(AGENPARL) - Roma, 20 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 20 November 2025 Iran, Terzi (FdI): drammatica condizione dei diritti umani
“Continua a destare la più seria preoccupazione quanto accade in Iran. Un’ampia parte della comunità internazionale, nelle ultime ore, si è espressa in due occasioni che rimarcano quel disprezzo nei confronti delle leggi e dei regolamenti internazionali che ha sempre caratterizzato il regime islamico fondamentalista di Teheran, fin dalla sua instaurazione”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi, presidente della Commissione Politiche Ue a Palazzo Madama.
“Sulla drammatica condizione dei Diritti Umani – prosegue Terzi – si è pronunciata ieri la Terza Commissione dell’Assemblea Generale ONU con l’approvazione da parte di 79 Paesi membri – tra i quali l’Italia – di una Risoluzione che condanna duramente l’Iran per l’allarmante aumento delle esecuzioni in Iran, per il ricorso alla violenza e alla pena capitale come atroce strumento di repressione politica attuata in misura crescente negli ultimi anni con incarcerazioni, torture, violenze, sparizioni forzate anche di donne e minori. La Risoluzione adottata stigmatizza, inoltre, il persistente rifiuto da parte del regime di indagare le responsabilità di un’infinita serie di reati contro l’umanità e di violazioni dello Statuto delle Nazioni Unite, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e degli accordi che riguardano la condizione femminile, i diritti del fanciullo, l’uso della tortura. Accordi che persino l’Iran ha ratificato. Ciò non fa altro che alimentare il perdurare di una sistematica campagna di incitamento all’odio e all’antisemitismo ad opera del regime iraniano, e a sostegno delle attività terroristiche contro oppositori politici dentro e fuori il Paese, nonché di terrorismo jihadista anche attraverso i suoi proxies: Hezbollah, Hamas, Houthi, Jihad Palestinese. Molto significativo, nella risoluzione adottata all’ONU, il richiamo alle condanne a morte eseguite in pochissimi giorni per attuare una fatwa dell’Ayatollah Khomeini, nel 1988, di oltre 30.000 oppositori politici. Un caso che è stato riaperto dalla magistratura svizzera nel quadro di nuove indagini nei confronti del regime iraniano riattivate negli ultimi anni in relazione al reato di genocidio previsto dalla legge elvetica”. “Inoltre”, conclude Terzi, “sul fronte del dossier nucleare iraniano, il Consiglio dei Governatori dell’AIEA ha approvato oggi una Risoluzione che impone all’Iran di fornire agli ispettori dell’agenzia ‘informazioni precise’ sulle sue scorte di uranio arricchito per uso militare e a garantire il pieno accesso ai siti nucleari del Paese”.
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