(AGENPARL) - Roma, 22 Novembre 2025La difesa della patria britannica è insufficiente, lenta nelle riforme e avvolta da un eccesso di segretezza che finisce per comprometterne l’efficacia. È quanto denuncia un rapporto durissimo della Commissione Difesa della Camera dei Comuni, che solleva “seri dubbi” sulla capacità del Regno Unito di proteggersi da atti di guerra convenzionali e da attacchi ibridi nella cosiddetta “zona grigia”.
Secondo il documento, Londra non sarebbe oggi in grado di rispettare neppure i principi fondamentali della NATO, tra cui la necessità di possedere un chiaro piano per la difesa interna — il cosiddetto “war book” — la cui esistenza non è affatto certa. Le criticità sollevate mettono in discussione la capacità britannica di contribuire in modo credibile alla sicurezza europea, specialmente in un contesto globale segnato da minacce provenienti da Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.
La Commissione avverte che lo scenario peggiore “plausibile” è quello di una crisi fra Stati Uniti e Cina, con Washington impegnata altrove mentre Mosca cercherebbe di approfittare della situazione. Per tale ragione, il Regno Unito dovrebbe almeno garantire la capacità di difendere il proprio territorio e i propri cittadini — un requisito base dell’alleanza atlantica.
Il rapporto evidenzia però lacune gravissime: difesa aerea quasi inesistente, difficoltà nel gestire crisi sotto la soglia della guerra, incapacità di affrontare un conflitto minore che coinvolga un alleato europeo, per non parlare di uno scontro su larga scala. In sostanza, secondo la Commissione, Londra dipende dalla NATO “per quasi tutto ciò che riguarda la nostra protezione”.
Nonostante il governo abbia riconosciuto più volte l’esistenza di “nuove minacce”, i progressi sono definiti “glaciali”, con un processo decisionale “lento e poco chiaro”. Il Regno Unito, inoltre, continua a sostenere che il pubblico debba svolgere un ruolo nella difesa nazionale, ma non ha fatto nulla per coinvolgerlo davvero: la “conversazione nazionale” promessa non è mai iniziata, e l’unica guida ufficiale alla preparazione in caso di emergenza è relegata a un sito web scarsamente pubblicizzato — inutile in caso di blackout, ironizzano gli esperti consultati.
La Commissione denuncia anche la mancanza di trasparenza riguardo al Programma di Difesa Interna, ancora poco più di un progetto teorico, non consultabile neppure dai parlamentari. Questa scelta, si legge nel rapporto, “suggerisce che il governo non considera il pubblico, l’industria o la società civile come partner”, in contrasto con i principi enunciati dallo stesso governo nel Piano d’Azione per la Resilienza.
Il comitato chiede quindi l’istituzione di un nuovo Ministro della Sicurezza Interna, incaricato di portare avanti le riforme, e sollecita la creazione di piani solidi e realmente operativi. Solo così il Regno Unito potrà contribuire alla difesa collettiva europea senza dare per scontato che gli Stati Uniti saranno sempre pronti ad accorrere.
