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Comunicato stampa
25-11-2025
Tornata
LIBE
Ungheria: allarme sul crescente deterioramento dello stato di diritto [7]
Violazioni persistenti minacciano i valori europei e l’ordine giuridico dell’UE
I deputati denunciano ingerenze nella giustizia, corruzione, uso improprio dei fondi UE e attacchi alla società civile
Richieste conseguenze concrete qualora le accuse di spionaggio fossero provate
Allarme per i contenuti politici generati dall’IA in vista delle elezioni del 2026
Martedì, i deputati hanno adottato il secondo rapporto intermedio sull’erosione dello stato di diritto in Ungheria e sulle continue violazioni dei valori dell’UE.
Approvato con 415 voti favorevoli, 193 contrari e 28 astensioni, il rapporto sulla procedura dell’articolo 7 [8] (avviata dal Parlamento nel 2018) esamina gli sviluppi in tutte le 12 aree critiche [9], tra cui il funzionamento del sistema elettorale, l’indipendenza della magistratura e la corruzione.
Declino persistente dei valori dell’UE e dello stato di diritto*
Esaminando la situazione nel paese, i deputati denunciano la revisione da parte della Corte suprema ungherese delle sentenze della Corte di giustizia dell’UE prima della loro applicazione (in violazione della prassi), le minacce all’indipendenza giudiziaria e il rifiuto sistematico di attuare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. Evidenziano inoltre il legame tra corruzione e integrità elettorale, incluse reti clientelari, e gli ostacoli persistenti affrontati dall’organo ungherese anticorruzione, mettendo potenzialmente a rischio l’intera dotazione dei fondi UE destinati all’Ungheria. Criticano inoltre la decisione della Commissione di sbloccare i fondi di coesione ( impugnata dal Parlamento davanti alla Corte [10] ) e sottolineano la necessità di garantire che i beneficiari finali, compresa la società civile, non restino privi di sostegno finanziario.
Altre criticità includono l’indebolimento sistematico del Consiglio giudiziario nazionale, la mancata tutela dei diritti dei cittadini, le minacce alla libertà accademica, pratiche commerciali motivate politicamente, l’assegnazione di pubblicità statale ai media filogovernativi e il divieto de facto delle marce del Pride [11] .
Contenuti politici generati dall’IA in vista delle elezioni del 2026*
I deputati esprimono preoccupazione per il crescente uso di contenuti politici generati dall’intelligenza artificiale e non etichettati in Ungheria in vista delle elezioni del 2026, in particolare per la diffusione intenzionale di video deepfake su canali social strettamente legati al partito e alla campagna del primo ministro, e per la loro diffusione coordinata. Osservano inoltre che tali materiali sono preoccupanti nel contesto del regolamento sui servizi digitali, delle norme UE in materia di protezione dei dati e della legge sull’IA, sottolineando che l’uso deliberato di contenuti generati dall’IA per ingannare gli elettori, screditare gli avversari e compromettere l’integrità dei processi elettorali può violare gli standard elettorali nazionali e rappresentare una grave minaccia per la correttezza delle elezioni democratiche.
Nuova spinta per sanzioni*
Il Parlamento rileva che la situazione ungherese è ulteriormente peggiorata, anche a causa dei mancati progressi del Consiglio nella tutela dello stato di diritto, e ribadisce la trasformazione del paese in un “ regime ibrido di autocrazia elettorale [12] ”, chiedendo nuovamente l’avvio dell’azione diretta ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 2, del Trattato sull’Unione Europea. Nel rapporto si condanna il ricorso ripetuto dell’Ungheria al veto in Consiglio come strumento di pressione, nonché l’uso strumentale degli strumenti di bilancio e l’esistenza di lacune che potrebbero consentire di aggirare le restrizioni del regolamento sulla condizionalità [13] .
I deputati si aspettano che l’indagine della Commissione europea sulle presunte attività di spionaggio ungheresi nelle istituzioni dell’UE sia presentata al più presto, chiarendo il ruolo del Commissario Várhelyi (all’epoca capo della Rappresentanza permanente dell’Ungheria) e sottolineano che eventuali conclusioni devono avere conseguenze concrete.
Dichiarazione*
La relatrice Tineke Strik [14] (Verdi/ALE, NL) ha dichiarato: “La mancanza di un’azione decisiva da parte di Commissione e Consiglio ha permesso un’erosione continua della democrazia e dello stato di diritto. L’UE non può permettere che la deriva autocratica dell’Ungheria prosegua. Ogni ulteriore ritardo da parte del Consiglio violerebbe i valori stessi che afferma di difendere”.
Una conferenza stampa con la relatrice Tineke Strik [15] (Verdi/Ale, NL) e i relatori ombra Michał Wawrykiewicz [16] (PPE, PL), Krzysztof Śmiszek [17] (S&D, PL), Sophie Wilmès [18] (Renew, BE) e Konstantinos Arvanitis [19] (The Left, EL) si svolgerà alle 16.30 in plenaria a Strasburgo, ed è disponibile in diretta e on demand [20] .
Per ulteriori informazioni
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Procedura (EN/FR)
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Scheda informativa: La protezione dei valori dell’articolo 2 del TUE nell’Unione europea
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