È
vero che anche Governatori di centrodestra hanno aumentato le tasse ma
ammettendo di aver bisogno di maggiore gettito e non mascherando
questa scelta dietro ad un disavanzo inesistente. C’è la
possibilità di ritirare la manovra o almeno di rivedere queste scelte
per i prossimi anni”.
Enrico Melasecche (Lega): “Michelini e Bori hanno smentito quello
che hanno detto per un anno. La stangata quindi non era legata alla
sanità ma a tutt’altre ragioni. Noi abbiamo fatto di tutto per non
aumentare le tasse mentre da gennaio 150mila umbri pagheranno gli
aumenti decisi dalla presidente Proietti”.
Letizia Michelini (Pd): “Dal 2011 al 2017 l’Umbria è stata
Regione Benchmark per la sanità. E nel 2018 era prima tra le Regioni
Benchmark, seguita da Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Quindi la
Regione che è stata consegnata al Centrodestra aveva numeri in
ordine. Il deficit di 70 milioni sono certificati dal Mef”.
Cristian Betti (Pd): “Le spiegazioni del vicepresidente Bori sono
state chiare ed esaustive. Quindi dovrebbero finire queste versioni
fantasiose sui numeri della manovra fiscale. In sede di bilancio
potremo parlare degli importanti interventi che verranno attuati”.
Paola Agabiti (FdI): “Pare che questa manovra ora venga giustificata
per la necessità di cofinanziare i fondi comunitari. Ma negli anni
passati questo è avvenuto, le risorse sono state trovate, i bandi
sono stati fatti. Abbiamo lasciato 62 milioni per gli investimenti,
per le aziende. Nel Defr non c’è nulla di nuovo se non gli
interventi già previsti negli anni passati dalla Giunta Tesei. Gli
investimenti possono essere coperti anche con i mutui, non solo con
gli accantonamenti. Ci sono quasi 14 milioni di risorse libere che
potevano essere usate per cofinanziare la Pac”.
Eleonora Pace (FdI): “Continueremo a proporre atti per il ritiro
della manovra in ogni occasione. Ricorderemo per tutta la legislatura
che il vostro primo atto è stato mirato ad aumentare le tasse a
cittadini e imprese, senza migliorare in alcun modo i servizi
sanitari, per reperire risorse per finalità non ben definite”.
Fabrizio Ricci (Avs): “Le 4 aziende nel 2024 hanno registrato, con
meno 243 milioni, il loro peggior risultato finanziario. Bloccare la
caduta è quindi già un risultato, prima di iniziare a risalire.
L’aumento del fondo sanitario è solo nominale dato che tra il 2023
e il 2026 sono stati persi 17 miliardi. La situazione peggiorerà
ancora nel 2028, dato che la quota del fondo sanitario rispetto al Pil
scenderà ancora, avvicinandosi a quella relativa alle spese
militari”.
Laura Pernazza (FI): “La relazione della Kpmg, costata 1.600 euro a
pagina, spiega che il fondo di dotazione non è una partita
ascrivibile al Governo Tesei. Dal 2013 al 2019 il fondo ha perso 30
milioni. Questa mozione scaturisce dalla parifica della Corte dei
conti, dai fondi Arpa, dall’eccesso degli accantonamenti”. MP/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/81372
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