(AGENPARL) - Roma, 16 Novembre 2025(AGENPARL) – Sun 16 November 2025 **Toscana delle Donne: esordio con Edoardo Leo, Simona Molinari e Chiara
Francini**
Teatro Verdi tutto esaurito per la prima serata della rassegna intitolata
alla Libertà
/Scritto da Chiara Bini, domenica 16 novembre 2025/
Teatro Verdi al completo domenica pomeriggio per l’apertura della quarta
edizione de La Toscana delle Donne, la rassegna della Regione Toscana
ideata da Cristina Manetti.
Più di mille persone hanno assistito alla serata inaugurale del viaggio
che prende il titolo di “Libertà” e che per dieci giorni offrirà
eventi gratuiti, con nomi importanti dal mondo della cultura, dello
spettacolo, del sociale e dello sport che si sono incontrati per dare il
proprio contributo, sui temi dedicati ai diritti e alla crescita della
parità di genere, alla lotta all’odio e alle discriminazioni.
In prima fila, con il presidente Eugenio Giani, Mia Diop, indicata dal
presidente come vicepresidente della Regione Toscana, la sindaca di Firenze
Sara Funaro, la sindaca di Fiesole Cristina Scaletti; presenti vari
consiglieri regionali neoeletti e rappresentanti delle istituzioni.
“La quarta edizione de La Toscana delle donne è una manifestazione che
cresce ogni anno in rilevanza e in capacità di incidere. Il tema scelto
per quest’anno, la libertà, rappresenta una sfida culturale e civile che
sentiamo profondamente.”
A dirlo il presidente Eugenio Giani, in apertura di serata, che ha
sottolineato come l’evento assuma un valore ancora maggiore perché si
colloca all’inizio della nuova legislatura regionale. “È la prima grande
iniziativa che presentiamo prima ancora di aver definito completamente la
squadra di governo: assessori, sottosegretario, deleghe. Questo dimostra
quanto questa manifestazione sia una priorità del nostro programma.”
Secondo il presidente La Toscana delle donne è diventata negli anni “un
vero hub di idee, posizioni, confronti che valorizzano il ruolo della donna
in una regione che da sempre è all’avanguardia. Un’avanguardia
testimoniata dai numeri: “Trovate un’altra regione italiana in cui, su
otto assessori, quattro siano uomini e quattro donne. E dove, tra i sei
direttori generali delle aziende sanitarie, tre siano uomini e tre donne.
La Toscana guida con fatti concreti una politica autentica di parità di
genere.”
“Questo hub – ha proseguito – guidato da Cristina Manetti — che non è
più capo di gabinetto ma ora assessora — sarà il luogo da cui
matureranno idee e proposte che la Giunta svilupperà nei prossimi cinque
anni per rendere sempre più solido il ruolo della donna nella nostra
società.”
Il presidente ha sottolineato anche una modalità di lavoro per la nuova
Giunta: “Faremo dieci riunioni entro la fine dell’anno, una in ciascuna
provincia. Voglio che tutta la squadra acquisisca un metodo che per me è
stato decisivo: il rapporto diretto con i territori e con i sindaci. Da
loro ho sempre tratto energia e forza — non a caso furono 180 su 273 a
firmare il Manifesto di San Gimignano, trasversalmente rispetto agli
schieramenti politici. Questo dialogo continuo dovrà diventare patrimonio
di tutti: degli otto assessori, più uno, più il sottosegretario.”
“Libertà è il titolo della kermesse 2025 – ha detto Cristina Manetti in
apertura – Sette lettere che racchiudono il senso profondo del cammino che
stiamo facendo, il cammino per i diritti delle donne. Come si fa a non
parlare di libertà in questo momento storico? Abbiamo bisogno di tutta la
libertà possibile per proseguire il percorso di crescita, perché la
libertà non sia il punto d’arrivo, ma il processo che ci porta davvero a
goderne appieno. E così, quest’anno, sarà proprio la libertà a
caratterizzare la quarta edizione della Toscana delle Donne, che prende il
via oggi con tanti ospiti sul palco del Verdi. Con me c’è Simona Molinari;
più tardi ci saranno anche Chiara Francini ed Edoardo Leo, per dieci
giorni ricchi di incontri, ospiti e temi che ci stanno particolarmente a
cuore: la sanità, il lavoro, la violenza. Perché il 25 novembre, lo
sappiamo, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
di genere, e questo è uno dei temi su cui dobbiamo insistere con maggiore
determinazione. Non è possibile che ogni giorno ci raggiungano notizie di
donne uccise, violentate, colpite da chi sta loro accanto: compagni,
mariti, amici. Però, ogni tanto, arriva anche una buona notizia. Oggi i
giornali raccontano che, per la prima volta dal 1979, dalla rivoluzione
iraniana, una donna è salita sul podio dell’orchestra più importante di
Teheran. Ecco: sono notizie come questa che ci danno la forza e la speranza
per andare avanti.”
Mia Diop, nel foyer del teatro, ai giornalisti ha detto: “E’ una
grandissima emozione essere qui a questo evento che ha come tema la
libertà, che è il presupposto imprescindibile di ogni percorso di
emancipazione. Se guardiamo dalla prospettiva femminile la libertà
rappresenta una condizione necessaria per permettere alla donna di
realizzarsi, di autodeterminarsi, di crescere e soprattutto di scegliere.
Quindi penso sia molto importante in questa occasione ritrovarsi tutte e
tutti per parlare di questo tema fondamentale”.
Quindi la serata è entrata nel vivo con Edoardo Leo sul palco all’indomani
dell’uscita nelle sale cinematografiche del suo film “Non sono quello che
sono” la tragedia di Otello, Desdemona e Iago ambientata all’oggi, di cui
Leo è regista e interprete nel ruolo di Iago. L’arrivo in sala del film
(prodotto da Iif e Groenlandia con Alea) il 14 novembre, è stato preceduto
da un intenso tour nelle università italiane, dove Leo ha affrontato il
tema del femminicidio con migliaia di studenti.
Leo ha portato un brano del testo di Franca Rame “Lo stupro” e le sue
riflessioni sulla violenza di genere, sul linguaggio e gli stereotipi di
genere denunciando il ritardo colpevole della scuola italiana
sull’educazione affettiva e sessuale.
E’ il momento di non abbassare la guardia su questo tema, ha detto Leo,
perché se qualcuno pensa che se ne parli troppo, allora il problema è
Poi spazio alla musica e a Simona Molinari cantautrice pop-jazz, con
all’attivo 7 album, vincitrice di numerosi premi per l’impegno,
l’interpretazione, l’ecletticità che ha spaziato nella sua erformance dal
brano cantato dalla Maddalena di Jesus Christ Superstar “I don’t know how
to love him” a “L’importante è finire” di Mina passando per una
serie di brani famosissimi scritti da donne, anche se quasi nessuno lo sa.
Fra questi il testo di “4 marzo 1943” scritto da Paola Pallottino che
Molinari ha magistralmente interpretato. Ha chiuso poi con “Gracias a la
vida” di Mercedes Sosa e cantata anche da Gabriella Ferri e infine con
“Baraje” di Shervin Hajipur, canzone iraniana inno della libertà e
della rivoluzione.
Cristina Manetti, ha quindi ricordato Sofia D’Alessandro – parente di Elena
Marazzita, imprenditrice teatrale che collabora con la Toscana delle donne
– aggredita dal marito lo scorso agosto, a Fiesole.
Manetti ha poi chiamato sul palco Mia Diop e Bernard Dika, i più giovani
rappresentanti della giunta regionale che hanno evidenziato l’importante
percorso per il riconoscimento della parità di genere, l’impegno delle
istituzioni e, soprattutto, della giovani generazioni che su questo tema
possono contribuire molto in termini concreti e qualitativi.
La chiusura della serata è stata affidata a Chiara Francini. L’attrice e
autrice fiorentina ha portato in scena un monologo inedito, scritto
appositamente per l’occasione, e ha declamato un testo dedicato alle donne
e al loro diritto di voto. Un testo all’insegna della libertà e
soprattutto del coraggio. Citando Pessoa, Patrizia Cavalli, le sorelle
Bronte, Hawthorne, Hemingway, Calvino, Natalia Ginzburg, Chiara Francini ha
portato parole di testimoni che in varie forme parlano di coraggio. Il
coraggio non è la vittoria ma l’assenza di paura. Essere donna significa
lanciare sapendo che il bersaglio non sarà solo il traguardo ma anche lo
sguardo degli altri. E la libertà quando se la prende una donna non è
gentile, è definitiva.
Al termine della serata Cristina Manetti ha consegnato la riproduzione
dell’opera di Marco Lodola, “L’attesa”, panchina pop multicolore, al
presidente Eugenio Giani.
La stessa panchina è stata consegnata a tutti gli artisti che hanno
partecipato alla serata.