(AGENPARL) - Roma, 26 Novembre 2025(AGENPARL) – Wed 26 November 2025 Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
CERCANDO L’INVISIBILE
VOCI E VOLTI DELLA RESISTENZA ALLA POVERTA’
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Stampato a ottobre 2025 su carta riciclata
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Saluto del Vescovo
Rapporto sulle povertà 2024
La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro presenta, come ogni anno,
il rapporto sulle povertà nel territorio della nostra provincia e della
diocesi, alla luce del particolare osservatorio che è la Caritas
diocesana e le Caritas parrocchiali, a cui va il mio e nostro
ringraziamento.
Il tema con cui si intitola questo documento “Cercando l’invisibile”
vuole mettere a fuoco il problema, cioè l’“invisibile” e indicare il
percorso, quindi “cercando”. Si tratta di riconoscere, prendere atto e
a cuore la situazione delle diverse povertà nel nostro territorio e
insieme cercare per portare al “visibile” gli “invisibili”.
L’opera caritativa della diocesi, attraverso la Caritas, si colloca
quest’anno all’interno di tre coordinate: il giubileo, il cammino
sinodale, l’esortazione papale di Leone XIV.
La prima direttrice che illumina gli “invisibili” è delineata
dall’evento del Giubileo. Vivere l’anno santo, alla luce delle sue
origini anticotestamentarie, vuol dire mettere in atto quei processi che
possono ripristinare la giustizia e l’equità. Celebre è la pagina
evangelica e programmatica della missione di Gesù, inviato per
liberare i prigionieri, per ridare la vista ai ciechi e per rimettere in
libertà gli oppressi (Luca 4, 18). E il Giubileo nella storia della
Chiesa, a partire dal 1300, è diventato sempre più un appello a
ripristinare la giustizia, la pace, la dignità della persona. Il Giubileo
è dunque un evento decisivo per interpretare la missione della Caritas
nell’andare incontro agli invisibili, per fare giustizia e portare nuova
vita, accoglienza, equità, solidarietà e dignità.
La seconda direttrice capace di dare speranza agli “invisibili” è
l’esperienza del cammino sinodale delle Chiese in Italia che giunge in
questi mesi al suo punto di arrivo e ripartenza. L’esperienza del
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
sinodo significa ascolto vero e cammino condiviso: camminare
insieme. E con tutti.
Nessuno deve rimanere indietro. Ecco allora che il camminare
insieme che il Sinodo evoca comporta un appello alla Chiesa e anche
alla società civile a camminare insieme a chi è emarginato, solo,
povero, bisognoso, privo di libertà…, invisibile. Non sarà vera
esperienza di Chiesa se qualcuno rimanesse escluso. E abbiamo
imparato che la Chiesa deve andare col passo dei poveri.
L’ultima direttrice di riferimento è la recente Esortazione Apostolica
di Papa Leone XIV Dilexi te sull’amore verso i poveri, del 4 ottobre
2025. La parola del Papa incoraggia, conferma, orienta, delinea
l’impegno della Chiesa e dei cristiani verso i poveri. Papa Leone ci
ricorda che dobbiamo avere una attenzione per i poveri che sono da
accogliere e sostenere e insieme dobbiamo lasciarci evangelizzare dai
poveri. E aggiunge: “Il cristiano non può considerare i poveri come
un problema sociale: essi sono una questione familiare. Sono ‘dei
nostri’” (n. 104). Possiamo dunque osservare che fa parte della
vocazione della Chiesa questa attenzione ai poveri, agli invisibili,
senza la quale non ci sarebbe vangelo nella nostra vita e nella
comunità cristiana.
Ci auguriamo che il presente rapporto e la vita stessa della Chiesa
possa contribuire a “svegliare” tutti noi per vedere i poveri, i nostri
fratelli e sorelle bisognosi, perché mai più possano essere considerati
o sentirsi “invisibili”.
Si tratta di costruire comunità, come ho invitato a fare nel cammino
pastorale avviato in questi mesi, e non vi può essere comunità senza
vera fraternità e senza che tutti, anche i più emarginati e poveri,
possano essere mattone fondamentale di questa costruzione.
Arezzo, 21 ottobre 2025
+ Andrea Migliavacca
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
NOTE INTRODUTTIVE
Eccoci giunti alla presentazione di un nuovo Rapporto annuale sulle
povertà registrato dal network Caritas/Sichem e relativo al territorio
aretino. Continuiamo ad avere la percezione, confermata anche dai
dati registrati nel 2024, che una fascia sempre più numerosa di
cittadini viva nella così detta “fascia grigia” e che il livello medio del
benessere sociale si stia abbassando. Nel solo anno 2024, sono state
incontrate per la prima volta ben 378 famiglie/persone, vale a dire
soggetti sconosciuti in precedenza che proprio in questo anno si sono
mostrati con richieste di aiuto e di sostegno. È sicuramente una
minima parte di quel “sommerso” che sfugge e non si manifesta in
maniera visibile. Più volte negli anni abbiamo usato la definizione di:
“abituarsi a vivere al centesimo”. Difatti, basta che nella vita cambi
un fattore, sia esso lavorativo/reddituale o familiare/personale, che per
molti cittadini diventa difficile affrontare gli imprevisti e allora il
rischio di scivolare in forme di povertà relativa può costringere a
ridurre la qualità di vita. Purtroppo, soprattutto per persone singole
senza un’adeguata rete familiare, abbiamo assistito anche ad ingressi
in forme di povertà strutturale, che sono situazioni multiproblematiche
e che comportano periodi lunghi di riabilitazione. Non mancano però
gli esempi di persone combattive difronte al peso della vita, ed è a loro
che questo Rapporto vuole dare voce. Il ruolo di advocacy di chi opera
in Caritas (siano essi operatori o volontari) deve sempre di più incidere
nel promuovere i diritti di chi è più fragile. Anche il network
Caritas/Sichem, che negli ultimi anni è stato più volte sottoposto a
impegni pressanti, nel confermare quotidianamente la sua attenzione
verso i poveri, ha avuto un atteggiamento indomito, cioè di azione
operativa concreta che dà speranza e vicinanza. Non vogliamo che gli
“esclusi della storia” siano ancora una volta le fasce sociali più fragili
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e svantaggiate della società, lavoriamo perché si formino comunità
inclusive e solidali per il bene di tutti. Sappiamo bene quanto sia
diventato endemico affrontare in emergenza le povertà e le
emarginazioni. Dobbiamo sempre di più favorire dei percorsi di
conoscenza, di pianificazione e di programmazione, che abbiano il
merito di promuovere progettualità integrate e monitorate. Siamo
consci che i fenomeni di povertà suscitino spesso sentimenti di
compassione e/o di rifiuto, e che in molti si improvvisino conoscitori
e risolutori con troppa faciloneria. È nostra convinzione che senza
l’ascolto e l’accoglienza non sia possibile creare nuovi metodi
operativi o progettare specifici servizi di contenimento degli effetti
negativi delle fragilità umane. Siamo pertanto contenti che presso il
Comune di Arezzo sia attivo un Tavolo interistituzionale sulle “gravi
povertà” e che presto arriveremo all’apertura di una “Stazione di
posta” che avrà il merito di codificare una presa in carico integrale dei
soggetti in povertà estrema presenti in città.
Anche quest’anno la Redazione ha deciso di fare una pubblicazione
più contenuta, senza specifici focus di approfondimento, soprattutto
perché sono in corso riflessioni sulle future presentazioni. Di fatto, il
Rapporto di quest’anno va unito alla pubblicazione del Bilancio
Sociale 2024 dell’Associazione Sichem, che è un documento
importante di presentazione del suo operato in rappresentanza anche
della Caritas diocesana aretina. In questa pubblicazione, sono
comunque resi pubblici i dati aggregati che, al fine di una lettura
conoscitiva dei fenomeni di disagio, permettono comunque di avere
una fotografia istantanea della povertà nella nostra realtà territoriale.
Non è nostro intento presentare ricette magiche di soluzione dei
problemi, né avventurarci in prese di posizioni sterili di carattere
sociopolitico. Pertanto, oltre ai numeri, che rappresentano volti e storie
di vita, ci piace ricordare e ringraziare i tanti operatori e volontari, ma
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
anche sacerdoti, diaconi e laici, che lavorano in prima linea per
contrastare e possibilmente risolvere le tante forme di povertà.
Siamo alla ricerca dell’invisibile per dare voce ai volti che
incontriamo. Al titolo, è stato deciso di affiancare in copertina
l’immagine di un insieme di volti, che gridano speranza e voglia di
stare bene. Ogni essere umano affronta delle fatiche ma a volte il modo
in cui certe persone affrontano il peso delle proprie povertà è
veramente rispettabile. Nel 2024 sono state fatte 2086 registrazioni
nominali (19 utenti in meno rispetto al 2023). È un dato pressocché
costante che conferma che si può uscire dallo spettro della povertà ma
che altrettanto facilmente si può entrare nella spirale del disagio e del
bisogno, per questo risulta indispensabile cercare di promuovere e
accompagnare le persone verso percorsi strutturati di vera autonomia.
È noto a molti che questa utenza riguardi spesso esperienze di vita
complesse ma è giusto testimoniare che in molti non perdono la
speranza di essere nuovamente indipendenti nonostante le proprie
sofferenze.
Al di là dei numeri censiti, purtroppo è noto come la qualità della vita
per molti concittadini stia davvero peggiorando. La prassi
metodologica che continuiamo ad usare è quella che l’intera analisi
dei fenomeni di povertà si basi solo sui dati registrati attraverso
colloquio e ascolto personalizzato, e non sulla mole delle persone
incontrate nella realizzazione dei servizi. Siamo pertanto convinti che
nel corso del 2024, come avviene praticamente ogni anno, molte
registrazioni non siano state effettuate in maniera corretta e che quindi
molte persone, magari aiutate e sostenute concretamente, non siano
state conteggiate nell’analisi delle povertà che andiamo a presentare.
Ci appare pertanto giusto ricordarlo a sfinimento, l’analisi annuale
delle povertà locali si basa esclusivamente su dati visibili e registrati,
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
su codici fiscali nominali, su storie di vita che si rivolgono ai servizi
del network Caritas/Sichem. Come detto, nel corso del 2024 non solo
si è confermata e forse allargata una forma di povertà strutturale (si
calcola una base di circa 1500/1600 registrazioni fisse ogni anno delle
quali la stragrande maggioranza con presenza pluriennale) ma le
tipologie di richieste di aiuto appaiono sempre più complesse e
ingarbugliate. Se il trend di benessere sociale continuerà a scendere,
in un prossimo futuro nuove famiglie e persone saranno costrette a
uscire dal sommerso per richiedere, magari con vergogna e con rabbia,
forme di aiuto e di sostentamento.
Il sistema di registrazione degli accessi ai servizi Caritas/Sichem, che
si basa sulla raccolta dati tramite il metodo delle schede nominali, ha
coinvolto 35 Caritas parrocchiali su 45 esistenti. Nonostante sia un
sistema ampiamente perfettibile, ci pare giusto esprimere un caloroso
grazie a tutti quegli operatori e volontari che continuano a lavorare per
il bene comune senza avere i riflettori della ribalta puntati addosso.
Siamo ben consapevoli che un’organizzazione più diffusa e capillare
della rete Caritas porterebbe forse ad un’analisi dei dati sulle povertà
locale ben più allarmante, ma ci preme sempre di più puntare
l’attenzione sulle strategie che dovranno essere adottate per fare in
modo che sempre meno soggetti richiedano aiuti di sostegno in futuro.
Con la diciannovesima pubblicazione annuale, possiamo sostenere
con convinzione che se è vero che il “sommerso” può essere
preoccupante, è anche vero che il lavoro silenzioso e poco
riconosciuto di tanti operatori e volontari ha permesso di incontrate
ben 2086 persone/famiglie, delle quali il 35% di nazionalità italiana.
La pubblicazione del Rapporto annuale non rappresenta solo
l’impegno diocesano del servizio ai poveri ma è soprattutto un modo
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
per far conoscere all’opinione pubblica i tanti bisogni sociali che
quotidianamente vengono incontrati e ascoltati.
Il nostro ringraziamento finale va a tutti coloro che hanno permesso la
pubblicazione di quest’analisi sociale dei dati 2024.
La Redazione:
Andrea Dalla Verde
Debora Sacchetti
Hanno collaborato alla raccolta e al trattamento dei dati registrati
nel 2024: Luca Piervenanzi, Giampiero Menci, Manuela Esposito,
Lorenza Venturi, Gabriele Chianucci, Alessandro Buti e i volontari
delle Caritas parrocchiali
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
IL SISTEMA OPERATIVO DELLA CARITAS DIOCESANA
DI AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO
1 – I dati aggregati dell’anno 2024
Il Rapporto ci fornisce un’importante lettura dei principali fenomeni
di povertà registrati dal network Caritas/Sichem nel corso del 2024. È
pertanto nostro intento rendere pubblici i principali dati aggregati e
quelli specifici di un sistema di contrasto alle povertà che è sempre di
più fondamentale per il territorio aretino. Durante l’anno sono state
2.086 le persone e le famiglie nominalmente rilevate e censite.
Grafico 1.1 – Storico registrazioni utenti e suddivisione per sesso
Totale
Femmina
Maschio
Nel periodo 2015-2024, le registrazioni presso la Caritas diocesana
aretina hanno mostrato un andamento complessivamente stabile, dato
questo che obiettivamente può essere interpretato in vari modi. Ad
esempio, con una lettura critica/costruttiva, potremo affermare che
questo sistema di registrazione non sia stato in grado di intercettare
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nuovi bisogni e che pertanto abbia bisogno di essere rivisto e
potenziato. Oppure, che l’andamento generale delle registrazioni
annuali sia la conferma della presenza di una povertà strutturale ma
che sia ancora diffuso un certo benessere economico e sociale.
Nell’ultima decade, il picco di utenti registrati si è avuto nel 2020 con
l’arrivo del Covid-19 dove i censiti furono 2309. Ad esclusione di
questa annata, possiamo dire che tutti gli altri anni hanno avuto valori
molto simili. Da notare che la distribuzione per sesso evidenzia una
costante prevalenza delle registrazioni femminili rispetto a quelle
maschili in tutto l’arco temporale decennale. Complessivamente, i dati
mostrano un bisogno di supporto persistente e distribuito nel tempo,
con una leggera ma costante maggiore presenza di donne tra le persone
richiedenti aiuto. Anche nel 2024, infatti, resta confermata la maggiore
presenza femminile (53,4%).
Vediamo nel grafico seguente la distinzione per nazionalità delle
2.086 persone incontrate:
Grafico 1.2 – Principali nazionalità rilevate
Italia
Marocco
Romania
Albania
Nigeria
Bangladesh
Pakistan
Rep. Domenicana
Tunisia
Ucraina
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Il grafico relativo alle principali nazionalità rilevate evidenzia una
netta prevalenza di cittadini italiani, che costituiscono il gruppo più
numeroso con 735 persone (35,2%). Seguono, con un distacco
significativo, persone di origine marocchina (12,8%), rumena (8,7%)
e albanese (6,6%). Interessante riportare come tra le 2086 persone
siano state registrate ben 65 nazionalità differenti. Questo dato
conferma come il servizio offerto da Caritas/Sichem sia un punto di
riferimento per l’inclusione e il sostegno sociale in un contesto
territoriale sempre più eterogeneo e multiculturale.
Nel grafico seguente riportiamo l’andamento delle registrazioni delle
prime tre nazionalità nel corso degli ultimi 5 anni, per avere una lettura
dell’andamento della loro presenza presso i vari servizi.
Grafico 1.3 – Andamento registrazioni prime nazionalità nell’ultimo
quinquennio.
37,0%
37,1%
35,2%
33,0%
35,2%
Italia
13,0%
12,6%
12,4%
13,2%
12,8%
Marocco
Romania
L’analisi del quinquennio 2020–2024 evidenzia la costante
predominanza di cittadini italiani tra gli utenti della Caritas diocesana
aretina, con percentuali che oscillano tra il 33% e il 37%, a conferma
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
della crescente incidenza della povertà anche tra la popolazione locale.
La presenza di utenti di nazionalità marocchina invece si mantiene
stabile intorno al 12–13% ed anche la componente rumena appare
costante tra l’8,6% e il 9,8%. Questo andamento suggerisce una
leggera riacutizzazione delle difficoltà socioeconomiche tra gli
italiani, la cui incidenza è tornata al livello del 2022, mentre la
presenza di cittadini stranieri tende a stabilizzarsi o a diminuire
leggermente, forse anche per effetto di dinamiche migratorie,
ricollocazioni lavorative o accesso ad altri servizi.
Nella tabella sotto riportata approfondiamo la distinzione di genere in
base alla nazionalità.
Tabella 1.1 – Differenza di genere italiani/stranieri
Differenze di
Italiani
Stranieri
genere
Numero Percentuale Numero Percentuale
Femmine
52,8%
53,7%
Maschi
47,2%
46,3%
Totale
100,0%
1.351
100,0%
La distribuzione di genere tra gli utenti italiani e stranieri evidenzia
una leggera prevalenza femminile in entrambi i gruppi. Tra i cittadini
italiani, le donne rappresentano il 52,8% degli utenti, mentre gli
uomini il 47,2%. Una tendenza simile si osserva tra i cittadini stranieri,
con una quota femminile leggermente più alta (53,7%) rispetto a
quella maschile (46,3%). Questi dati confermano che le donne,
indipendentemente dalla nazionalità, si rivolgono con maggiore
frequenza ai servizi di Caritas/Sichem, probabilmente in quanto più
esposte a situazioni di vulnerabilità sociale, forse meno inserite nei
contesti lavorativi o semplicemente perché più propense a chiedere
aiuto per le necessità familiari. La sostanziale simmetria nella
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composizione di genere tra italiani e stranieri suggerisce che le
difficoltà affrontate dalle donne siano un elemento trasversale,
comune ai diversi contesti culturali e nazionali.
Approfondiamo nel grafico seguente la provenienza dalle zone
territoriali dell’aretino delle persone registrate in base al domicilio.
Grafico 1.4 – Suddivisione utenti per zona di domicilio
Altro/non spec.
Valtiberina
Arezzo città
41,4%
Valdichiana
18,3%
Valdarno 6,9%
Casentino 8,6%
Nell’insieme del dato aggregato, sono 863 (41,4%) le persone che
hanno dichiarato di essere domiciliate nel Comune di Arezzo mentre
per le vallate i Comuni di provenienza più presenti sono Bibbiena per
il Casentino con 71 registrazioni (3,4%), Cortona per la Valdichiana
con 190 (9,1%), Sansepolcro per la Valtiberina con 106 (5,1%) e
Terranuova Bracciolini per il Valdarno con 45 persone censite (2,2%).
Si ritiene che nelle zone Casentino, Valdarno e Valtiberina ci possano
essere ampli margini di miglioramento nel censire le varie forme di
povertà che, in vario modo, si manifestano in questi contesti.
Inoltre, appare importante sottolineare come su 2086 persone
incontrate, ben 168 (l’8,0% del totale) siano risultate prive di residenza
anagrafica e senza un domicilio dichiarato.
Vediamo adesso la suddivisione del totale registrato per fasce di età e
nel successivo grafico l’andamento temporale:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Tabella 1.2 – Divisione degli utenti per fascia di età
Numero
Percentuale
10-19
20-29
30-39
22,0%
40-49
23,0%
50-59
21,2%
60-69
14,8%
70-79
80-89
90-99
0,2%700
Totale
2.086
100,0%
Grafico 1.5 – Andamento temporale registrazione utenti per fasce di età
(2020-2024) %
10-19 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89 90-99
Il grafico mostra l’andamento dell’incidenza delle varie fasce d’età sul
totale delle registrazioni negli ultimi cinque anni.
Come rilevato anche nei precedenti report, risulta evidente una netta
concentrazione nella fascia centrale della vita adulta. Le persone tra i
30 e i 59 anni costituiscono infatti il 66,2% del totale, con i picchi
maggiori tra i 40–49 anni (23,0%) e i 30–39 anni (22,0%). Questi dati
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
indicano che la maggioranza delle richieste di aiuto proviene da
soggetti in età lavorativa attiva, evidenziando criticità legate
all’instabilità occupazionale, al lavoro povero o alla difficoltà nel
conciliare spese familiari e reddito. Le fasce anziane, dai 60 anni in
su, rappresentano complessivamente il 23,8% dell’utenza, un dato che
purtroppo conferma un calo del benessere nella popolazione più
anziana, probabilmente legata a pensioni minime, malattie, solitudine
e difficoltà abitative.
L’analisi del dato generale continua con la suddivisione degli utenti in
base allo stato civile, e successivamente gli stessi indicatori vengono
associati anche alle diverse provenienze personali (italiani/stranieri):
Tabella 1.3 – Suddivisione utenti per stato civile
Numero
Percentuale
Coniugato/a
47,0%
Celibe/nubile
30,8%
Separato/a
Divorziato/a
Vedovo/a
Non specificato
Totale
2.086
100,0%
Tabella 1.4 – Suddivisione per stato civile di italiani e stranieri
Italiani
Stranieri
Coniugato/a
Celibe/nubile
Separato/a
Divorziato/a
Vedovo/a
Non spec.
Totale
Numero
Percentuale
Numero
Percentuale
25,4%
36,5%
15,4%
11,6%
100,0%
1.351
58,7%
27,8%
100,0%
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Quasi la metà degli utenti (47,0%) risulta essere coniugata. Questo
dato è significativo e preoccupante perché conferma che la famiglia,
come prima realtà sociale, è quella che più soffre le difficoltà
economiche di oggi. Troppo spesso le fatiche reddituali, abitative,
educative e sanitarie, costringono le famiglie ad abbassare il benessere
e la qualità della propria vita. Negli ultimi anni, sempre di più i progetti
e i servizi promossi da Caritas/Sichem hanno messo al centro i bisogni
e le tante necessità presenti nelle famiglie, intervenendo su più ambiti
con particolare attenzione alla tutela dei minori.
Le persone separate (8,9%) e divorziate (6,8%) costituiscono una
quota non trascurabile pari 15,7% delle registrazioni totali. Anche
questo è un fenomeno che va monitorato attentamente. La rottura di
un matrimonio porta spesso a un forte impoverimento per tutti i
componenti familiari ma, ancora di più, per le madri con figli minori
a carico. Se prendiamo in considerazione il solo gruppo italiano, la
percentuale complessiva di separati e di divorziati sale al 27%. È
evidente che per i cittadini italiani le problematiche di impoverimento
legate alla disgregazione familiare siano più incisive e più pesanti.
Tuttavia, rispetto a certe situazioni di cittadini stranieri che davvero
rischiano emarginazione e povertà assoluta, per gli italiani esiste
ancora la solidarietà e il supporto di una rete parentale e/o amicale.
Nella tabella 1.4 si nota come tra gli italiani prevalgano le persone
celibi/nubili (36,5%) mentre tra gli stranieri la componente nettamente
maggioritaria è quella dei coniugati, che riguarda più del 58% dei
registrati. Questi dati evidenziamo come sia importante da parte di
Caritas/Sichem saper dare una riposta a profili di povertà diversi: per
gli italiani, emerge una forte correlazione con la fragilità della famiglia
“tradizionale” (separazioni, divorzi, anziani soli), mentre per gli
stranieri la povertà colpisce prevalentemente famiglie coniugate,
suggerendo problematiche legate all’inserimento lavorativo e/o sociale
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
nel contesto aretino. È comunque la famiglia, comprendendo anche
coloro che sono separati/divorziati, la principale destinataria delle
attenzioni e dei servizi offerti dal network Caritas. Riteniamo quindi
fondamentale approfondire di seguito la presenza di figli minori
all’interno dei nuclei sostenuti:
Tabella 1.5 – Figli minori conviventi in nuclei familiari
Figli
Numero famiglie/persone
Percentuale
15,9%
11,0%
Nessun figlio minore
66,9%
convivente
Totale
2.086
100,0%
Il 33,1% delle persone regolarmente registrate nel 2024 ha dichiarato
di avere figli minori conviventi nel proprio nucleo familiare.
Basandoci solo sul dato correttamente emerso, possiamo dire che
insieme alle 2.086 persone nominalmente registrate convivono sotto
lo stesso tetto ben 1.211 figli minorenni che, tramite i propri genitori,
hanno beneficiato indirettamente di uno o più servizi della Caritas
diocesana aretina. Invece, i figli maggiorenni ancora a carico delle
famiglie censite sono stati 608. Quindi, sommando i figli minorenni e
quelli maggiorenni ancora conviventi, possiamo asserire che 1.819
figli sono stati indirettamente sostenuti, aiutati e supportati grazie al
lavoro quotidiano di Caritas/Sichem.
Queste riflessioni ci spongono a sostenere con forza la necessità di
intensificare gli sforzi per sostenere le famiglie, in particolare quelle
con figli minori. La povertà minorile, infatti, ha conseguenze a lungo
termine sullo sviluppo dei bambini e sulle opportunità del futuro.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Questo richiede non solo aiuti materiali (pacchi alimentari, vestiario),
ma anche supporto per l’istruzione, l’accesso ai servizi sociali, il
sostegno psicologico, lo sport, la socializzazione e l’orientamento
lavorativo sia dei genitori che dell’intero nucleo familiare. In una
società sana e con valori, le fatiche degli adulti non dovrebbero mai
condizionare la crescita e la vita dei minori.
Vediamo nel grafico seguente la ripartizione delle persone sostenute
in base alla condizione professionale dichiarata:
Grafico 1.6 – Principali condizioni professionali/lavorative
Disoccupato
Occupato
Pensionato
Non autorizzato al lavoro
Casalinga
Invalido
Lavoro nero
Inabile parziale
Altro
Non spec.
Nel 2024 il 60,4% degli utenti ha dichiarato di essere disoccupato e
l’1,9% casalinga/inoccupato. È un dato allarmante che sottolinea la
grave difficoltà di accesso al mercato del lavoro per una larga fetta
della popolazione locale, che quindi vive con un reddito insufficiente
e che ha grosse difficoltà a reintrodursi nel mercato del lavoro dopo la
perdita di un impiego. Per Caritas/Sichem ciò implica la necessità di
offrire non solo supporto materiale ma anche orientamento al lavoro,
formazione e attivazione di percorsi di reinserimento mirato. È
altrettanto vero che in questo dato ci sono anche tante donne
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
richiedenti aiuto in rappresentanza delle proprie famiglie che per
cultura, difficoltà linguistiche o religione non vogliono essere inserite
in un lavoro stabile.
L’attenzione operativa ricade anche sul 20,0% delle persone che ha
dichiarato di avere una regolare occupazione. Questo dato indica la
presenza di una “povertà lavorativa”, di persone/famiglie che non
riescono a coprire i costi della vita, di una zona grigia tra la
popolazione che rischia di scivolare in una povertà relativa.
Nonostante la presenza di un impiego, molte persone non riescono
comunque a far fronte alle proprie necessità e a quelle del proprio
nucleo familiare. Di seguito, elenchiamo alcune possibili cause:
• Salari troppo bassi: contratti precari, part-time involontari,
mansioni scarsamente remunerate.
• Orari di lavoro insufficienti: difficoltà a ottenere un numero
adeguato di ore.
• Costi della vita elevati: affitto, bollette, spese sanitarie, spese
scolastiche, spese alimentari che assorbono gran parte del reddito.
• Famiglie numerose o monoreddito: una singola entrata non
basta a sostenere i costi di un intero nucleo familiare.
La presenza di “working poor” interpella la Caritas diocesana aretina
non solo sul fronte dell’assistenza, ma anche su quello della dignità del
lavoro e delle politiche di contrasto alla precarietà. Ci sono tanti
progetti, linee operative, fondi appositi legati alle “politiche attive del
lavoro”, ma tra le persone svantaggiate che seguiamo, veramente
poche riescono a trovare un’occupazione stabile… anche questo deve
far riflettere!
Nel completare la presentazione del dato aggregato, affermiamo che
un compito fondamentale per gli operatori e i volontari, che incontrano
e ascoltano le persone in stato di bisogno, sia quello di approfondire il
bisogno primario espresso al centro di aiuto, per indagare le origini e
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
le cause della situazione di necessità. Questo dato non è sempre
semplice da censire ma è molto importante perché ci permette di avere
un quadro delle problematiche vissute dalle famiglie/persone del
nostro territorio.
Tabella 1.6 – Problematiche riscontrate
Numero
Percentuale
Problemi economici
67,2%
Problemi di occupazione
Problemi di salute
Problemi familiari
Problematiche abitative
Bisogni in migrazione
Problemi di istruzione
Handicap/disabilità
Dipendenze
Altri problemi
Detenzione e giustizia
Totale
2.889
100,0%
La tabella ci dice che, per le 2.086 persone incontrate nel corso del
2024, sono state dichiarate e censite 2.889 problematiche. Si tratta in
media di circa 1,4 problematiche per ogni singolo caso.
La tabella conferma che la povertà raramente deriva da una singola
difficoltà. Le persone che si rivolgono a Caritas/Sichem spesso
affrontano un intreccio di problematiche (economiche, di salute,
familiari, abitative, etc.). Questo richiede un approccio integrato e
personalizzato, che non si limiti a fornire un aiuto materiale, ma che
cerchi di supportare la persona e il nucleo familiare nella loro
complessità. Proprio per questo è fondamentale che il network Caritas,
oltre all’assistenza “d’emergenza”, svolga veri e propri percorsi di
sostegno in forte collaborazione con gli enti pubblici e privati del
territorio, per offrire risposte complete e promozionali.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Ritenendo l’abitare un ambito fondamentale per il contrasto alle
povertà, come ultima analisi dei dati aggregati approfondiamo le
tipologie abitative nel grafico seguente:
Grafico 1.7 – Principali condizioni abitative
Abitazione in affitto
Edilizia popolare
Abitazione propria
Abitazione amici/familiari
Senza alloggio
Struttura accoglienza
Comodato
Abitazione datore di lavoro
Altro
Non specificato
Come possiamo notare il 58,3% delle persone registrate ha dichiarato
di vivere in un’abitazione in affitto. Al dato sugli affitti, seguono le
persone che vivono in un alloggio di edilizia popolare o in abitazione
propria, entrambe con l’8,3%. I problemi abitativi non riguardano solo
coloro che una casa non ce l’hanno ma un’ampia fascia di popolazione
che, pur avendo un’abitazione, fatica a mantenerla o a viverla
dignitosamente.
L’11,8% delle persone ha poi dichiarato di non avere un alloggio
(persone senza alloggio o che vivono in strutture di accoglienza,
compresi i Centri di Accoglienza Straordinaria). Queste due categorie
(per un totale di 176 persone) rappresentano la povertà abitativa più
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
estrema. Le persone “senza alloggio” sono i “senza fissa dimora” o chi
vive in situazioni di grande precarietà (es. in strada, in machina, in
ripari di fortuna…). Coloro che vivono in “strutture di accoglienza”
invece trovano un rifugio a volte temporaneo o di lungo periodo, ma
sono spesso persone che necessitano di un supporto continuo per la
stabilizzazione e l’eventuale reinserimento abitativo e sociale.
I dati fin qui riportati evidenziano la necessità di un approccio globale
e in rete, che vada oltre la semplice assistenza materiale per offrire
percorsi di dignità, inclusione lavorativa e sostegno sociale, mirando
a contrastare le cause profonde della povertà e a sostenere la capacità
di ripresa delle persone e delle famiglie nel territorio diocesano.
Nei prossimi paragrafi ci soffermeremo ad analizzare i singoli servizi
per coglierne le peculiarità e cercare di approfondire maggiormente le
varie sfaccettature della povertà che quotidianamente i nostri operatori
e i nostri volontari incontrano, ascoltano e sostengono.
2 – Il Centro di Ascolto diocesano (CdA diocesano)
Nel corso del 2024 presso il CdA diocesano sono state incontrate e
sostenute 470 persone, un numero leggermente inferiore rispetto
all’anno precedente. Iniziamo l’analisi riportando la distinzione in
base al sesso e alla provenienza:
Tabella 2.1- Centro di Ascolto diocesano, genere e nazionalità
Italiani
Stranieri
Maschio
Femmina
Totale
Numero
Percentuale
Numero
Percentuale
46,7%
53,3%
100,0%
39,9%
60,1%
100,0%
Il 42,3% delle registrazioni effettuate ha riguardato persone e nuclei
familiari italiani, con un’incidenza in aumento del +5,6%.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
In linea con le tendenze generali già osservate nella prima parte del
rapporto, anche al Centro di Ascolto si conferma una prevalenza di
utenti di sesso femminile. Questa accentuata presenza femminile, in
particolare tra le donne straniere, può essere spiegata da diversi fattori:
• Maggiore vulnerabilità sociale: le donne, spesso con figli a carico,
possono essere più esposte a povertà, precarietà o assenza
lavorativa, violenza domestica o solitudine, specialmente in un
contesto migratorio dove le reti di supporto possono essere più
deboli.
• Ruolo di cura: le donne sono spesso le prime a farsi carico dei
bisogni della famiglia e a cercare aiuto per sé e per i propri figli.
• Maggiore propensione a chiedere aiuto: storicamente, le donne
tendono a essere più attive nel cercare supporto in contesti di
disagio socioeconomico.
Per noi è dunque importante ribadire e aggiungere analisi sul ruolo
della donna nei fenomeni di povertà.
Vediamo di seguito la distinzione per stato civile di questo flusso di
persone:
Tabella 2.2 – Distinzione per stato civile
Numero
Percentuale
Coniugato/a
42,8%
Celibe/nubile
32,2%
Divorziato/a
Separato/a
10,4%
Vedovo/a
Non specificato
Totale
100,0%
In linea con gli anni passati sono maggiormente le persone coniugate
con il 42,8% delle presenze a rivolgersi a questo servizio. Rispetto al
dato aggregato, la percentuale di separati e divorziati (18,7%) risulta
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
essere più alta (+3,0%). Questo rafforza l’ipotesi che la separazione
coniugale sia troppo spesso un fattore scatenante di vulnerabilità e che
il Centro di Ascolto diocesano sia un importante presidio per chi si
trova ad affrontare le conseguenze economiche e sociali della rottura
di un matrimonio.
Rispetto ad altri servizi che vedremo nei successivi paragrafi, la
famiglia si pone sicuramente come la principale fruitrice dei servizi
offerti dal CdA diocesano.
È quindi importante vedere nella tabella seguente la presenza di figli
minori conviventi registrati con il nucleo familiare:
Tabella 2.3 – Presenza figli minori conviventi
Numero
Percentuale
1 figlio
17,7%
2 figli
15,1%
3 figli
4 o + figli
Nessun figlio minore
60,0%
Totale
100,0%
La prima osservazione è che la quota di utenti con almeno un figlio
minore convivente è del 40,0%, incidenza significativamente
superiore al 33,1% del dato aggregato generale. Dunque il Centro di
Ascolto diocesano sembra attrarre e intercettare in proporzione più
famiglie con figli minori rispetto alla media complessiva degli assistiti
dal network Caritas. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che le
famiglie con minori hanno bisogni più complessi, che le spingono a
cercare un punto di ascolto e orientamento strutturato.
Appare quindi fondamentale che gli operatori e i volontari dei servizi
di Ascolto siano formati per affrontare le sfide legate alle multiproblematicità incontrate e siano capaci di creare forti reti relazionali
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
con i servizi sociali territoriali e gli altri enti pubblici e privati che
possono essere preziosi nella costruzione della relazione di aiuto.
Possiamo affermare che in totale sono stati sostenuti indirettamente
334 figli minori, ai quali vanno sommati ulteriori 109 figli
maggiorenni che risultano essere ancora a carico del nucleo familiare
(prevalentemente inoccupati o studenti). Sono quindi 443 i figli che
hanno beneficiato dei sostegni dati ai genitori richiedenti aiuto.
Nel grafico seguente la suddivisione per età anagrafica e provenienza:
Grafico 2.1 – Distinzione per fascia d’età e provenienza
Stranieri
Italiani
10-19 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 80-89
La fascia d’età maggiormente registrata dal CdA diocesano è quella
dei 30-39 anni con il 24,5%, seguita da 40-49 anni con il 22,1% e 5059 anni con il 20,4%. Come vediamo nel grafico, la distinzione per
nazionalità denota una presenza di persone in età più avanzata tra gli
italiani (prevalenza della fascia d’età 50-59 anni) mentre tra gli
stranieri prevale nettamente la componente relativa ai trentenni, cioè
famiglie giovani con figli piccoli. L’analisi delle fasce di età è uno
degli strumenti utili, in quanto svela le diverse “facce” della povertà
tra le varie generazioni e nazionalità, fornendo una base solida per la
pianificazione di interventi mirati e personalizzati.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Grafico 2.2 – Suddivisione per principali nazionalità registrate
Italia
Bangladesh
Nigeria
Romania
Marocco
Albania
Pakistan
Tunisia
Rep. Dominicana
Senegal
Altre nazionalità
Dopo il 42,3% rappresentato da persone italiane (sempre primo
gruppo nazionale), la nazionalità con il maggior numero di
registrazioni è quella del Bangladesh con il 11,5%, seguita da Nigeria
(8,1%) e Romania (6,4%). In totale sono state registrate 41 diverse
nazionalità.
Proseguiamo la nostra analisi riportando la suddivisione in base alle
condizioni abitative dichiarate dagli utenti:
Tabella 2.4 – Condizioni abitative registrate al CdA diocesano
Numero
Percentuale
Abitazione in affitto
55,5%
Edilizia popolare
13,2%
Abitazione propria
12,6%
Abitazione amici/familiari
Casa di accoglienza
Comodato
Senza alloggio
Abitazione datore di lavoro
Non dichiarato
Altro
Totale
100,0%
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Il 55,5% delle persone incontrate dagli operatori del CdA diocesano
vive in una casa in affitto. Questo dato, costante dall’inizio delle nostre
registrazioni, pone in rilievo le problematiche legate alla sostenibilità
dell’affitto e alla gestione delle spese della casa, argomenti che sono
stati al centro delle progettualità Caritas/Sichem degli ultimi anni.
Insieme all’aspetto abitativo, che rimane davvero fondamentale, è
senza dubbio utile capire le principali condizioni professionali:
Grafico 2.3 – Suddivisione per condizione professionale
Disoccupato
Occupato
Pensionato
Altro
Invalido
Inoccupato
Inabile parziale
Non specificato
La disoccupazione si conferma la ragione principale di difficoltà per
coloro che si rivolgono al Centro di Ascolto diocesano. Con 271
persone su un totale di 470, rappresenta una quota estremamente
elevata (circa il 57,7% degli utenti incontrati). Questo dato è in linea
con la tendenza generale, confermando come la mancanza di lavoro
sia la causa primaria di povertà nel territorio. Questo fattore dovrebbe
implicare un maggiore ruolo attivo nel primo orientamento e nell’invio
a servizi di ricerca e ricollocazione lavorativa.
Da notare però come il 25,7% abbia dichiarato di essere regolarmente
occupato ma di non riuscire a far fronte in maniera autonoma a tutte
le spese personali e familiari, percentuale più elevata rispetto al dato
aggregato (+5,7%). È una probabile conferma dell’aumento sociale
della fascia grigia e dei “working poor”.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Vediamo di seguito le problematiche maggiormente registrate:
Tabella 2.5 – Principali problematiche al CdA diocesano
Numero
Percentuale
Problemi economici
49,3%
Problemi di occupazione
18,4%
Problemi familiari
12,8%
Problemi di salute
Problemi di istruzione
Problematiche abitative
Disabilità
Altri problemi
Dipendenze
Bisogni in migrazione
Detenzione e giustizia
Totale
100,0%
A fronte delle 470 persone nominalmente registrate, sono state censite
822 problematiche con una media di 1,7 problematiche per ogni
situazione. Da notare però che la percentuale di 49,3% di “Problemi
economici” è significativamente più bassa rispetto al dato aggregato
del sistema Caritas/Sichem che ricordiamo essere stato del 67,2%.
Questo non significa che i problemi economici siano meno sentiti e
presentati al CdA diocesano, ma che forse qui vengono intercettati e
registrati una maggiore varietà di altre problematiche, suggerendo un
ruolo più ampio di “filtro” e di analisi del bisogno profondo, oltre la
semplice richiesta di supporto economico.
Per completare l’analisi di questo paragrafo, resta da fare un breve
approfondimento sulla postazione del Front Office, il quale nella sede
centrale funge come centralino, come primo punto di ascolto e come
luogo di informazione per la cittadinanza. Nel corso del 2024 il
servizio di Front Office ha avuto 8.173 contatti (oltre 1000 contatti in
meno rispetto al 2023), di cui 4.669 telefonici (in aumento) e 3.504
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
visivi (in netto calo). Nel grafico seguente viene raggruppata la
suddivisione dei contatti per mese e per tipologia:
Grafico 2.4 – Contatti registrati al Front Office per mese e tipologia
512 591
303 313
Telefonici
Visivi
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Il dato dei contatti è importante per capire il flusso costante di
telefonate e di presenze fisiche nell’intero anno. Il calo di presenze
fisiche è sicuramente un dato da tenere in considerazione e, tra le
possibili varie cause, c’è sicuramente lo sviluppo digitale e
tecnologico che rende sempre più individualistica e non partecipata la
nostra società.
Il Centro di Ascolto diocesano, ma lo stesso vale per i Centri di
Ascolto zonali o parrocchiali, non deve essere solo un erogatore di
aiuti ma un vero crocevia di relazioni e di analisi dei bisogni, un
“termometro” sociale che riveli le diverse sfaccettature della povertà
di oggi. Come per tutti i servizi di contrasto alle povertà, nel prossimo
futuro la Caritas diocesana aretina dovrà riflettere su come migliorare
le attività di Ascolto nei territori e come rafforzare le reti di
collaborazione con gli enti pubblici, al fine di essere pronti ad
affrontare le sfide di una società in trasformazione che appare sempre
più multi-problematica e povera di relazioni.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
3 – L’Ambulatorio medico
L’ambulatorio medico è un servizio fondamentale che potrebbe essere
potenziato e rivisto in alcune sue funzioni. È gestito da medici e
infermieri volontari, convenzionato con l’azienda sanitaria locale, ed
è dedicato in particolare alle persone non iscritte al SSN; esso è anche
un presidio di riferimento per le tante persone che frequentano i servizi
di Caritas/Sichem, in particolare quelli di accoglienza. L’ambulatorio
è aperto 3 volte a settimana e offre anche sostegno per la distribuzione
di farmaci da banco a persone indigenti, grazie alla collaborazione con
il Banco Farmaceutico.
Nel corso del 2024 sono state effettuate 399 visite e sono state
conteggiate e registrate 121 persone nominali; in media ogni utente ha
richiesto e fatto più di 3 visite.
Grafico 3.1 – Visite per mese di accesso
APR MAG
I mesi dell’anno con le maggiori presenze sono stati febbraio (13,3%),
gennaio (11,0%) e marzo (10,8%). Nel mese di agosto solitamente
l’ambulatorio rimane chiuso ma qualche Medico volontario è sempre
reperibile per le emergenze.
La distinzione in base alla nazionalità vede una netta prevalenza delle
persone straniere con l’86,8%, provenienti perlopiù da Bangladesh
(18,2%) e Romania (16,5%). Il gruppo italiano è comunque presente
e rappresenta il 13,2% delle registrazioni effettuate; in questo caso si
tratta quasi esclusivamente di persone senza fissa dimora o accolte
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
nelle strutture di accoglienza. Gli uomini sono stati il 76,9% del totale.
Rafforzare la “medicina per i poveri” significa soprattutto ascoltare
nella prossimità ed eventualmente accompagnare per cure specifiche
le persone più fragili.
Vediamo di seguito la suddivisione per fasce di età:
Grafico 3.2 – Distinzione in base all’età degli utenti dell’ambulatorio
10-19
20-29
30-39
40-49
50-59
60-69
70-79
Prevale la presenza di persone in età 40-49 anni con il 22,3%, seguita
da 30-39 anni e 20-29 anni entrambi con il 20,7%, 50-59 anni con il
17,4%. Il 16,5% delle persone ha più di 60 anni, mentre solo il 2,5%
ha meno di 20 anni.
Le richieste maggiori hanno riguardato visite mediche, erogazione di
farmaci e richiesta di visita specialistica. In un momento storico dove
molte persone rinunciano a curarsi e a comprare farmaci a causa di un
reddito insufficiente, riteniamo che questo servizio possa diventare un
presidio di “salute pubblica” ampliando le sue funzioni sanitarie e
sociali.
4 – Il settore alimentare della Caritas diocesana
Oltre alle problematiche strettamente economiche, abitative e
lavorative, il fenomeno della povertà alimentare emerge come una
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
delle sfide più urgenti e pervasive affrontate quotidianamente dal
network Caritas. La povertà alimentare è un problema molto diffuso e
sottostimato, perché per molti cittadini, magari rientranti in quel
sommerso che ancora non è conosciuto, è preferibile ridurre
drasticamente la qualità del proprio benessere alimentare piuttosto che
chiedere un sostegno di questo genere. Affrontare la povertà
alimentare significa andare oltre la semplice distribuzione,
promuovendo percorsi di dignità che includano l’educazione
alimentare, la prevenzione degli sprechi, la sana alimentazione e il
rafforzamento dell’autonomia economica delle famiglie, affinché
possano riacquistare la piena capacità di provvedere in autonomia ai
propri bisogni primari. Proprio in questa ottica si pone il primo dei
servizi, quello dei “Buoni Spesa”, che da oltre 20 anni è attivo per il
sostegno alimentare delle famiglie/persone con reddito insufficiente.
Il servizio nasce per dare sostegni concreti attraverso la
responsabilizzazione del beneficiario, rispettando in pieno la dignità e
la libertà di scegliere quanto più importante per la propria
alimentazione, superando la logica della distribuzione di pacchi viveri
(ricevi quello che posso darti!). Questo approccio riflette una visione
lungimirante di Caritas/Sichem, che ha portato la persona bisognosa a
fare la spesa in contesti ordinari frequentati da tutti i cittadini e non in
specifici servizi come, ad esempio, gli Empori alimentari che,
nonostante siano iniziative lodevoli, rischiano di essere luoghi
“esclusivi” frequentati solo da persone in difficoltà.
Grafico 4.1 – Andamento buoni erogati anno 2024
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET
OTT NOV DIC
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Nel 2024 sono stati erogati 263 Buoni Spesa, di valore fino a 50 euro,
a sostegno di 88 persone/famiglie.
A queste erogazioni effettuate dal Cda diocesano si sommano ulteriori
40 Buoni Spesa erogati direttamente agli ospiti delle strutture e alcune
iniziative specifiche di singole Caritas parrocchiali.
Sicuramente il servizio più noto e visibile anche all’opinione pubblica
è quello delle “Mense”, che rappresenta un pilastro fondamentale nel
sostegno alimentare alle persone più emarginate e povere. Per sua
natura, la mensa non è solo un luogo dove si consuma un pasto caldo
ma è anche un ambiente di accoglienza e d’inclusione, che sempre di
più dovrebbe diventare anche un luogo di aggregazione. Le tipologie
di presenza più registrate riguardano i senza fissa dimora, gli anziani
soli, gli individui con problemi di dipendenza o di salute mentale e
coloro che vivono in condizioni abitative precarie o sono senza reddito
da lavoro. Per queste persone, il pasto caldo rappresenta non solo un
fondamentale apporto nutritivo, ma anche un momento di stabilità e di
regolarità in una quotidianità spesso caotica e priva di punti di
riferimento.
La gestione della mensa è resa possibile dall’instancabile dedizione di
numerosi volontari, dalla generosità di tante realtà aretine e dagli
operatori Sichem che garantiscono il coordinamento e la copertura di
spese gestionali. Questo impegno collettivo può trasformare la mensa
sempre di più in un luogo aperto a tutti, abbattendo così gli stigmi
sociali.
Nel 2024 sono state regolarmente censite su database regionale 251
persone, in netto aumento rispetto all’anno precedente. Questo
incremento è dovuto alla variazione delle modalità di registrazione.
Si riportano di seguito le principali caratteristiche di questa utenza:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
• il 45,8% delle registrazioni ha riguardato italiani, a seguire rumeni
(10,8%), marocchini (10,0%) e pakistani (6,4%);
• l’80,1% delle persone è di sesso maschile;
• il 52,6% ha dichiarato di essere celibe/nubile, il 23,9% coniugato/a
e il 17,9% divorziato/separato.
• l’83,3% non ha un’occupazione né una fonte di reddito.
La netta predominanza di uomini distingue la mensa da altri servizi
Caritas, evidenziando come la vulnerabilità che porta a rivolgersi alla
mensa sia prevalentemente maschile. Questo spesso si associa a una
maggiore difficoltà per gli uomini nel chiedere aiuto in contesti
relazionali, o a percorsi di vita che li portano più frequentemente a
situazioni di isolamento e di vita in strada. La condizione di
celibe/nubile, sommata a quella divorziato/separato, rafforza
ulteriormente l’immagine di un’utenza caratterizzata dalla solitudine e
dalla mancanza di reti familiari stabili. Spesso la rottura dei legami
familiari può essere un fattore decisivo che conduce a questa forma di
disagio estremo, che si può aggravare se persistono dipendenze e
mancanza di lavoro. La mensa è dunque un servizio di sopravvivenza
per molti individui che vivono in condizioni di marginalità economica
assoluta. La disoccupazione di lunga data, l’impossibilità di accedere
a lavori dignitosi, la mancanza di sussidi o il fallimento di percorsi di
reinserimento, spingono spesso queste persone a dipendere quasi
esclusivamente da servizi di assistenza di base.
Nel grafico seguente possiamo vedere la suddivisione degli utenti
delle mense in base alla fascia d’età anagrafica e alla provenienza
italiana o straniera:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Grafico 4.2 – Distinzione utenti mense per fasce d’età e provenienza
Stranieri
Italiani
20-29
30-39
40-49
50-59
60-69
70-79
Le fasce d’età più rappresentate sono 40-49 anni con il 29,1% e 50-59
anni con il 23,5%. Nelle fasce più giovani e nella mezza età (20-29,
30-39 e 40-49 anni), la componente straniera è netta e preponderante.
Ad esempio, nella fascia 30-39 anni si contano 39 stranieri contro 10
italiani, e nella 40-49 anni, 45 stranieri contro 28 italiani. Man mano
che le fasce d’età avanzano, la presenza italiana tende a diventare
predominante.
Il carattere di ‘bassa soglia’ delle Mense Caritas, incentrato sulla
risposta al bisogno alimentare primario e privo di vincoli educativi
stringenti, le rende un presidio capace di intercettare un bacino di
utenza con un profilo distintivo e spesso più fragile rispetto ad altri
servizi strutturati.
Le persone che vi si rivolgono sono, per lo più, individui in condizione
di solitudine, con problematiche lavorative e, spesso, anche criticità
abitative. Il 25,9% infatti ha dichiarato di non avere un alloggio
adeguato, il 12,7% di essere ospite temporaneo di amici/parenti nel
territorio e il 12,7% di alloggiare in una struttura di accoglienza.
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Vediamo nel grafico seguente la serie storica degli ultimi 5 anni circa
il numero di pasti erogati dalla Mensa diurna del Sacro Cuore:
Grafico 4.3 – Andamento erogazione pasti mensa diurna Sacro Cuore
(anni 2020-2024)
17155
17005
16609
16332
16782
Dopo il picco registrato nell’anno pandemico e una generale
successiva tendenza in diminuzione, per la prima volta nel 2024 si è
registrato un nuovo incremento di pasti erogati: sono stati 16.782 i
pranzi consumati presso la Mensa diurna.
La Mensa serale di San Domenico ha invece erogato 6.619 cene,
numero in diminuzione rispetto al 2023 (- 377 cene erogate).
Complessivamente, quindi, nell’anno 2024 il servizio alimentare delle
Mense Caritas ha preparato e fornito 23.401 pasti caldi.
Proseguendo nell’analisi del settore alimentare, ci soffermiamo adesso
sullo storico progetto “A buon fine” che coinvolge il Gruppo Coop.Fi,
Gala, Pam ed Eurospin e che prevede sostanzialmente, sulla base
dell’ex legge 155/03 e successiva legge 166/2016, riguardanti
donazioni alle Onlus/Ets di prodotti alimentari invenduti, di svolgere
due azioni:
1- il ritiro giornaliero di prodotti cosiddetti “caldi”: si tratta di alimenti
quali verdure cotte, carne, pane, frutta preparata, prodotti da forno e
da rosticceria, merce da banco non confezionata e invenduta dal
giorno precedente che invece di essere buttata viene donata;
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
2- il ritiro giornaliero dei prodotti cosiddetti “freschi”: si tratta di
prodotti confezionati ancora validi ma vicini alla data di scadenza che
per legge non possono più essere commercializzati, come ad esempio
frutta e verdura imbustate, latticini, formaggi, scatolame e confezioni,
carne e altri alimenti non a lunga conservazione.
Nel 2024 questo servizio, che si avvale della presenza di persone con
disabilità come valore aggiunto, ha ritirato 5.909 kg di prodotti caldi e
11.658 kg di prodotti freschi. Oltre ad essere per l’alimentazione di
tante persone, questi 17.567 Kg (dato significativo ma in calo rispetto
al 2023) di prodotti ritirati non sono pertanto diventati rifiuti da
smaltire ma beni preziosi per il benessere dei più poveri. Vediamo nei
grafici seguenti la suddivisione degli alimenti per tipo e mese di
raccolta:
Grafico 4.4 – Prodotti caldi ritirati presso Coop.Fi di Arezzo
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
carne
varie
Il pane (61,9% dei prodotti caldi ritirati) e la carne (523,6 Kg) vengono
prevalentemente portati e consumati nelle mense cittadine.
Di seguito vediamo in sintesi i principali prodotti ritirati negli altri
supermercati:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Grafico 4.5 – Prodotti freschi e caldi ritirati presso i negozi Gala
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
carne
verdura
latticini
varie
Grafico 4.6 – Prodotti freschi e caldi ritirati presso i negozi Eurospin
(nel mese di aprile 2024 è terminata la collaborazione)
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
carne
verdura
latticini
varie
Grafico 4.7 – Prodotti freschi e caldi ritirati presso i negozi Pam (nel
mese di settembre 2024 si è attivata la collaborazione)
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
carne
verdura
latticini
varie
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Per i prodotti “freschi”, è molto significativa la quantità di frutta e
verdura recuperata con ben 4.834,4 kg, pari al 41,5%.
In sintesi, “A buon fine” è molto più di un semplice servizio di
recupero: è un esempio virtuoso di come la collaborazione tra enti del
terzo settore e la grande distribuzione possa generare un impatto
positivo multifattoriale, rispondendo ai bisogni alimentari,
promuovendo la sostenibilità ambientale e favorendo l’inclusione
sociale. Questo progetto rafforza l’impegno di Caritas/Sichem nel
costruire una comunità più giusta e attenta alle risorse e alle persone.
La Colletta alimentare è un’altra importante iniziativa promossa da
Unicoop Firenze e Fondazione “Il cuore si scioglie” che vede
impegnato tutto il network Caritas/Sichem.
Il vantaggio più diretto è la capacità di raccogliere grandi quantità di
cibo, fornendo una risposta concreta e immediata alla povertà
alimentare di numerose persone e famiglie. Permettono di integrare le
scorte di magazzini e mense, assicurando la continuità del servizio.
A differenza di donazioni più generiche, le collette spesso permettono
di raccogliere più varietà di prodotti; inoltre sono un potente strumento
di sensibilizzazione sulle problematiche della povertà e dello spreco
alimentare. Coinvolgono direttamente la cittadinanza, le scuole, le
parrocchie, i supermercati e tantissimi volontari, creando una rete di
solidarietà attiva e visibile.
Il frutto di queste raccolte viene poi suddiviso proporzionalmente tra
le realtà parrocchiali e le associazioni partecipanti. Sono dunque
iniziative importanti che nel corso dell’anno sono state anche replicate
autonomamente, in forma più ridotta e in altri contesti, rendendo
protagonisti gli studenti di alcune Scuole Superiori.
Nel 2024 sono state organizzate due raccolte, nei mesi di maggio e di
ottobre. Nella tabella si riassumono i quantitativi donati dagli aretini
nelle due giornate:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Tabella 4.1 – Resoconto raccolte alimentari anno 2024
Peso in kg
Percentuale
Pasta
3.608
36,9%
Legumi
1.411
14,4%
Pelati
1.194
12,2%
Biscotti
Varie
Latte
Alimenti per l’infanzia
Zucchero
Farina
Tonno
Totale
9.805
100,0%
Le Collette Alimentari si configurano non solo come un meccanismo
efficiente di approvvigionamento, ma anche come un momento di
partecipazione civile ed ecclesiale. Esse testimoniano la capacità della
comunità di rispondere concretamente ai bisogni del prossimo,
trasformando la generosità individuale in un sostegno strutturato e
significativo per le persone in situazione di fragilità.
Concludiamo l’analisi di questo settore parlando proprio del servizio
“Magazzino alimentare” che dal primo lockdown del 2020 ha
assunto un ruolo fondamentale e centrale nel programmare e sostenere
i servizi e le attività, comprese quelle parrocchiali, della Caritas
diocesana aretina e dell’Associazione Sichem.
Nel corso del 2024 sono stati raccolti/donati/acquistati 18.169 kg di
alimenti e bevande. Riteniamo importante riepilogare nella tabella
seguente i quantitativi entrati in magazzino, ai quali abbiamo cercato
di dare un valore economico, per rendere chiaro l’importanza di questi
approvvigionamenti per tutto il sistema Caritas/Sichem:
Cercando l’invisibile – Rapporto povertà 2025
Tabella 4.2 – Alimenti entrati in magazzino per provenienza e
relativo valore economico
Conad
Esselunga
Ipercoop
Penny Market
Donazioni
Raccolte
straordinarie
Raccolte studenti
Altro
Totale
Alimenti in kg
3.000
3.136
2.526
2.603
3.097
1.133
Percentuale
16,5%
17,3%
13,9%
14,3%
17,0%
Valore in €
7.745,33
8.096,54
6.523,54
6.721,19
263,78
7.998,09
2.926,83
1.517
1.055
18.169
100,0%
3.916,31
3.823,41
48.015,02
Il Magazzino alimentare, che rimane il fulcro logistico della
distribuzione di alimenti (e di tanti altri beni come quelli cartacei,
quelli di pulizia e dell’igiene personale), ha dimostrato anche nel 2024
un’enorme capacità di attrarre e gestire risorse anche se, purtroppo,
rispetto al 2023 c’è stato un calo di entrate alimentari di ben 3969 kg.
Con 18.169 kg di alimenti raccolti/donati/acquistati, il magazzino non
è solo un centro di stoccaggio, ma un vero e proprio patrimonio della
solidarietà, perché il valore economico stimato dei beni alimentari
entrati, e poi usciti, raggiunge la considerevole cifra di 48.015,02 euro.
Parallelamente, nel corso dell’anno sono stati distribuiti (uscite) circa
18.486 kg di alimenti e di bevande, un numero leggermente superiore
