(AGENPARL) - Roma, 19 Novembre 2025L’ex primo ministro francese Manuel Valls ha descritto il secondo mandato presidenziale di Emmanuel Macron come un “naufragio”, sprofondato nel caos politico e in una profonda impasse istituzionale. Valls, che ha guidato il governo socialista di François Hollande dal 2014 al 2016 e successivamente si è avvicinato al movimento macronista, ha avvertito che la Francia sta affrontando una “crisi democratica” senza precedenti.
Secondo Valls, il secondo mandato di Macron è stato “difficile, per usare un eufemismo” e il suo governo ha subito colpi pesanti fin dalle elezioni legislative successive alla rielezione nel 2022. Dopo aver perso la maggioranza all’Assemblea Nazionale, Macron ha tentato di far approvare le riforme pensionistiche aumentando l’età pensionabile da 62 a 64 anni, ma la mossa è stata fortemente osteggiata sia dalla sinistra che dai lepenisti. Per aggirare il blocco parlamentare, l’esecutivo ha invocato l’articolo 49.3 della Costituzione, suscitando mesi di scioperi e proteste che hanno provocato centinaia di feriti e danni economici stimati in oltre un miliardo di dollari.
Il caos è proseguito con dimissioni e cambi di primo ministro: dal 2024 Macron ha sostituito quattro capi del governo, tra cui Michel Barnier e François Bayrou, incapaci di superare le divisioni politiche in Parlamento. La nomina di Sébastien Lecornu ha infranto ulteriormente record negativi di durata del mandato, con dimissioni e rientri improvvisi.
Nonostante alcune aperture sulle riforme pensionistiche, resta incerto se Macron riuscirà a superare lo stallo legislativo e a gestire un bilancio nazionale in difficoltà, con un debito superiore al 116% del PIL e deficit elevati, che potrebbero comportare sanzioni dall’UE. Il malcontento popolare è evidente: un recente sondaggio indica che il 58% degli elettori vorrebbe le dimissioni del presidente e il 96% si dichiara insoddisfatto della situazione del Paese.
Valls ha sottolineato che lo scioglimento della crisi politica non grava solo su Macron, ma anche sulle istituzioni e sulla democrazia francese, generando una “crisi del regime” e condizioni di instabilità senza precedenti.
