(AGENPARL) - Roma, 24 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 24 November 2025 Comunicato agli organi di informazione – Provincia di Teramo Salta al contenuto principale
Se non leggi correttamente questo comunicato, apri la versione web [1].
Provincia di Teramo
======== Comunicato agli organi di informazione ==============================
——– *Centro antiviolenza “La Fenice”: un anno intenso che ha rilevato nuove criticità e bisogni. *
*/Due minorenni sono state prese in carico dopo gli incontri svolti nelle scuole dal CAV e dall’Ufficio pari opportunità. 46 i casi di “violenza assistita”./***
Teramo 24 novembre 2025. Non solo numeri. Dalla relazione 2025 del Centro antiviolenza “La Fenice” emerge un quadro molto complesso con nuove criticità e nuovi bisogni.
Nel centro gestito dalla Provincia, nel 2025, ci sono stati 120 accessi con 80 donne prese in carico (10 in più dello scorso anno), fra queste ci sono due minori: una segnalata dai docenti a seguito alla formazione che il Centro e l’Ufficio delle pari opportunità insieme alla Commissione pari opportunità hanno organizzato nel maggio scorso. I casi sono seguiti in accordo con le famiglie.
*Nel 2025*: 120 accesi agli sportelli; 80 le donne prese in carico; età media 42 anni; il 52% sono di nazionalità italiana. Occupazione: 19 donne disoccupate, 3 studentesse; le restanti presentano diverse tipologie occupazionali. Titolo di studio: 16 con licenza media, 23 con diploma di scuola superiore, 17 laureate o con titoli post-laurea; per le restanti non sono disponibili informazioni certe
*Dati 2024.* Prese in carico 70 donne, età media 42 anni; il 70% di cittadinanza italiana. Occupazione: 19 donne disoccupate, 3 studentesse; le altre con varie tipologie di impiego. Titolo di studio: 1 con licenza elementare, 15 con licenza media, 25 con diploma di scuola superiore, 9 laureate o con titoli post-laurea; per le restanti non sono disponibili informazioni certe. La maggior parte degli accessi si sono verificati su Roseto e Martinsicuro che sono sportelli di nuova apertura. Lo sportello dell’Università ha registrato 5 accessi.
Sono 46, invece, le donne che hanno dichiarato episodi di violenza assistita ovvero che hanno raccontato episodi di violenza psicologica e fisica subita dinanzi ai propri figli da parte del marito o partner.
Qui si apre uno scenario che scopre una sorta di falla di sistema: le donne che hanno fatto denuncia trovarsi anche a fare i conti con un provvedimento del Tribunale dei minori di sospensione della responsabilità genitoriale. Questo accade quando nella denuncia che viene trasmessa dalla Procura Ordinaria risulta che la donna ha “temporeggiato dal sottrarsi alle violenze e ai soprusi subiti esponendo, quindi, anche i figli alla situazione violenta”.
In questi casi il Tribunale dei Minori ha l’obbligo di intervenire e a volte viene inserita un’educativa domiciliare, in alcuni casi i minori vengono affidati ad un centro diurno. Un percorso necessario per offrire alla donna supporto da parte dei servizi pubblici tenuto conto che il provvedimento di allontanamento del partner/marito maltrattante non coincide con un provvedimento automatico di sostegno economico alla donna.
A questo punto vale la pena fare una riflessione; quanto queste dinamiche provocano nella donna una vittimizzazione secondaria?
L’esperienza del CAV evidenzia che l’attuale sistema, pur conforme al principio del *primario interesse del minore*, può determinare senza volerlo *effetti distorsivi* con conseguenti profili di vittimizzazione secondaria per le donne denunciate. Nella sua relazione il Centro Antiviolenza sottolinea, quindi, che appare necessario: *implementare protocolli interistituzionali* tra forze dell’ordine, Procure, Tribunale ordinario, Tribunale del malato, servizi sociali e centri antiviolenza; *assicurare tempi rapidi* nella definizione dei procedimenti, per evitare lunghi periodi di sospensione della responsabilità genitoriale non più attuali: *valutare la condotta protettiva della madre* alla luce del contesto di coercizione, del ciclo della violenza e delle dinamiche di controllo psicologico. “Solo attraverso una prassi coordinata e consapevole è possibile garantire un sistema di protezione realmente efficace, che tuteli contemporaneamente *le vittime adulte* e *i minori*, senza ricadute disfunzionali sulla posizione giuridica della donna che denuncia”.
Tornando ai servizi del Centro, nel 2025, 32 donne sono state affiancate nella richiesta del cosiddetto “reddito di libertà°”; sono stati erogati buoni spesa quale contributo alla sussistenza quotidiana; avviato 1 tirocinio formativo presso una farmacia in seguito alla quale la donna è stata assunta; la Provincia, inoltre, ha finanziato due corsi per operatori sanitari. Una donna straniera è stata inserita in un Sistema di accoglienza e integrazione per persone vulnerabili.
Il centro La Fenice e Casa Maia sono gestiti dalla Provincia con il supporto di un equipe di professioniste che fornisco assistenza giuridica e burocratica, sociale e psicologica accompagnando le donne per tutto il tempo necessario ad uscire dalle situazioni di violenza e a ricostruirsi una vita.