(AGENPARL) - Roma, 13 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 13 November 2025 https://www.aduc.it/articolo/rsa+malati+psichiatrici+malati+alzheimer+cassazione_40152.php
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RSA e malati psichiatrici e malati di Alzheimer: la Cassazione ribadisce, paga il Servizio Sanitario Nazionale
La Corte di Cassazione, con Sentenza n. 27452 del 14 ottobre 2025 (1) è tornata su un tema che da anni genera contenziosi tra cittadini e Istituzioni: chi deve pagare il ricovero nelle RSA per persone affette da Alzheimer o da gravi patologie psichiatriche?
La Suprema Corte ha accolto il ricorso di un cittadino contro il Comune di Milano, che gli aveva chiesto di rimborsare oltre 170 mila euro per le spese di degenza della moglie, ricoverata in una struttura convenzionata.
I fatti
Il Comune aveva emesso un’ingiunzione di pagamento, sostenendo che le spese sostenute erano di tipo “socio-assistenziale” e dunque parzialmente a carico dei familiari.
Il ricorrente aveva contestato la richiesta: la moglie era affetta da Alzheimer, e quindi si trattava di prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria che, in base alla legge, devono essere integralmente coperte dal SSN.
La Corte d’Appello di Milano aveva dato parzialmente ragione al Comune, riducendo la cifra ma confermando la natura “sociale” dell’assistenza.
Il principio della Cassazione
La Cassazione ha ribaltato la decisione.
Richiamando la propria giurisprudenza consolidata, ha ricordato che le prestazioni socio-sanitarie ad alta integrazione sanitaria, come quelle rivolte a malati di Alzheimer o a soggetti con gravi disturbi psichiatrici, sono a carico del SSN e non dei familiari.
Se l’assistenza è inscindibile dal trattamento sanitario (farmacologico, riabilitativo o terapeutico personalizzato), allora non si può chiedere alcun rimborso al cittadino o ai suoi eredi. Solo in casi del tutto residuali – quando si tratta di mera assistenza “sociale”, senza finalità sanitarie – può esserci rivalsa da parte del Comune.
Un principio di civiltà e chiarezza
La Corte ha ripercorso anche la storia del diritto di rivalsa: da quando, nel 1931, gli ospedali
potevano chiedere ai familiari dei degenti di pagare le spese, fino alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, che ha reso gratuite le cure per tutti i cittadini.
Da allora, ogni spesa collegata alla tutela della salute è a carico pubblico.
Nel caso concreto, la Corte ha rilevato che la motivazione (fondata su una superficiale ricostruzione della prestazione senza neppure disporre una CTU) della Corte d’Appello era “meramente apparente” e priva di un adeguato esame della cartella clinica della paziente, che riportava una diagnosi di demenza grave e trattamenti medici continuativi.
Pertanto, ha cassato la sentenza e rinviato il caso alla Corte d’Appello di Milano perché applichi il principio di diritto corretto.
Perché è importante
Questa sentenza ribadisce un concetto spesso ignorato dalle amministrazioni locali:
i malati di Alzheimer, come i pazienti psichiatrici gravi che necessitano di cure residenziali non erogabili a domicilio, non sono “assistiti sociali”, ma malati a pieno titolo e come tali vanno accolti a spese della collettività.
Le loro cure – anche quando erogate in strutture residenziali – non possono diventare un onere per le famiglie, ma restano responsabilità del sistema sanitario nazionale.
Claudia Moretti, legale, consulente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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