(AGENPARL) - Roma, 17 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 17 November 2025 Economia e società, l’inverno demografico in Toscana secondo gli studi di
Irpet
Scritto da Federico Taverniti, lunedì 17 novembre 2025
In che modo denatalità e invecchiamento rimodellano il profilo economico e
sociale della Toscana. Dall’impatto sul mercato del lavoro e sul ricambio
generazionale, a quello sui consumi, sulla domanda e costi della protezione
sociale e della sanità. Se n’è parlato oggi, nel corso del seminario dal
titolo ‘Le implicazione economiche e sociali della transizione
demografica in Toscana’, organizzato da Irpet in collaborazione con Age-IT
(Ageing Well in an Ageing Society). La giornata, oltre ad illustrare con
numeri e dati le principali dinamiche, ha fornito l’occasione per discutere
di politiche utili ad accompagnare il fenomeno.
All’incontro è intervenuto anche il presidente Eugenio Giani che ha
sottolineato “la necessità, alla luce dei dati che emergono da questi
studi, di costruire un modello toscano di welfare, così come è avvenuto
in Spagna o in Francia, e come non è avvenuto in Italia, dove è evidente
che manca una politica nazionale. Un sistema composto da misure in grado di
stimolare giovani coppie a sentirsi protette nel caso vogliano avere figli,
e al cospetto di un calo demografico che finora è stato affrontato a
livello statistico e che adesso invece ci impone scelte politiche a
sostegno della natalità e della genitorialità. Da alcuni anni la Toscana
ha attivato un potenziamento dell’accessibilità ai servizi per l’infanzia
con la misura Nidi Gratis, e i Nidi di qualità, che potrebbero essere
estese a livello nazionale. Un’altra agevolazione che abbiamo introdotto a
partire da quest’anno per sostenere le famiglie con ISEE pari 15.800 euro
è Libri Gratis. Auspichiamo che a livello nazionale venga rafforzato il
sistema complessivo per le famiglie che intendono avere figli”. Infine un
cenno alla possibilità di introdurre “un reddito di inserimento
lavorativo, entro i limiti della potestà legislativa che ci assegna la
Costituzione. Un percorso multidimensionale di formazione, riqualificazione
e ricerca attiva del lavoro, a disposizione di coloro che non hanno più
accesso agli ammortizzatori sociali o che vivono in condizioni di
vulnerabilità. Un percorso della durata di massimo nove mesi durante i
quali sarà possibile beneficiare di un sostegno pari a 500 euro
mensili”.
Qui di seguito qualche dato emerso nel corso del seminario, rimandando per
approfondimenti al documento allegato che contiene una sintesi dei vari
interventi.
Il cosiddetto inverno demografico (calo nascite sommato a invecchiamento
della popolazione) è particolarmente accentuato in Toscana che ha una
delle quote più elevate di popolazione anziana in Europa e un’età media
superiore a quella UE, a cui si affiancano il rinvio della fecondità e la
bassa natalità, erodendo così la base giovane-attiva. Secondo le
proiezioni salgono l’indice di dipendenza degli anziani, dal 42,9% nel 2025
al 67,5% nel 2065, e l’età media, da 47,7 a circa 52 anni, con un effetto
combinato che appesantisce il sistema previdenziale e sociosanitario e
frena il potenziale innovativo. Il Tasso di Fecondità Totale (TFT) ha
avuto un picco di 2,13 nel 1964 ed è calato sotto 1 nei tardi anni
Novanta; la parziale ripresa osservata nei primi Duemila – sostenuta anche
dall’immigrazione giovane – si è successivamente affievolita. I 13 mila i
nati in meno nel periodo 2008-2024 sono imputabili, per 8 mila unità, al
solo effetto demografico, i restanti 5 mila alla minore fecondità.
Pertanto, la quota preponderante della flessione delle nascite (-64%)
dipende dalla minore numerosità delle donne in età feconda, il restante
36% dal calo del TFT, passato da 1,41 a 1,12 figli per donna.
L’indagine condotta da Irpet per approfondire le cause del calo della
fecondità e individuare possibili linee di intervento (coinvolto un
campione di 1.727 donne di età compresa tra 25 e 56 anni), ha evidenziato
il cosiddetto gap riproduttivo (distanza tra figli desiderati e figli
effettivamente avuti): oltre tre quarti delle donne dichiarano di non aver
realizzato pienamente il proprio desiderio di maternità. Il modello a due
figli rimane l’ideale dominante sia tra le madri (43,4%) sia tra le non
madri (55,4%). Tuttavia, le prime mostrano aspirazioni più elevate (quasi
la metà indica tre o più figli), mentre le seconde tendono a preferire
nuclei più piccoli o a limitarsi a un solo figlio, segnalando una diversa
percezione di costi e vincoli legati alla genitorialità.
La relazione tra fecondità, condizione occupazionale e reddito, oltre a
confermare come la fecondità in Toscana appaia sempre più determinata
dalla sicurezza economica e dal doppio reddito, con il contributo femminile
ormai centrale, evidenzia un altro dato: prima della nascita, le donne
guadagnano in media circa 8.000 euro in meno all’anno rispetto agli uomini,
diventano 12.000 dopo la nascita. In generale emerge un divario di
penalità di coppia che passa da circa il 15% nel breve periodo al 36% nel
lungo periodo, stabilizzandosi intorno a una perdita di circa 4.500 euro
annui per le mogli rispetto ai mariti (rispetto ai 1-2 anni pre-nascita).
Un’occhiata anche all’impatto dei servizi educativi per la prima infanzia