(AGENPARL) - Roma, 18 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 18 November 2025 Ieri sul Corriere dello Sport le pagine dedicate alla vittoria di Sinner (6) hanno superato quelle riservate alla sonora sconfitta del nostro calcio (4). Non è un caso: anche la stampa “specializzata”, quella che si vanta di conoscere ogni segreto del football nostrano, quando la barca affonda abbandona la nave alla maniera di Schettino e corre a celebrare il vincitore. La dura legge del business.
Non mi sorprende. Il calcio italiano è malato e ha bisogno di una rifondazione seria, che non può nascere dagli improvvisati teorici che parlano di “marcatura preventiva” ma non sanno neppure spiegare quante e quali siano le regole del gioco. Non serve aspettare lo spareggio mondiale, né seguire Gattuso in Arabia Saudita per la Supercoppa: quello è turismo calcistico. E la responsabilità non è di Gattuso, che anzi suscita tenerezza perché non conosce davvero la materia. La responsabilità è di chi ha pensato di vivere di rendita dal rigore di Grosso nel 2006 o dall’Europeo di Mancini nel 2022. La fortuna, a volte, nasconde la verità e illude.
Cosa fare? In una grande azienda, quando i risultati non arrivano, non si licenzia l’operaio o il capo tecnico: si chiede conto al management e si ridisegna un piano di sviluppo. Oggi il Corriere dello Sport ha relegato il calcio italiano alla settima pagina. E se la comunicazione – che oggi è la linfa di ogni attività – ti rende irrilevante, la fine del movimento è lenta ma inevitabile.
Serve coraggio: chi è responsabile deve farsi da parte e lasciare spazio a chi può ridisegnare il nostro calcio. Quello che riempiva le prime dieci pagine e titolava “Eroici” o “Campioni”. Lo so ci vuole coraggio, trovatelo … il vostro tempo è scaduto. l’arbitro ha fischiato tre volte, per voi la partita è finita.