(AGENPARL) - Roma, 26 Novembre 2025(AGENPARL) – Wed 26 November 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 26/11/2025, ore 18:01
Nota ai media!
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I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consiglieri.
Consiglio
Lavori Consiglio: Piano strategico per la cultura; Scuola dell’infanzia e obbligo vaccinale
**Mozioni di Team K e Vita.** Nel pomeriggio di oggi, in Consiglio provinciale a Bolzano, Alex Ploner (Team K) ha presentato la Piano strategico per la promozione della cultura e per l’industria creativa in Alto Adige (presentata dai conss. Ploner A., Köllensperger, Ploner F. e Rieder il 18/06/2025), allo scopo (VERSIONE EMENDATA) di impegnare la Giunta 1. ad avviare un processo partecipativo per l’elaborazione di una strategia culturale per l’Alto Adige coinvolgendo gli stakeholder rilevanti (tra gli altri i professionisti e le professioniste del mondo della cultura, le istituzioni culturali, i comuni, il settore del turismo, le istituzioni educative e formative, l’economia); 2. a istituire un centro di competenza per l’industria creativa che funga da interfaccia tra cultura, economia, formazione e amministrazione. Il consigliere ha spiegato che l’industria culturale e creativa è molto di più di un complemento estetico o di un insieme di strutture con finalità sociali, è piuttosto un elemento centrale della moderna economia della conoscenza. In Alto Adige il settore culturale e creativo conta circa 3.000 imprese che danno lavoro a più di 10.000 persone corrispondenti al 3,5% circa della forza lavoro e un fatturato annuo pari a circa 600 mio. €. La produzione culturale è fondamentale per rafforzare la democrazia e per offrire spazi liberi, cosa molto importante per i giovani, ma anche per la salute e la qualità della vita. Ploner ha poi riferito alcuni esempi di altri Paesi e Regioni: la Puglia ha definito nel 2017 un Piano strategico della cultura, anche il Vorarlberg, Zurigo e Salisburgo si sono attivati. Vero è, come detto dall’ass. Achammer quando egli aveva presentato per la prima volta un’analoga proposta nel 2021, che in Alto Adige la Provincia ha promosso molti interventi, ma manca ancora una strategia complessiva. La cultura deve rimanere libera, questo è chiaro: la strategia proposta deve accompagnare questo percorso.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha sottolineato che la cultura crea un legame con il territorio, e rilevato l’assenza di consiglieri italiani in sala, tranne uno: “Quando si parla di cultura e identità essi spariscono, forse diminuiscono negli anni perché gli elettori vedono questo”. La cultura, ha aggiunto, non si vede solo nelle associazioni o in forme codificate, è fatta anche di cose piccole, di tradizioni comunali o di quartiere, esposizione di una bandiera o di un simbolo religioso, decorazione di un crocifisso per strada: il timore è che un piano strategico non pensi a questi aspetti culturali.
Franz Ploner (Team K), co-firmatario, ha chiarito che la cultura costruisce ponti, pertanto una strategia culturale può aiutare a costruire questi ponti, dispiacendosi dell’assenza dei consiglieri italiani, ha invitato a imparare dal passato, anche dalla pandemia: essa ha modificato gli eventi culturali, chi lavora nel settore ha sofferto molto, ma queste persone sono state dimenticate perché non si trattava di aziende vere e proprie: bisogna chiedersi se si riesce a garantire loro condizioni di lavoro eque. Una strategia culturale dovrebbe garantire anche la messa a disposizione di spazi per la cultura, che spesso gli artisti non riescono a finanziarsi.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde)ha detto che a volte ci si immaginano gli artisti in maniera idilliaca, ma chi lavora per la cultura svolge un lavoro fondamentale. Egli studia violino, e spesso gli era stato chiesto “cosa studiasse veramente”, mentre poteva testimoniare che era più impegnativo di uno studio universitario. Il settore culturale, ha aggiunto, è pagato molto poco, lo sono anche i musicisti della Haydn, ma la cultura è anche un settore economico fatto di persone che lavorano sodo.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha ringraziato Ploner per rappresentare sempre il settore culturale, comprendendo che con l’emendamento era stato cercato un copromesso con l’assessore. Si è augurato che le Linee guida venissero redatte nell’ambito di un processo partecipativo con i vari stakeholder, e ha sostenuto la mozione augurandosi che una strategia come quella proposta potesse offrire anche opportunità lavorative ai giovani.
L’ass. Philipp Achammer ha ricordato, come detto da Ploner, che la situazione è cambiata dopo la pandemia. Aveva partecipato a uno scambio in Tirolo proprio sulla strategia culturale, eccellente in Stiria, e sull’equità delle retribuzioni. La Giunta ha sempre ritenuto di dover lavorare in base alla sussidiarietà senza dare indicazioni su cosa è o non è arte. Gli investimenti nella cultura sono aumentati negli ultimi anni – in Baviera invece si è risparmiato: si sostiene la pluralità artistica, e questo è importante; con la legge sulla cultura del 2015 si è cercato di stabilire requisiti non retorici, ma basati su parametri come rilevanza, sostenibilità, plausibilità dei costi, professionalità ecc.; in alcuni ambiti, come il teatro, c’è stata per esempio una vera esplosione. Ci vorrebbe un’unica strategia che però tenga conto delle varie differenze, anche tra i tre mondi linguistici. Proprio ieri si è incontrata la Consulta culturale, che intende riunirsi tre volte l’anno: ieri si è parlato di sviluppo e sostegno nei diversi mondi linguistici. Tutti hanno diritto alla partecipazione culturale, quindi bisogna chiedersi come raggiungere tutte le persone; la Consulta deve avere un ruolo importante nella definizione delle strategie e va ovviamente considerato che la cultura è un fattore economico. Ha invitato quindi a emendare in questo senso la parte dispositiva: in questo caso, avrebbero firmato anche gli assessori competenti.
L’ass. Marco Galateo ha confermato quanto detto da Achammer, aggiungendo che si lavora bene insieme alle tre Consulte culturali. Il tema dell’industria culturale è presente da diversi anni in tutte le politiche culturali; la Film Commission di IDM non fa una valutazione creativa ma di impatto economico. Le tre Consulte hanno proprie mission, ma possono collaborare, e in effetti già lo fanno.
In replica, A. Ploner ha detto a Knoll che il suo timore non ha ragione d’essere: si cerca di rappresentare tutti, con equilibrio tra le diverse realtà culturali; bisogna chiedersi, ha aggiunto, come la Provincia può aiutare i professionisti del settore. Scuola e cultura hanno bisogno l’una dell’altra, ma non conoscono realmente le relative necessità e procedure: anche questo è compito di una strategia culturale. In quanto agli stakeholder, ci sono persone in provincia, professionisti ed esperti, che hanno la competenza necessaria per accompagnare il processo. La mozione è stata emendata al fine di 1) incaricare la Consulta culturale provinciale dei tre gruppi linguistici dell’elaborazione di linee guida strategiche in ambito culturale, coinvolgendo gli stakeholder rilevanti del settore; 2) valutare quali sarebbero i vantaggi/gli svantaggi della creazione di un’agenzia indipendente per l’industria creativa e a definire di conseguenza le misure da adottare, e approvata con 31 sì (unanimità).
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha segnalato che l’emendamento ricevuto domenica mattina era di 50 pagine, e quindi era stato difficile prepararsi bene; tuttavia il tema era importante. Lui come non esperto del settore si fidava degli studi forniti e dei medici, nonché della sua pancia: importante era poter ottenere informazioni conducendo un dibattito serio e normale, e lasciare la libertà di decidere se vaccinarsi o meno.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA) ha detto che nella mozione si parlava della libertà di scelta dei genitori, non se vaccinarsi fosse giusto o sbagliato. Tale libertà era limitata: il consigliere ha ha ricordato che esponenti dei Verdi, del Team K e della SVP avevano detto in passato che obbligo vaccinale introdotto a Roma era esagerato, ma in provincia non si era fatto altro che aumentare quest’obbligo, con tanto di segnalazione alla procura dei minorenni, caso unico in Italia.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato di aver partecipato a un grande evento informativo sulle vaccinazioni in Alto Adige, dove era stato detto che entro il 2020 tutta la popolazione mondiale sarebbe stata autistica perché tutti erano stati vaccinati contro il morbillo. Non è giusto, ha aggiunto, costringere i genitori a far vaccinare i propri figli per garantire l’accesso all’asilo, perché la scelta deve essere libera e non deve limitare le possibilità di iscrizione, la denuncia alla Procura della Repubblica è riprovevole, tanto più che la misura va a scapito dei bambini. Prima del Covid si poteva parlare del tema senza un dibattito ideologico.
Zeno Oberkofler (Gruppo Verde) ha contestato che si fosse parlato di “metodi Gestapo”, e ha chiesto ad Anderlan che problema avesse con le affermazioni di Foppa, che il Gruppo verde difendeva. Egli era favorevole alle vaccinazioni, ma non al fatto che da esse dipendesse il diritto all’istruzione: il Gruppo verde era quindi a favore del punto (1), senza la soppressione del secondo comma.
La discussione proseguirà domani a partire dalle ore 10.00 **MC**
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