(AGENPARL) - Roma, 18 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 18 November 2025 Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica
Componente Commissione Esteri, Segretario Comitato Schengen
Presidente UIP Italia-Tunisia.
COMUNICATO STAMPA
Roma, 18 novembre 2025
SCUOLA PUBBLICA UMILIATA: STIPENDI TRA I PIÙ BASSI D’EUROPA E AUMENTI RIDICOLI SPALMATI IN ANNI. GOVERNO FESTEGGIA I CONTI IN ORDINE SULLA PELLE DEI DOCENTI
La senatrice Marinella Pacifico denuncia con forza la vergognosa gestione del governo nei confronti del personale della scuola, lasciato con stipendi da fame e senza alcuna reale tutela del potere d’acquisto.
Il contratto 2022-2024, giustamente non firmato dalla CGIL, è stato chiuso dagli altri sindacati con aumenti risibili, largamente inferiori all’inflazione galoppante di questi anni e vergognosamente spalmati su più annualità, come se i docenti potessero aspettare il 2027 per mangiare. A distanza di mesi dalla sua scadenza, la famigerata “carta del docente” per l’aggiornamento professionale non è ancora stata predisposta per l’anno in corso: un ulteriore schiaffo a chi ogni giorno tiene in piedi la scuola pubblica con sacrifici enormi.
L’Aran, ormai ridotta a megafono di promesse elettorali, continua a millantare l’imminente firma del nuovo contratto 2025-2027. Peccato che, ad oggi, di concreto non ci sia nulla: solo annunci, rinvii e tavoli che si chiudono con un nulla di fatto. Si parla di “risorse in arrivo” mentre i docenti italiani continuano a percepire retribuzioni tra le più basse d’Europa, con una perdita di potere d’acquisto che dal 2020 a oggi supera il 20%.
“È inaccettabile – dichiara la senatrice Marinella Pacifico – che il Governo vada in Europa a vantare conti pubblici in ordine e avanzi primari, mentre a pagare il prezzo di questa austerità sono proprio i lavoratori della scuola: docenti e ATA lasciati senza dignità retributiva e senza strumenti per svolgere al meglio il loro lavoro. Si riempiono la bocca con la parola “merito”, ma poi umiliano chi forma le future generazioni. Questi non sono conti in ordine: è una scelta politica precisa di sacrificare l’istruzione pubblica sull’altare del rigore di bilancio.”
Chiedo al Ministro dell’Istruzione e del Merito e al Presidente del Consiglio di smetterla con le promesse da campagna elettorale e di stanziare immediatamente le risorse necessarie per un contratto dignitoso, che recuperi davvero gli anni di blocco e l’inflazione accumulata, e che riconosca finalmente alla scuola italiana e a chi ci lavora il valore che merita.
La scuola non è una voce di costo: è il più importante investimento per il futuro del Paese. Occorre continuare a denunciare nelle sedi istituzionali e in piazza questa vergogna finché non verrà posta fine a questa ingiustizia.
