(AGENPARL) - Roma, 25 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 25 November 2025 Coldiretti autorizza la libera e gratuita pubblicazione della foto: “A Roma i premi “Amiche della Terra” nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
25 Novembre 2025
VIOLENZA DONNE: COLDIRETTI, DALLA MASSERIA RIFUGIO ALLA MUGNAIA SALVA BORGHI, PREMIATE LE STORIE ROSA DI RISCATTO E LIBERTA’
Menzione speciale per “Libeera”, la birra a filiera agricola femminile nata in collaborazione con la Fondazione Una Nessuna Centomila
C’è chi ha reso la sua Masseria un rifugio per le donne vittime di violenza, chi ha abbandonato il lavoro da tecnologa alimentare per avviare un mulino e ridare vita a un borgo, chi ha inventato un vero e proprio turismo d’alpeggio, chi ha “importato” il modello dei mercati contadini nel suo Paese per dare un futuro alla comunità d’appartenenza. Sono alcune delle storie di riscatto e libertà premiate a Roma dalle Donne della Coldiretti con il riconoscimento “Amiche della terra”, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Alla cerimonia hanno preso parte il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, la responsabile di Donne Coldiretti Mariafrancesca Serra, insieme a Marina Calderone, Ministro del Lavoro, Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Lauren Phillips, vicedirettrice Fao per la trasformazione rurale inclusiva e uguaglianza di genere, Federica Diamanti, vicepresidente Ifad, Maria Siclari, direttore generale di Ispra, Stefania Basili, Prorettrice alla Comunicazione scientifica e Ordinario di Medicina Interna alla Sapienza, la fumettista Cinzia Leone, l’autrice tv Giovanna Flora e la scrittrice Elvia Gregorace.
Il riconoscimento “Amiche della Terra” premia quelle donne che hanno saputo trasformare l’impresa agricola in un presidio di dignità, inclusione, tutela dell’ambiente e della biodiversità, dimostrando che l’agricoltura è uno dei luoghi dove oggi si costruisce una nuova cultura di rispetto ed emancipazione.
Un esempio è la Masseria rifugio nelle campagne del Salento, dove Gabriella Rondini accoglie donne vittime di violenza, affiancando alla produzione di zafferano un progetto sociale di inclusione. In questo modo offre un luogo sicuro, dove ritrovare fiducia, autonomia e speranza.
Ma c’è anche chi, come Chiara del Bono, ha abbandonato il lavoro di tecnologa alimentare per grandi aziende per recuperare un antico mulino, dove si è trasformata in mugnaia, primo passo per riportare in vita il piccolo borgo medievale di Roccaprebalza, in Emilia Romagna. Il rito della panificazione coinvolge gli abitanti del Paese ed è diventato motivo di richiamo anche per i turisti.
La rinascita delle aree interne è al centro anche della storia di Roberta Colombero che in Piemonte ha recuperato l’antico mestiere della malgara. Alla produzione di latte e formaggi ha saputo abbinare un vero e proprio turismo d’alpeggio, aprendo le porte a chi vuole vivere la montagna in prima persona. I suoi ospiti non sono semplici visitatori, ma partecipano alla vita di malga, imparano a mungere, a pascolare, a riconoscere il valore del tempo lento e delle cose semplici.
Antonella Di Tonno, abruzzese, ha iniziato con una piccola partecipazione in una azienda vinicola a Loreto Aprutino, che in breve è arrivata a rilevare, arrivando a produrre oltre un milione di bottiglie l’anno ed esportare in più di 75 paesi. Un modello non solo di successo ma anche di sostenibilità e inclusione. La sua cantina è stata la prima a ottenere la certificazione Geeis-Diversity, con oltre metà del team composto da donne e il 30% da persone di diversi paesi.
Donne che guidano la rinascita delle comunità come anche nel caso di Eman Ahmed Abdelaziz Seif Ahmed che ha importato in Egitto il modello dei mercati contadini di Campagna Amica. Il risultato è stata l’apertura del primo farmers marke ad Alessandria d’Egitto che si è presto trasformato in un luogo di scambio culturale ed emancipazione in cui le produttrici non solo vendono, ma si sostengono a vicenda, condividono esperienze e creano una rete di solidarietà.
Sara Canale, ligure, ha invece iniziato la sua carriera professionale come biologa per aziende di ricerca, ma ha avuto il coraggio di cambiare vita acquistando un terreno abbandonato da cinquant’anni con un casale in rovina e costruendo il suo agriturismo dei sogni, il “C’era una volta”.
Nelle campagne laziali Serena Gallaccio si è inventata agri-planner per cerimonie. Le sue creazioni realizzate con le erbe del giardino diventano allestimenti aromatici per matrimoni, compleanni, ricorrenze, in cui anche la parte decorativa che colora, profuma e fa da cornice può, a fine evento, essere recuperata e donata agli invitati, che potranno riutilizzarla come meglio credono nell’ottica dell’economia circolare e dello spreco 0.
La giovane umbra Valentina Alunno ha avviato il progetto “Contadina Contemporanea”, nato dall’unione tra arte e agricoltura per raccontare una nuova immagine della donna in agricoltura, fatta di concretezza, competenza e passione. Da un vecchio camioncino con cui aveva iniziato, è passata oggi ai food truck, con cui partecipa a fiere, eventi e show cooking, promuovendo il suo territorio e una visione di qualità e sostenibilità, con piatti della tradizione.
L’uso dei social e l’innovazione caratterizzano, invece, la storia di Valeria Comensoli Ruggeri, allevatrice – influencer. Ogni giorno racconta sul web la vita nella sua stalla modello di benessere animale, con strutture moderne e sistemi di ventilazione e raffrescamento, l’uso di mais a km zero per l’alimentazione, biogas e impianti fotovoltaici per garantire efficienza energetica, rispetto ambientale e qualità produttiva. Un’attività che l’ha resa una vera e propria star di internet.
Moira Donati, trentina, incarna invece la tenacia femminile. La sua azienda AgriLife, divenuta un modello di gestione innovativa, è stata devastata in estate da un terribile incendio che ha cancellato in pochi minuti stalla, fienile e anni di sacrifici. L’allevatrice non si è persa d’animo e ha già riportato in azienda gli animali e fatto ripartire l’attività.
Premio speciale a “Libeera”
In questa edizione è stato assegnato un premio speciale a “Libeera”, la prima birra da filiera agricola interamente al femminile, nata come simbolo di rispetto, libertà e rinascita. Un progetto che afferma con forza il rifiuto della violenza sulle donne e che rappresenta il primo risultato concreto del protocollo d’intesa tra Fondazione Una Nessuna Centomila e Coldiretti, insieme a Consorzio Birra Italiana, Filiera Agricola Italiana e Campagna Amica. Alla premiazione è intervenuta anche Giulia Minoli, presidente della Fondazione.
Libeera è frutto del lavoro congiunto di imprenditrici agricole del Consorzio Birra Italiana, che hanno unito competenze e materie prime provenienti da diverse regioni, dando vita a una ricetta capace di valorizzare territori e professionalità femminili. Il progetto si fonda su tre pilastri: il sostegno ai centri antiviolenza, la promozione di una narrazione positiva della forza femminile e la valorizzazione del ruolo delle donne nella filiera agricola.
Anche l’etichetta contribuisce al messaggio: riporta il 1522, il QR code per le donazioni alla Fondazione Una Nessuna Centomila e una breve sintesi del progetto. Il design, essenziale e immediato, combina l’oro e il magenta – colori della libertà e della rinascita – alla sagoma stilizzata di una donna che si libera da una gabbia. Per ogni bottiglia venduta, 20 centesimi vengono destinati alla Fondazione, a sostegno dei percorsi di protezione e reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.
I numeri dell’agricoltura in rosa
Le imprese agricole guidate da donne rappresentano oggi il 28% del totale in Italia, con una presenza sempre più determinante e innovativa nei diversi comparti, dall’allevamento all’agriturismo, secondo l’analisi di Donne Coldiretti. Oltre alle attività produttive, molte agricoltrici si impegnano anche in iniziative sociali, come fattorie didattiche, agriasili e progetti di inclusione per donne in difficoltà. Tra le nuove generazioni spiccano circa 13 mila imprenditrici under 35, che puntano su tecnologia e innovazione. Le regioni con più imprese femminili sono Sicilia, Puglia e Campania, seguite da Piemonte e Toscana. Le agricoltrici italiane inoltre sono sempre più istruite: una su quattro è laureata, spesso in discipline non agrarie. Più della metà diversifica le proprie attività con vendita diretta, agriturismo o trasformazione dei prodotti, mentre il 60% pratica agricoltura biologica o biodinamica, promuovendo sostenibilità e biodiversità. Un ruolo fondamentale per la vitalità economica e sociale delle aree rurali.