(AGENPARL) - Roma, 17 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 17 November 2025 Zaratti (AVS)“Decreto Flussi inefficace, serve una politica industriale
dell’immigrazione”
“Siamo all’ennesimo decreto da parte del Governo sulla gestione dei flussi
migratori e temo che non sarà neanche l’ultimo. Questo nuovo intervento non
farà alcuna differenza, anzi rischia di peggiorare ulteriormente e
frantumare un meccanismo già ‘scassato’, come lo ha definito il
sottosegretario Mantovano”.
Così Filiberto Zaratti, deputato AVS, intervenendo in Aula sul decreto
Flussi.
“Che l’intero quadro normativo debba essere radicalmente ripensato è
dimostrato chiaramente anche dall’opera di monitoraggio dei dati della
campagna Ero straniero sugli esiti degli ultimi decreti flussi. Negli
ultimi tre anni, solo una parte minima — ovvero il 20% — delle domande
presentate nei diversi click day è stata finalizzata con la sottoscrizione
di un contratto di lavoro e con il rilascio di un permesso di soggiorno.
Siamo di fronte a un sistema che, di fatto, finisce per rendere irregolari
la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori che, pur avendo fatto
ingresso con il nulla osta, rimangono in Italia senza documenti.
Si è persa ancora una volta l’occasione di modificare sostanzialmente il
sistema attuale con una riforma dei canali d’ingresso, introducendo
meccanismi di superamento della condizione di irregolarità che lo stesso
sistema, alla fine, finisce per alimentare.
Secondo le elaborazioni Unioncamere–Excelsior, nei prossimi cinque anni il
fabbisogno complessivo di lavoratori sarà compreso tra 3,3 e 3,7 milioni,
tra espansione e sostituzione, con difficoltà di reperimento che superano
il 45–50% nei profili tecnici, manifatturieri e dei servizi avanzati. In
questo quadro, circa 650.000 dei profili richiesti saranno lavoratori
immigrati, soprattutto nei settori chiave della manifattura, dell’edilizia,
della logistica, dell’assistenza e della ristorazione. Parallelamente, la
popolazione in età lavorativa (15–64 anni) è destinata a ridursi di oltre
un quinto entro i prossimi venticinque anni, aggravando il disallineamento
tra domanda e offerta di lavoro.
E’ evidente che l’Italia di oggi ha bisogno di una politica industriale
dell’immigrazione, intesa non come gestione emergenziale dei flussi, ma
come architettura stabile, selettiva e veloce di canali d’ingresso per
competenze e famiglie.Una politica che riconosca l’immigrazione qualificata
come infrastruttura produttiva: un corridoio competitivo per competenze,
programmato e tracciabile, non una risposta episodica a carenze di
manodopera. Senza un innesto stabile di lavoratori qualificati, l’Italia
rischia di perdere ogni anno capacità produttiva.
Il nostro Paese, per restare competitivo, deve partecipare a questa
competizione e non continuare con una politica basata soltanto sulla
propaganda, continuando a sperperare denaro pubblico come si sta facendo in
Albania”
UFFICIO STAMPA EUROPA VERDE