(AGENPARL) - Roma, 20 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 20 November 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato Stampa
20 novembre 2025
Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: Save the Children, bambini sotto attacco. Guerre, fame, crisi climatica e povertà minacciano milioni di minori.
In occasione della Giornata Mondiale dell’infanzia, Save the Children traccia un bilancio della situazione dei bambini nel mondo, sempre più colpiti da conflitti, malnutrizione, crisi climatica e povertà.
I bambini vittime della guerra Le armi esplosive mietono vittime tra i bambini a livelli senza precedenti. In base al report “Minori e ferite da esplosione: l’impatto devastante delle armi esplosive sui bambini”[1], diffuso oggi, questi ordigni sono stati responsabili del 70% dei quasi 12.000 minori uccisi o feriti nelle zone di guerra lo scorso anno, a causa dei conflitti che si spostano sempre più nelle aree urbane. Questo dato è nettamente superiore a quello del periodo 2020-2024 (pari a una media di circa il 59%).
Per il 2024 i dati delle Nazioni Unite evidenziano che 4.676 bambini sono stati uccisi in zone di conflitto e 7.291 feriti, portando il totale delle vittime a 11.967. Si tratta del numero più alto mai registrato, in aumento del 42% rispetto alle 8.422 vittime infantili del 2020, con guerre sempre più urbanizzate, più distruttive e caratterizzate da una crescente impunità.
Per tre anni consecutivi, le forze governative sono state identificate come i principali responsabili di questi bambini morti e feriti, in gran parte a causa dell’uso di armi esplosive ad ampio raggio in aree densamente popolate. Gli esplosivi di fabbricazione statale causano ora il 54% delle morti e dei feriti tra i civili, rispetto al 17% del 2020.
Dagli anni ’90, il numero di bambini e bambine che vivono sotto il peso della guerra è più che raddoppiato, raggiungendo oggi la cifra record di 520 milioni di bambini e adolescenti, oltre uno su cinque a livello globale presenti in zone di conflitto attivo, con un aumento del 30% delle gravi violazioni contro i minori nei conflitti accertate, con numeri record di uccisioni, mutilazioni, aggressioni sessuali e rapimenti.[2]
Fame e sfruttamento: piaghe senza fine
Accanto a questi, tanti altri dati testimoniano come il mondo sia diventato un luogo terribilmente pericoloso per i minori, che vengono sempre più privati dei loro diritti.
Dei circa 118 milioni di bambini che hanno sofferto la fame nel 2025, quasi 63 milioni – oltre la metà – sono stati costretti a questa situazione dai conflitti, che rimangono la principale causa di fame nel mondo – dove addirittura a volte è utilizzata come arma di guerra. Sfollamenti, eventi climatici catastrofici, povertà estrema hanno aggravato le condizioni alimentari dei minori nel mondo. A livello globale la malnutrizione acuta è la causa di circa la metà dei decessi dei bambini e bambine sotto i 5 anni [3]. A rendere più grave la situazione, ci sono stati i recenti tagli agli aiuti internazionali che stanno mettendo a rischio il sostegno a programmi fondamentali per la salute, la nutrizione e l’istruzione di milioni di bambini.
Inoltre, nel mondo 1 persona su 4 in condizione di sfruttamento o schiavitù moderna[4] è minorenne, pari a 12,3 milioni [5], mentre circa 48 milioni di minori all’anno[6], ovvero in media 136 mila al giorno, sono stati colpiti da disastri climatici negli ultimi 30 anni.
La povertà attanaglia l’Europa e l’Italia
Restringendo il campo a livello europeo, si registrano 446mila bambini in più – pari a una media di 244 bambini al giorno – colpiti dalla povertà in Europa negli ultimi cinque anni. L’Italia è al quintultimo posto in UE per la percentuale di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale, con il 27,1%[7], mentre i minori in povertà assoluta nel nostroPaese sono 1,28 milioni[8], il 13,8% del totale.
I diritti specifici dei bambini e degli adolescenti – da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento – sono ignorati e calpestati in moltissimi contesti, a causa dei conflitti, crisi umanitarie, povertà estrema o crisi climatiche, a causa dei quali bambini e bambine, ragazzi e ragazze non possono andare a scuola, devono abbandonare le loro case, cercare un futuro possibile altrove affrontando viaggi pericolosi, ricorrere a misure disperate per sopravvivere.
Save the Children chiede ai leader mondiali di fermare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate e di proteggere i bambini nei conflitti. Più in generale, l’Organizzazione sottolinea come sia necessaria un’inversione di tendenza dei governi e delle istituzioni, che portino a investire sull’infanzia, mettendo sempre la protezione, i bisogni e i diritti dei più piccoli al centro dell’agenda politica della comunità internazionale.
Qui si può scaricare il rapporto in inglese “Minori e ferite da esplosione: l’impatto devastante delle armi esplosive sui bambini”: https://resourcecentre.savethechildren.net/pdf/Children-and-Blast-Injuries-online-version-v3.pdf
[1]Questo rapporto si basa sui Rapporti Annuali delle Nazioni Unite sui Bambini e i Conflitti Armati (CAAC) del periodo 2021-2025, che monitorano sei gravi violazioni contro i bambini: Uccisioni e mutilazioni, Reclutamento e sfruttamento di bambini, Violenza sessuale, Rapimento, Attacchi a scuole e ospedali, Negazione dell’accesso umanitario. I dati sono integrati da fonti esterne, tra cui AOAV, Explosive Weapons Monitor, Airwars, ACLED, UNICEF, OHCHR e CICR, per identificare le principali tendenze nei conflitti e i danni causati dalle esplosioni ai bambini.
[2]Qui si può scaricare il rapporto Swoc “”Stop the War on Children: security for whom?”: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/stop-war-children-security-whom. Analisi aggiornata sul numero e sulla percentuale di minori che vivono in zone di conflitto condotta dal Peace Research Institute Oslo (PRIO). Il set di dati principale utilizzato per mappare i modelli di conflitto in questo rapporto è il Georeferenced Event Data Set (UCDP GED) dell’Uppsala Conflict Data Program fino al 2024. Per stimare il numero di bambini e adolescenti che vivono in aree di conflitto e, più in generale, la popolazione, il PRIO ha incrociato i dati sul conflitto con i dati sulla popolazione del Gridded Population of the World (GPW) e delle UN World Population Prospects. Il PRIO utilizza la definizione di conflitto armato dell’UCDP: “forza armata usata da un attore organizzato contro un altro attore organizzato, o contro civili, che provoca almeno 25 morti legate alla battaglia in un anno solare”.
[3]Il dato considera i bambini stunted (che soffrono di un arresto nella crescita) e wasted (che soffrono di malnutrizione acuta, deperimento). Fonte: World food program (2024), Nutrition snapshot 2024, https://www.wfp.org/publications/nutrition-snapshot-2024
[4]Lo sfruttamento (o schiavitù moderna) è un concetto ampio che si riferisce a ogni azione volta a trarre indebito vantaggio da persone in condizioni di vulnerabilità o dipendenza. Rientrano dunque in questo ambito, per i minori, lo sfruttamento lavorativo, quello sessuale, il coinvolgimento in attività criminali, i matrimoni forzati, la servitù domestica forzata, il reclutamento in conflitti armati e così via. Qui si può scaricare il rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili 2025”: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2025
[5]I minori rappresentano circa un caso su 4 (24,8%) sul totale di 49,6 milioni di persone in condizione di schiavitù, secondo gli ultimi dati relativi al 2021. La maggior parte dei minori, circa 9 milioni, è coinvolta in matrimoni forzati, mentre i restanti 3,2 milioni sono divisi in sfruttamento sessuale (1,6 milioni), sfruttamento lavorativo o in attività illecite (1,3 milioni) e lavori forzati imposti dalle autorità statali (320.000)
[6]Born Into the Climate Crisis 2 report (Save the Children): https://resourcecentre.savethechildren.net/pdf/Born-into-the-Climate-Crisis-2.-An-Unprecedented-Life-Protecting-Childrens-Rights-in-A-Changing-Climate.pdf. Save the Children ha esaminato i dati relativi alle persone colpite da catastrofi climatiche tra maggio 1995 (il mese successivo alla COP 1) e ottobre 2025 presenti nel database EM-DAT International Disasters, sommando tutte le persone colpite da catastrofi ogni anno a livello globale e calcolando poi la media su un periodo di 30 anni. Sono stati inclusi solo disastri quali inondazioni, tempeste, incendi, siccità e ondate di calore che possono essere attribuiti al cambiamento climatico, mentre sono stati esclusi i vulcani e i terremoti. Il numero di bambini colpiti è stato stimato applicando la percentuale nazionale di bambini nella popolazione secondo le Prospettive demografiche mondiali delle Nazioni Unite al numero di persone colpite da ciascuna catastrofe. Abbiamo stimato in modo approssimativo le persone che potrebbero essere state conteggiate due volte nell’arco di un anno esaminando i luoghi in cui si sono verificate catastrofi duplicate nello stesso paese e nello stesso anno, ove disponibili, contando solo il numero più alto nel totale in caso di duplicazione. Per questa analisi abbiamo utilizzato la definizione EM-DAT di “totale delle persone colpite” come coloro che hanno subito lesioni, necessitano di un riparo o di altra assistenza immediata a causa del disastro, riconoscendo che le definizioni precise di “persone colpite” possono variare tra le voci del database a causa della varietà delle fonti utilizzate da EM-DAT. Questa definizione può tuttavia escludere alcuni impatti della crisi climatica sui bambini, come la chiusura delle loro scuole, che sono stati inclusi in analisi precedenti di minore entità condotte da Save the Children. Per stimare il numero di bambini colpiti in base al livello di reddito del paese, Save the Children ha utilizzato le classificazioni dei paesi in base al reddito della Banca Mondiale.
[7]È quanto emerge dal nuovo rapporto di Save the Children, “Child Poverty: The Cost Europe Cannot Afford”, che evidenzia come, al contrario, il numero di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale sia aumentato, passando da 19,1 milioni del 2019 ai 19,5 milioni di oggi, ovvero circa un bambino su quattro in tutta l’UE. Il report “Child Poverty: The Cost Europe Cannot Afford” è disponibile a questo link: https://resourcecentre.savethechildren.net/document/child-poverty-the-cost-europe-cannot-afford-2025
[8]ISTAT (2025), La povertà in Italia – Anno 2024 https://www.istat.it/comunicato-stampa/la-poverta-in-italia-anno-2024/ (Dati provenienti da nota e tavole allegate)
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