(AGENPARL) - Roma, 24 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 24 November 2025 Bollettino Statistico
Il mercato assicurativo vita italiano 2024
Anno XII n. 4 – novembre 2025
Bollettino Statistico
Il mercato assicurativo vita italiano 2024
Anno XII n. 4 – novembre 2025
(decreto legge 6 luglio 2012 n. 95 convertito con legge 7 agosto 2012 n. 135)
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 56/2015 del 23 marzo 2015
Direzione e Redazione presso l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni
Direttore responsabile
Roberto Novelli
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ISSN 2421-3004 (online)
A cura di: Daniela Mariani, Angelica Policella, Enzo Mario Ricci e Agostino Tripodi.
Tutti i diritti riservati
È consentita la riproduzione a fini didattici e non commerciali, a condizione che venga citata la fonte
Grafica e stampa a cura della Divisione Editoria e stampa della Banca d’Italia
Indice
1. SINTESI – CONTESTO CONGIUNTURALE DEL MERCATO VITA
2. RACCOLTA PREMI – DINAMICHE DI PRODUZIONE
3. LE SPESE DI GESTIONE
4. GLI ONERI PER SINISTRI
5. I REDDITI DEGLI INVESTIMENTI
6. IL RISULTATO DEL CONTO TECNICO
7. LE GESTIONI SEPARATE
Gli attivi
Le riserve tecniche
I tassi lordi di rendimento realizzati
La quota di rendimento trattenuta
Le plus e minusvalenze latenti per gli attivi a reddito fisso
Le garanzie finanziarie
8. I FONDI INTERNI
9. L’OFFERTA ASSICURATIVA VITA – PRODOTTI INDIVIDUALI
I costi medi dei prodotti IBIP – il RIY
Le performance nette attese medie
Il confronto 2022-2025 dei costi medi e delle performance
nette attese medie degli IBIP
Costi medi e performance nette attese medie per RHP
Costi medi e performance netta attesa media per livello
di rischio dell’investimento
Costi medi e performance netta attesa media
per tipologia di fondo sottostante i prodotti unit-linked e multiramo
10. NOTA METODOLOGICA E AVVERTENZE
1. SINTESI – CONTESTO
CONGIUNTURALE DEL MERCATO VITA
Nel 2024 il mercato assicurativo vita conferma le tendenze osservate nell’esercizio
precedente. La raccolta premi nei contratti rivalutabili, classificati nel ramo I, ha
registrato un incremento del +10,9% su base annua e rappresenta il 66,5% della
produzione complessiva. Anche il ramo III, riferito ai contratti unit-linked, mostra
una crescita significativa, pari al +59,0% nel 2024 e un ulteriore incremento del
+26,1% nei primi nove mesi del 20251.
I costi di gestione sono rimasti stabili nel ramo I, mentre nel ramo III sono diminuiti
per effetto della riduzione dell’incidenza delle provvigioni e delle altre spese di
acquisizione sui premi.
I riscatti nel ramo I hanno mostrato segnali di rallentamento, con dinamiche diverse
tra canali bancari e tradizionali. Nel ramo III, la domanda di riscatti è aumentata nel
2024, ma ha iniziato a calare tra aprile e settembre 2025.
La redditività complessiva del comparto, principalmente generata dagli
investimenti a reddito fisso (titoli di Stato e obbligazioni private), è stata influenzata
positivamente dall’ andamento dei tassi d’interesse e del rafforzamento dei corsi
obbligazionari. Nel ramo I la redditività rimane stabile, mentre per il ramo III si
rileva un aumento dovuto alla rivalutazione degli attivi a valore di mercato.
La gestione tecnica del ramo I ha registrato un risultato positivo, confermando
la capacità del comparto di generare stabilità anche in una fase di mercato
caratterizzata da incertezza e moderata volatilità. Nel ramo III il risultato tecnico
ha continuato a risentire delle dinamiche dei riscatti, che hanno determinato oneri
superiori ai premi. Nonostante i maggiori redditi da investimento, il conto tecnico
del ramo ha chiuso in perdita per il terzo anno consecutivo.
Le gestioni separate hanno continuato a svolgere un ruolo centrale nella
generazione di rendimento, pur mantenendo per il terzo anno consecutivo un
differenziale negativo, in attenuazione, rispetto al rendimento dei BTP decennali. Le
gestioni senza fondo utili hanno beneficiato di una ricomposizione del portafoglio
cedolare (riduzione della quota cedolare di titoli di Stato a favore di quelle delle
obbligazioni corporate e di altri tipi) e della riduzione delle minusvalenze latenti. A
beneficio degli assicurati, il rendimento medio lordo realizzato è in lieve aumento
e la quota di rendimento trattenuta dalle imprese si è ridotta. Il rendimento medio
lordo delle gestioni separate, pari al 2,8%, si è collocato al di sopra di quello dei
Nei rami I e III confluiscono anche le rispettive componenti derivanti dai contratti multiramo.
fondi interni obbligazionari, ma rimane inferiore rispetto alle altre categorie2. Nel
2024 si è osservata una forte riduzione delle minusvalenze latenti sugli attivi a
reddito fisso nelle gestioni separate (da -53,7 a -31,4 miliardi di euro) attribuibile
alla ripresa dei corsi obbligazionari e a una gestione dinamica delle vendite degli
attivi sottostanti.
Nei contratti di ramo III, gli investimenti si sono distribuiti in modo equilibrato tra
fondi interni ed esterni. La composizione dei fondi interni mostra una prevalenza di
fondi flessibili, seguiti da obbligazionari, azionari e, in misura minore da bilanciati e
fondi di liquidità con performance coerenti rispetto al profilo di rischio: più elevate
per gli azionari, più contenute per gli obbligazionari.
L’offerta di prodotti si è ampliata nelle linee rivalutabili e multiramo, mentre è
diminuita per le unit-linked. Si è ridotta l’offerta di prodotti a vita intera, a favore di
quelli con scadenza definita. Tra le novità, spiccano molti prodotti collegati a più
gestioni separate e con rendimento garantito superiore allo 0%.
L’integrazione dei criteri ESG3 si conferma un elemento di interesse nell’offerta, con
una quota significativa di opzioni di investimento che ricadono nelle classificazioni
previste dagli articoli 8 e 9 del Regolamento SFDR4.
Tra settembre 2023 e settembre 2025 si osserva un aumento delle performance
medie attese dei contratti rivalutabili, una flessione per le unit-linked e una
sostanziale stabilità per i multiramo. I costi associati alle tre categorie risultano
complessivamente stabili.
Le performance attese5 dei fondi sottostanti alle polizze unit-linked e multiramo
(componente di ramo III) sono in media simili (3,1%). I fondi esterni risultano più
onerosi, con un costo medio di 0,8 punti percentuali superiore rispetto a quello dei
fondi interni.
Fondi interni bilanciati, azionari, flessibili e di liquidità. I rendimenti netti percepiti dagli assicurati
possono variare in funzione dei costi applicati sui contratti.
ESG: Environmental, Social e Governance.
Regolamento (UE) 2019/2088. La differenza tra i prodotti finanziari dell’Art. 8 e dell’Art. 9 del Regolamento
SFDR sta nell’obiettivo di sostenibilità e nel livello di commitment. L’Art. 8 promuove caratteristiche ambientali o
sociali (fondi light green) e l’Art. 9 persegue un obiettivo di investimento sostenibile (fondi dark green). L’Art. 8 non
ha come obiettivo primario la sostenibilità, mentre l’Art. 9 richiede un impegno più forte e dettagliato verso la
sostenibilità ambientale e/o sociale.
Le performance medie attese sono quelle riportate nei KID (key information document), ossia nei
documenti informativi previsti dalla normativa europea per tutti i prodotti di investimento finanziario (c.d.
PRIIP, di cui gli IBIP sono parte), calcolate sulla base di uno scenario finanziario moderato e in corrispondenza
del periodo raccomandato di detenzione della polizza (RHP – recommended holding period).
2. RACCOLTA PREMI – DINAMICHE
DI PRODUZIONE
Nel 2024, la raccolta premi del comparto vita ha raggiunto 110,5 miliardi di euro,
segnando una variazione positiva di +21,2% rispetto all’anno precedente. I rami
I e III hanno continuato a costituire le componenti prevalenti della produzione,
rappresentando complessivamente il 94,9% del totale, con un ammontare
rispettivamente pari a 73,4 miliardi di euro per il ramo I e 31,5 miliardi per il ramo III.
Si è rilevato un aumento marcato anche nel ramo V6 (+44,5%,) mentre la produzione
riferita al ramo VI7 ha evidenziato una lieve contrazione (-1,9%), tuttavia, in valori
assoluti, le citate variazioni ammontano rispettivamente a +445,3 e -73,1 milioni
di euro.
Il ramo I ha confermato la crescita registrata nel 2023, con un’ulteriore espansione
del +10,9% nel 2024 e un incremento del +5,4% nei primi nove mesi del 2025
rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Per il ramo III si è osservata
una ripresa significativa, con una crescita del +59,0% nel 2024 e del +26,1% nei
primi nove mesi dell’anno successivo.
Figura 1
Premi per ramo
(miliardi di euro)
+3.9%
+21.2%
+4.5%
−4.4%
−11%
−3.3%
Fonte: modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008).
Operazioni di capitalizzazione.
Operazioni di gestione di fondi collettivi costituiti per l’erogazione di prestazioni in caso di morte, in
caso di vita o in caso di cessazione o riduzione dell’attività lavorativa.
Nel ramo I, le polizze a premio unico continuano a rappresentare la forma
prevalente, con un’incidenza pari all’84,8% della raccolta complessiva del ramo.
Tale quota è in lieve crescita rispetto al dato registrato nel 2023 (82,6%) e in linea
con l’incidenza media degli ultimi cinque anni.
Il rafforzamento della raccolta premi nel ramo I può essere ricondotto alla
riduzione dei tassi di interesse, che ha reso più competitivi i rendimenti
offerti dalle gestioni separate collegate ai contratti rivalutabili rispetto ad altri
investimenti. La recente introduzione di gestioni separate con fondo utili ha
ulteriormente contribuito a stabilizzare i rendimenti prospettici, conferendo
maggiore resilienza al comparto.
In termini di composizione dell’offerta, nel 2024, nonostante la crescita della
raccolta in valore assoluto per tutte le tipologie di prodotto, si è osservata una
lieve contrazione della quota dei premi associati a polizze a vita intera sul totale dei
premi vita, dal 40,1% al 38,4%. In parallelo, si è registrato un moderato incremento
della quota di premi riconducibile ai contratti multiramo, dal 23,3% al 24,7%, e ai
contratti misti, dal 22,4% al 23,2%. La quota riferita alle coperture previdenziali
rimane stabile rispetto all’anno precedente.
Figura 2
Premi per tipologia di prodotto
(miliardi di euro)
+30,0%
+ 6,8%
+16,2%
+28,6%
+26,3%
+15,6%
Intera
Multiramo
Forme
miste
Fonte: Segnalazione Solvency II.
Previdenziali
Altro
La distribuzione della raccolta per canale distributivo evidenzia il consolidamento
del canale bancario-postale, che nel 2024 ha intermediato il 72,1% della produzione,
in aumento rispetto al 70,1% del 2023. Il canale tradizionale, composto da agenti
e broker, ha rappresentato il 16,5% della raccolta, in flessione rispetto all’anno
precedente (17,8%). La vendita diretta si è attestata all’11,4%, in lieve diminuzione.
Nell’ambito del canale bancario-finanziario, la raccolta premi ha registrato
incrementi significativi per i contratti unit-linked e multiramo, con variazioni
rispettivamente pari al +73,9% e al +32,8%. Anche i contratti rivalutabili hanno
evidenziato una crescita, più contenuta, pari al +8,3%.
Per il canale tradizionale, si è rilevato un aumento del +12,9% nella raccolta riferita
ai contratti di ramo I, mentre si è verificata una contrazione del -50,5% nei premi
associati ai contratti unit-linked. La produzione relativa ai contratti multiramo ha
mostrato una variazione positiva del +5,6%.
Figura 3
Premi per tipologia di prodotto e canale distributivo
(miliardi di euro)
Tradizionale
Bancario/Postale
−12.6%
+23.4%
−4.8%
−11.4%
−18.5%
+11.5%
Ramo I
Ramo_III
Multiramo
Coll./Altro
3. LE SPESE DI GESTIONE
Nel 2024, il rapporto tra le spese di gestione e i premi lordi contabilizzati si è
mantenuto pressoché stabile per il ramo I, con un’incidenza pari al 4,4%. Per il
ramo III si è osservata una riduzione dal 4,3% al 3,7%, correlata all’aumento della
produzione.
Il rapporto tra provvigioni e premi si è ridotto lievemente, dal 2,2% del 2023 al
2,0% del 2024 per il ramo I e dal 2,1% all’1,8%, per il ramo III. Contestualmente,
per il ramo I è cresciuta l’incidenza delle altre spese di amministrazione (dall’1,2%
all’1,5%) mentre si osserva una lieve diminuzione per il ramo III (dall’1,4% all’1,3%).
L’incidenza delle altre spese di acquisizione è rimasta stabile per il ramo I (0,9%) e
si è ridotta per il ramo III (dallo 0,8% allo 0,5%).
Tavola 1
Incidenza spese/premi
(valori percentuali)
Ramo I
Ramo III
Incidenza Provvigioni
Incidenza Altre spese acquisizione
Incidenza Altre spese amministrazione
Incidenza Totale spese di gestione
Fonte: modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008).
In termini di composizione interna, il peso delle provvigioni sul totale delle spese di
gestione del ramo I è diminuito dal 51,0% del 2023 al 45,9% del 2024. Per contro,
nel ramo III si è osservato un lieve aumento della quota provvigionale dal 48,8% al
49,6%.
Le altre spese di amministrazione hanno acquisito maggiore peso relativo in
entrambi i rami. Per il ramo I l’incidenza è aumentata dal 28,8% al 33,5%, mentre
per il ramo III è cresciuta dal 32,8% al 35,8%. Nel ramo I si è inoltre osservato un
lieve aumento delle altre spese di acquisizione, passate dal 20,2% al 20,6%. Di
contro, nel ramo III, tale voce si è ridotta dal 18,4% al 14,6%.
Questi dati evidenziano una trasformazione nella struttura dei costi operativi del
ramo I, con un incremento dell’incidenza delle spese fisse e di amministrazione
rispetto ai costi variabili legati alla distribuzione. Il fenomeno potrebbe riflettere
l’evoluzione dei modelli distributivi e l’aumento della digitalizzazione dei processi.
4. GLI ONERI PER SINISTRI
Nel 2024, gli oneri per sinistri del ramo I si sono attestati a 72,2 miliardi di euro,
registrando una contrazione del -10,3% rispetto agli 80,5 miliardi rilevati nel 2023.
La componente prevalente degli oneri è rappresentata dai riscatti, pari a 52,4
miliardi (72,6% del totale). Rispetto all’esercizio precedente, tale voce ha subito
una riduzione del -12,4%.
L’indicatore oneri su riserve tecniche dell’esercizio precedente, dopo l’aumento
rilevante osservato tra il 2022 e il 2023, quando l’indicatore era salito dal 9,5% al
14,7%, ha evidenziato una flessione consistente, dal 14,7% del 2023 al 13,0% nel
2024.
Nel ramo III, gli oneri per sinistri hanno raggiunto i 36,8 miliardi di euro, in crescita
del +35,4% rispetto ai 27,2 miliardi del 2023. Anche in questo caso la maggiore
incidenza è associata ai riscatti, che ammontano a 31,1 miliardi, con un’incidenza
dell’84,4% sul totale e un incremento del +37,1% rispetto al 2023.
L’indicatore oneri su riserve tecniche dell’esercizio precedente si è attestato
al 14,4%, in aumento rispetto all’11,5% dell’anno precedente, superando il dato
corrispondente del ramo I. La dispersione dell’indicatore tra le imprese risulta
ampliata, come testimoniato dall’incremento della differenza interquartile.
Figura 4
Oneri/Riserve
Ramo III
Ramo I
Fonte: modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008).
Per quanto riguarda il tasso di riscatto (rapporto tra riscatti e riserve tecniche
dell’esercizio precedente), nel ramo I si è osservata una riduzione dell’indicatore
medio, dal 10,9% del 2023 al 9,5% nel 2024. Il calo è attribuibile alla riduzione degli
importi riscattati e all’incremento delle riserve tecniche, aumentate nel 2024 del
+1,0% dopo una contrazione di – 0,8% l’anno precedente.
Nel ramo III, al contrario, il tasso di riscatto è cresciuto dal 9,6% al 12,1%, sostenuto
in larga parte dall’aumento degli oneri per riscatti.
Nel ramo I, l’analisi per canale distributivo evidenzia che nel 2024 il tasso di riscatto
mensile è risultato in media più elevato per le imprese che operano prevalentemente
tramite il canale bancario, con un picco dell’1,3% nel mese di aprile, in riduzione
rispetto all’1,8% di marzo 2023. Le imprese con canale tradizionale prevalente
hanno registrato valori inferiori, con un massimo dell’1,1% nello stesso mese.
Nel primo semestre 2025, il tasso di riscatto è risultato generalmente più contenuto
per il canale bancario, con un massimo dell’1,0% a febbraio. Il canale tradizionale
ha raggiunto il picco dell’1,1% a marzo. A partire da luglio, il canale bancario ha
nuovamente superato quello tradizionale in termini di valore dell’indicatore.
Figura 5
Riscatti/riserve mensili per canale distributivo1
Ramo I
Bancario
Tradizionale
Ramo III
Bancario
Tradizionale
Fonte: monitoraggio degli investimenti (lettera al mercato IVASS n. 198073 del 2018) per le informazioni
relative ai riscatti e modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008) per il dato
sulle riserve tecniche.
(1) Escluso canale postale.
Nel ramo III, il canale bancario ha mostrato un tasso di riscatto mediamente
superiore rispetto al canale tradizionale fino a ottobre 2024, con una inversione
da novembre a maggio 2025. Il canale tradizionale ha fatto registrare picchi
dell’1,5% e dell’1,4% a febbraio e marzo 2025. Da aprile a settembre 2025, i valori
dell’indicatore si sono ridotti per entrambi i canali.
L’indicatore riscatti su premi cumulati ha evidenziato tra il 2024 e il 2025, per il
ramo I, una tendenza alla riduzione per il canale bancario, mentre si è mantenuto
stabile per il canale tradizionale, con valori costantemente inferiori al 100%. Nel
ramo III, l’indicatore riferito al canale bancario è rimasto quasi sempre superiore a
quello del canale tradizionale e ha superato la soglia del 100% fino a marzo 2025.
Al contrario, il canale tradizionale ha evidenziato valori inferiori e sempre al di sotto
di tale soglia.
Figura 6
Riscatti/Premi cumulati al mese per canale distributivo1
Ramo I
Bancario
Tradizionale
Ramo III
Bancario
Tradizionale
Fonte: monitoraggio degli investimenti (lettera al mercato IVASS n. 198073 del 2018).
(1) Escluso canale postale.
5. I REDDITI DEGLI INVESTIMENTI
Nel 2024, la redditività del ramo I si è attestata a 15,9 miliardi di euro, sostanzialmente
stabile rispetto ai 16 miliardi registrati nel 2023. La componente prevalente dei
redditi finanziari è rappresentata dai proventi derivanti da strumenti a reddito fisso,
in particolare titoli di Stato e obbligazioni private, che continuano a costituire il
principale canale di allocazione delle risorse per il comparto assicurativo vita.
Dal secondo semestre del 2023, con la progressiva attenuazione delle tensioni sui
mercati finanziari e la conseguente riduzione dei tassi di interesse, si è osservato
un miglioramento nella performance degli investimenti, in particolare per le attività
detenute a lungo termine. Il ritorno su titoli a reddito fisso si è dimostrato positivo,
grazie alla ricomposizione dei portafogli già avviata nel biennio precedente.
Fino al 2021 l’indicatore redditi su riserve tecniche del ramo I non presentava una
correlazione sistematica con il rendimento dei BTP decennali. A partire dal 2022,
in concomitanza con la risalita dei tassi di mercato, si è osservata una correlazione
positiva tra le due variabili, con un progressivo allineamento della redditività delle
gestioni assicurative al contesto macrofinanziario.
Figura 7
(Redditi da investimenti)/Riserve tecniche
Ramo I
Ramo III
−5%
−10%
−10%
−20%
−15%
−30%
variazione FTSE MIB
−40%
−20%
Rendimento BTP
−1%
Fonte: modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008).
Per quanto riguarda il ramo III, la redditività complessiva degli investimenti ha
registrato un incremento significativo, attestandosi a 20,9 miliardi di euro nel
2024, a fronte dei 15,7 miliardi del 2023. L’aumento è attribuibile prevalentemente
alla rivalutazione di mercato degli attivi sottostanti, dei contratti unit-linked le
cui prestazioni sono direttamente collegate al valore corrente degli strumenti
finanziari. Nel ramo III, l’andamento dei redditi evidenzia una stretta correlazione
con l’andamento dell’indice azionario FTSE MIB, riflettendo la maggiore esposizione
al rischio di mercato tipica di tali contratti.
Tali evidenze confermano il diverso profilo di rischio-rendimento tra i due rami. Il
ramo I, orientato alla stabilità, continua a basarsi su flussi cedolari costanti e su
un orizzonte d’investimento di lungo periodo. Il ramo III riflette le oscillazioni dei
mercati finanziari, risultando più reattivo ai mutamenti del contesto economico.
Nel 2024 si rileva una ripresa dei redditi da investimento in entrambi i comparti,
sostenuta dalla riduzione dei tassi e da condizioni di mercato più favorevoli rispetto
al biennio precedente.
6. IL RISULTATO DEL CONTO TECNICO
Nel 2024, il conto tecnico del ramo I ha beneficiato della ripresa nella raccolta
premi e della contrazione degli oneri per sinistri. Le prestazioni liquidate
risultano inferiori rispetto ai premi contabilizzati e ciò ha determinato un
incremento netto delle riserve tecniche pari a 6,6 miliardi di euro, in netta
controtendenza rispetto al 2023 (‑10,9 miliardi).
Tavola 2
Ramo I – Conto tecnico
(milioni di euro)
Premi contabilizzati
66.181
72.637
65.716
62.294
60.097
66.128
73.442
Oneri relativi ai sinistri
-50.196 -50.762 -51.645 -49.722 -52.828 -80.480 -72.188
Variazione riserve tecniche
-22.968 -28.601 -19.882 -17.034 -10.177
10.915
-6.562
Altre partite tecniche
-1.263
-1.424
-1.529
-1.626
-1.534
-1.544
-1.582
Spese di gestione
-2.835
-2.909
-2.679
-2.715
-2.708
-2.893
-3.205
Redditi investimenti al
netto quota utile trasferito
11.120
15.922
12.142
13.022
5.277
16.040
15.927
Risultato del conto
tecnico al lordo della
riassicurazione
4.863
2.122
4.219
-1.873
8.166
5.833
Risultato del conto
tecnico al netto della
riassicurazione
4.974
2.178
4.262
-1.892
8.111
5.739
Premi contabilizzati
29.838
27.882
29.609
39.811
28.269
19.736
31.486
Oneri relativi ai sinistri
-18.331 -18.518 -17.653 -21.476 -19.526 -27.213 -36.840
Ramo III – Conto tecnico
(milioni di euro)
Variazione riserve tecniche
-531 -24.693 -16.147 -33.762
18.813 -11.707 -17.664
Altre partite tecniche
1.054
1.281
1.323
1.359
1.649
Spese di gestione
-1.111
-1.042
-1.154
-10.522
16.037
4.445
14.553 -28.507
15.725
20.882
Risultato del conto
tecnico al lordo della
riassicurazione
1.030
-2.973
-1.642
Risultato del conto
tecnico al netto della
riassicurazione
1.041
-2.973
-1.643
Redditi investimenti al
netto quota utile trasferito
Fonte: modulo 20 allegato al bilancio di esercizio (Regolamento ISVAP n. 22 del 2008).
I redditi da investimenti, pressoché invariati rispetto all’esercizio
precedente, hanno contribuito positivamente al saldo della gestione tecnica.
Complessivamente, la gestione del ramo I ha chiuso l’anno con un risultato
tecnico positivo, confermando la capacità del ramo di contribuire alla stabilità
del comparto vita.
Nel ramo III, il risultato tecnico ha continuato a risentire delle dinamiche di
riscatto, che hanno determinato oneri superiori alla raccolta premi. La variazione
delle riserve tecniche è risultata pari a 17,7 miliardi di euro. Nonostante i redditi
da investimenti siano risultati in aumento e abbiano generato un saldo positivo,
il conto tecnico del ramo III ha chiuso in perdita per il terzo anno consecutivo.
7. LE GESTIONI SEPARATE
Nel 2024, il numero complessivo di gestioni separate si è ridotto da 293 a 279.
Tale contrazione è imputabile alle gestioni tradizionali, passate da 271 a 246.
Parallelamente, le gestioni con fondo utili sono aumentate da 22 a 33, includendo
una nuova gestione in valuta estera che si aggiunge alle 14 già esistenti.
Gli attivi
Gli attivi complessivi riconducibili alle gestioni separate hanno raggiunto i 580,5
miliardi di euro. Di questi, 552,8 miliardi fanno riferimento alle gestioni senza fondo
utili e 27,7 miliardi a quelle con fondo utili. Si osserva una forte concentrazione
degli attivi sulle prime dieci gestioni separate, che rappresentano il 54% del totale,
quota invariata rispetto al biennio precedente.
Circa il 96% degli attivi è investito in BTP, titoli di Stato dell’area euro, obbligazioni
corporate e OICR. Nel tempo si è assistito a una ricomposizione delle quote delle
singole asset class.
Nonostante l’aumento dei rendimenti dei BTP osservato a partire dal 2022,
continua la progressiva riduzione della quota investita in titoli di Stato italiani,
arrivando al 34,3% nel 2024, rispetto al 54% del 2014. La ricomposizione del
portafoglio ha visto un aumento degli investimenti in titoli di Stato esteri (+10,6
punti percentuali) e strumenti OICR (+9,4 punti), entrambi correlati positivamente
con l’andamento dei rendimenti dei BTP.
Per quanto riguarda le obbligazioni corporate, nel 2024, la nuova riduzione dei
rendimenti (-0,6 punti) si accompagna a un incremento equivalente della quota
investita in obbligazioni corporate, confermando la correlazione inversa.
Nelle gestioni senza fondo utili (cfr. tavola A dell’allegato), a partire dal 2023 si
è avviata una progressiva riduzione degli attivi (‑1,7% rispetto al 2023, -4,8% tra
2022 e 2023). Tale dinamica è riconducibile al livello elevato di oneri per sinistri,
superiore alla raccolta premi, e a una riallocazione dei nuovi premi acquisiti verso
le gestioni con fondo utili. La composizione degli attivi conferma il calo della quota
di titoli di Stato italiani dal 35,2% al 34,1%, unito da un aumento dei titoli esteri dal
19,7% al 20,2% e delle obbligazioni corporate dal 23,9% al 24,5%. La quota di OICR
è rimasta significativa, pari al 17,2%.
Le gestioni con fondo utili (cfr. tavola B dell’allegato) hanno registrato un’espansione
considerevole degli attivi (+68,5% rispetto al 2023). La loro composizione mostra
una maggiore incidenza di titoli di Stato italiani (dal 33,6% al 38,9%) e obbligazioni
corporate (dal 22,0% al 24,3%), a fronte di una riduzione della quota di titoli di Stato
esteri.
Figura 8
Quote di composizione – vs Rendimento BTP decennali
(valori percentuali)
Quota titoli di Stato italiani vs Rendimento BTP 10Y
Quota titoli di Stato esteri vs Rendimento BTP 10Y
Correlazione −42,4%
Correlazione 53,2%
Obbligazioni vs Rendimento BTP 10Y
quota OICR
rend. BTP 10Y
quota
Correlazione 20%
quota Obbligazioni
rend. BTP 10Y
quota
OICR vs Rendimento BTP 10Y
Correlazione −28,5%
quota tit.Stato esteri
rend. BTP 10Y
quota
quota tit.Stato italiani
rend. BTP 10Y
quota
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Le riserve tecniche
Le riserve tecniche delle gestioni separate sono aumentate del +8,2% rispetto al
2018. Dopo il calo del -3,9% tra il 2022 e il 2023, nel 2024 si registra una lieve
ripresa (+0,2%).
Le riserve delle gestioni senza fondo utili mostrano una flessione per il secondo
anno consecutivo: –5,9% nel 2023 e –1,8% nel 2024. Al contrario, le riserve delle
gestioni con fondo utili avviate dal 2018 registrano un forte incremento (+68,0%)
rispetto all’anno precedente. La loro incidenza sul totale delle riserve tecniche
passa dal 2,9% nel 2023 al 4,8% nel 2024.
Tavola 3
Riserve tecniche
(milioni di euro)
Ordinaria
517.016
540.341
556.838
570.272
576.367
542.558
532.595
Fondo utili
1.442
3.122
4.254
4.870
16.066
26.984
517.018
541.783
559.960
574.526
581.237
558.625
559.579
-3,9%
Totale
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
I tassi lordi di rendimento realizzati
Il tasso di rendimento medio lordo realizzato dalle gestioni separate nel 2024 si
è attestato al 2,8%, in aumento rispetto al 2,6% del 2023 (fig. 9). Tale rendimento
risulta, per il terzo anno consecutivo, inferiore a quello dei BTP decennali, sebbene
il differenziale si sia ridotto.
Figura 9
Confronto tra rendimento medio delle gestioni separate,
tasso di rendimento BTP e inflazione
−2%
Rend. realizzato
Rend. retrocesso
Rend. BTP 10Y
Inflazione
−2%
Gestioni separate senza fondo utili
Gestioni separate senza fondo utili
Rend. realizzato
Rend. retrocesso
Rend. BTP 10Y
Inflazione
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Il tasso medio retrocesso agli assicurati è stato del’1,8%, pari al 64,3% del
rendimento lordo e in aumento rispetto all’1,5% del 2023 (+17%).
Dopo la moderata ma costante riduzione osservata dal 2017 al 2021, a partire dal
2022, in concomitanza con il forte incremento dei rendimenti nei mercati finanziari,
anche il tasso medio lordo di rendimento delle gestioni separate senza fondo utili ha
registrato una lieve ripresa, con valori pari al 2,6% nel 2023 e 2,8% nel 2024. Il dato
è ancora inferiore rispetto al rendimento dei BTP a 10 anni ma superiore al tasso di
inflazione dell’ultimo anno.
Le gestioni separate con fondo utili presentano tassi di rendimento medio lordo
più elevati, pari a 3,6% nel 2024 (2,8% nel 2023), in linea con la redditività dei BTP
decennali e superiore al tasso di inflazione.
Il rendimento lordo delle gestioni separate è stato generato in misura pressoché
totale da proventi cedolari, che rappresentano nel 2024 il 99,8% del risultato
finanziario (fig. 10). Le plusvalenze nette derivanti dalla vendita degli attivi hanno
inciso in misura modesta, con valori negativi dal 2022. Nel 2024, la media delle
plusvalenze nette resta negativa, in miglioramento rispetto agli anni precedenti.
Figura 10
Cedole e plus/minus realizzate
(milioni di euro)
−2000
−100
Altre cedole
Cedole obbligazioni
Cedole titoli di Stato
Plus/minus realizzate
10000
Gestioni separate con fondo utili
Gestioni separate senza fondo utili
Altre cedole
Cedole obbligazioni
Cedole titoli di Stato
Plus/minus realizzate
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Le gestioni senza fondo utili evidenziano una riduzione della redditività delle cedole
dei titoli di Stato del ‑3,7% nel 2024 rispetto al 2023, mentre le altre cedole e le
obbligazioni mostrano una redditività in aumento del +15,1 e +4,9%. Le plusvalenze
nette si riducono del ‑4,2%.
Le gestioni con fondo utili registrano una crescita della redditività superiore a
quella delle gestioni senza fondo utili, dovuta in particolare alle cedole di Titoli di
Stato, acquisiti in tempi più recenti, che non scontano le elevate minusvalenze da
valutazione riferite agli attivi delle gestioni separate ordinarie senza fondo utili. Il
rendimento dei titoli di Stato nelle gestioni con fondo utili aumenta del +204,2%
rispetto al 2023 e quello delle obbligazioni del +312,4%. La redditività delle altre
cedole si è incrementata del +64,4%, mentre le plusvalenze nette hanno registrato
un calo del 29,7%.
La quota di rendimento trattenuta
Il tasso medio di rendimento trattenuto dalle imprese è diminuito all’1,0% nel 2024,
rispetto all’1,1% dell’anno precedente. L’incidenza del tasso trattenuto sul rendimento
medio realizzato si è ridotta di quasi 5 punti percentuali, passando dal 43,1% al 37,2%.
Figura 11
Incidenza del rendimento medio trattenuto sul rendimento medio realizzato
(valori percentuali)
Rend.trattenuto/Rend.realizzato
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Le plus e minusvalenze latenti per gli attivi a reddito fisso
Nel 2024 si è osservata una riduzione delle minusvalenze latenti sugli attivi a
reddito fisso. Il saldo netto tra plus e minusvalenze latenti nelle gestioni separate
è migliorato, da -53,7 miliardi a -31,4 miliardi. Tale recupero è attribuibile alla
ripresa dei corsi obbligazionari e a una gestione dinamica delle vendite degli attivi
sottostanti.
Dal 2022 la distribuzione delle plusvalenze nette evidenzia valori negativi, seppure
in riduzione nel 2023 e nel 2024 (fig. 13)8.
Figura 12
Plusvalenze nette delle gestioni separate
(milioni di euro)
Milioni di euro
−100
−200
−300
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Nel 2024, le gestioni separate senza fondo utili mostrano segnali di miglioramento
sul fronte delle minusvalenze latenti. Sebbene il saldo netto tra plusvalenze e
minusvalenze resti negativo, si registra una riduzione significativa rispetto all’anno
precedente. Per i titoli di Stato italiani, il saldo passa da -15,7 miliardi di euro nel
2023 a -7,7 miliardi nel 2024; per le obbligazioni corporate, si passa da -16,9
miliardi di euro a -8,0 miliardi.
Le gestioni con fondo utili presentano una situazione più equilibrata. I titoli di Stato
italiani mantengono un saldo positivo, pari a +174 milioni di euro, in calo rispetto
ai +364,8 milioni del 2023; le obbligazioni corporate registrano un saldo positivo di
+51 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai +240,7 milioni dell’anno precedente,
i titoli di Stato esteri continuano a mostrare un saldo negativo, pari a -189,7 milioni
La media aritmetica risulta sempre distante dal valore mediano e al di fuori della differenza interquartile,
per la presenza di gestioni di grandi dimensioni che influenzano il risultato.
di euro, ma anche in questo caso si osserva un miglioramento rispetto ai -250,3
milioni del 2023 (fig. 14).
Figura 13
Plusvalenze e minusvalenze latenti delle gestioni separate per titoli a reddito fisso
(milioni di euro)
a) Gestioni separate senza fondo utili
25.000
Minus
25.000
Minus
21.118
20.000
20.000
18.857
17.427
16.843
15.000
15.000
11.740
10.000
9.255
10.000
5.000
4.017
5.000
2.882
1.125
1.128
1.302
Tit.Stato
estero
Obbligazioni
Tit.Stato
Italia
Tit.Stato
estero
Tit.Stato
Italia
Obbligazioni
b) Gestioni separate con fondo utili
Minus
Minus
516,8
396,0
306,3
152,0
370,7
284,9
196,7
147,7
145,7
Tit.Stato
Italia
Tit.Stato
estero
Tit.Stato
Italia
Obbligazioni
Tit.Stato
estero
Obbligazioni
Fonte: Rilevazione dei dati delle gestioni separate (art. 14 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, modificato e
integrato dal Provvedimento IVASS n. 68/2018).
Le garanzie finanziarie
Prosegue l’aumento dell’incidenza delle gestioni con garanzia finanziaria pari
allo 0%, che nel 2024 rappresentano il 66,2% delle riserve tecniche delle gestioni
separate (63,4% nel 2023). Di contro, a quota di gestioni con tasso garantito
superiore allo 0% è scesa al 33,8% dal 36,6% del 2023.
Le forme di rivalutazione più diffuse restano il consolidamento annuo (cliquet), in
riduzione dal 36,5% del 2023 al 35,1%, le garanzie di rendimento medio a scadenza
(best-of), in aumento dal 17,0% del 2023 al 20,2% del 2024 e, in misura minore, la
distribuzione di cedole periodiche (dall’1,9% all’1,8%).
Figura 14
Riserve tecniche delle gestioni separate per fascia di tasso garantito
(valori percentuali)
C: 1%