(AGENPARL) - Roma, 27 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 27 November 2025 RPT CORRETTA
(Acs) Perugia, 27 novembre 2025 – “L’Assemblea Legislativa umbra
assiste oggi a un atto di irresponsabilità politica senza precedenti.
Il centrodestra difende lo status quo di caos normativo imposto dal
Governo nazionale che sta affossando la transizione energetica in
Umbria”. Così in una nota i consiglieri regionali di maggioranza dopo
la bocciatura dell’inserimento all’ordine del giorno della mozione
urgente (per la quale è richiesto il voto di due terzi
dell’assemblea) che era volta a chiedere la revisione del
Decreto-Legge 175/2025 (Transizione 5.0) per la salvaguardia delle
Comunità Energetiche Rinnovabili, la tutela del paesaggio umbro e
delle aree idonee all’installazione di impianti a fonte energetiche
rinnovabili. “Un danno enorme per il sistema economico e sociale
regionale” dicono i consiglieri di maggioranza.
La mozione urgente, che mirava a dare alla Regione un mandato chiaro
per difendere il tessuto economico sociale umbro e la tutela del
paesaggio, necessitava dei due terzi dei voti per essere
calendarizzata. “Non avendo la maggioranza i numeri sufficienti da
sola, l’opposizione di centrodestra ha scelto di negare il dibattito e
bloccare di fatto ogni tentativo della Presidente di rivedere la
normativa – dicono i consiglieri di maggioranza – la destra, di fatto,
si schiera a difesa di un sistema che genera incertezza e
liberalizzazione selvaggia. Mentre il Governo nazionale, con le ultime
osservazioni arrivate dal MASE alla legge regionale n. 7 del 16
ottobre 2025 “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela
del paesaggio umbro”, abolisce le aree non idonee, la destra regionale
dice sì al caos”.
Il Decreto Legge 175/2025 emanato dal Governo la scorsa settimana ha
introdotto un nuovo scenario che delinea un quadro tutt’altro che
ordinato e definito, ponendo il territorio in balia di una totale
liberalizzazione. La modifica normativa ha infatti stabilito una
totale liberalizzazione per l’installazione di impianti agrivoltaici
di grandi dimensioni, eliminando la possibilità per le regioni di
individuare aree non idonee, precedentemente prevista dal DM 21 giugno
2024. In sostanza, le aree non idonee, che avrebbero garantito un’alta
probabilità di bocciatura dei progetti impattanti, non esistono più.
Il nuovo quadro normativo definisce solo un diverso regime
amministrativo, ma non aree interdette. Di conseguenza, alle regioni
non viene consegnato alcuno strumento per il governo del territorio,
specialmente in riferimento a progetti di impianti di grande taglia.
“L’atto compiuto dalla minoranza, non consentendo alla Giunta di
avviare un’azione di concertazione con il Governo nazionale, infligge
un danno pesantissimo ad aziende, imprese e territorio, poiché non
dà alcuna possibilità alla Regione di governare questo passaggio
cruciale. La mozione urgente chiedeva esplicitamente di garantire alle
regioni il potere di definire aree non idonee all’installazione di
grandi impianti eolici e agrivoltaici, al fine di tutelare i paesaggi
identitari dell’Umbria, in primo luogo le praterie sommitali dei
crinali appenninici e le aree agricole di pregio; consentire alla
Regione di definire ulteriori aree idonee, superando la previsione
attuale che preclude quasi la totalità del territorio regionale
(secondo le simulazioni, circa il 97% del territorio non sarebbe
annoverabile come ulteriore area idonea); salvaguardare i progetti di
piccola taglia comprese le Comunità Energetiche Rinnovabili.
La bocciatura della mozione difende invece la restrizione attuale
delle aree idonee, che rischia di avere un effetto diretto sul mercato
facendo schizzare alle stelle il prezzo dei terreni e rende
inapplicabili norme della Legge Regionale che miravano a raggiungere
gli obiettivi di autonomia energetica attraverso progetti di
piccola-media taglia nel rispetto e tutela del paesaggio umbro. A
Spoleto, in Valnerina, a Bevagna, ad Orvieto, o in qualsiasi altro
luogo che sarà devastato da mega impianti eolici e fotovoltaici, la
minoranza di centrodestra oggi nega l’opportunità di chiedere la
revisione normativa dando il via libera al saccheggio del nostro
paesaggio in nome della liberalizzazione totale. La destra sceglie
così di non tutelare l’Umbria, ma di difendere il caos del Governo
nazionale che toglie alla Regione il potere di decidere sul proprio
futuro”. RED/PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/81370
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