(AGENPARL) - Roma, 17 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 17 November 2025 (ACON) Trieste, 17 nov – “Suscita stupore e un po’ di amarezza
in una persona che, come me, ha vestito la divisa per tutta la
vita, vedere come certa sinistra continui a raccontare la realt?
secondo la propria convenienza politica, arrivando perfino a
dipingere come pericoloso un momento di festa, tradizione e
orgoglio nazionale come la Settimana del cappello alpino”.
Cos?, in una nota, il consigliere regionale della Lega, Giuseppe
Ghersinich, in risposta alle dichiarazioni della consigliera
Massolino.
“? profondamente sbagliato – afferma Ghersinich – voler creare
nei cittadini, e nei bambini in particolare, una distanza o
addirittura una paura verso la divisa. La divisa ? servizio,
impegno, sacrificio: ? ci? che permette a tutti noi di vivere in
sicurezza. Gli alpini, in particolare, rappresentano
un’eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, fatta di
solidariet?, protezione civile, interventi nelle emergenze e nei
territori. Vederli come un problema significa ignorare la storia
di questo Paese.
Il consigliere ricorda anche che “in un film universalmente
considerato un inno alla vita e non certo alla guerra come La
vita ? bella, il piccolo Giosu? sogna di salire su un carro
armato. E quel sogno diventa il simbolo della sua liberazione dal
campo di concentramento. Dovremmo forse censurare anche quello?”.
Ghersinich sottolinea inoltre che “nessuno grida allo scandalo
quando, nelle manifestazioni delle Frecce tricolori, ai bambini ?
consentito salire sugli aerei o quando, alle cerimonie degli
alpini, possono provare i cappelli e avvicinarsi ai mezzi
storici. Si tratta di momenti educativi e culturali, che
avvicinano le nuove generazioni a valori come l’appartenenza, il
rispetto e il servizio alla comunit?. Forse la consigliera
Massolino vuole chiudere anche il Museo Diego de Henriquez?”, si
chiede il consigliere.
Poi l’affondo politico: “Secondo la sinistra, un bambino che sale
per pochi minuti su un mezzo diventerebbe improvvisamente un
aspirante soldato. Ma quando si tratta di bombardare i pi?
piccoli con teorie sull’identit? di genere che rischiano davvero
di creare confusione, allora ogni dubbio diventa tab?. Due pesi e
due misure che i cittadini hanno imparato a riconoscere”.
“Personalmente – conclude Ghersinich – sono felice che i bambini
possano conoscere da vicino il Corpo degli alpini, incontrare
donne e uomini che servono la comunit? e vedere la divisa come un
luogo sicuro, non come un nemico. Ed ? triste che qualcuno provi
a rovinare anche questo con una propaganda ideologica sulla scia
della propaganda woke”.
ACON/COM/aa
171509 NOV 25
