(AGENPARL) - Roma, 13 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 13 November 2025 *“La pesca nelle Marche è sempre più penalizzata”. L’appello alle
istituzioni di Fedagripesca Marche.*
Civitanova Marche (MC) – É di questi giorni la notizia che l’intera flotta
italiana che opera nel Mare Tirreno dovrà rimanere inattiva per tutto il
mese di novembre, in quanto sono già stati tutti utilizzati i pochi giorni
di pesca che la Commissione Europea concede per il Mediterraneo occidentale.
É di ieri, invece, una notizia ancora più drammatica per i pescatori
marchigiani e civitanovesi in particolare, dove operano circa 40
pescherecci a strascico, ovvero la chiusura nel 2026 per ben sette mesi di
una vastissima area di mare di fronte Civitanova Marche, dove i nostri
pescatori sono soliti calare le reti; chiusura disposta da una
raccomandazione della General Fisheries Commission for the Mediterranean
(Agenzia della FAO) in occasione dell’ultima assemblea plenaria tenutasi a
Malaga la settimana scorsa che individua la zona come principale area di
riproduzione dello scampo.
“Tale assurda misura andrà di pari passo con la riduzione del 12,9% delle
giornate lavorative che sono già al minimo” – *dichiara Giuseppe Micucci,
vicepresidente di Confcooperative Marche e coordinatore del settore pesca
di Fedagripesca Marche* – “un’imbarcazione italiana può pescare nel Mare
Adriatico, infatti, non più di 3 giorni o 72 ore”.
A fronte di queste limitazioni draconiane all’attività di pesca italiana,
che seguono a un taglio del 40% delle giornate di pesca posto in essere
negli ultimi anni, il Ministro sta autorizzando l’arresto definitivo delle
attività solamente a una minima parte delle circa 1000 imprese italiane che
hanno fatto richiesta di demolire la propria imbarcazione.
Tale altissima richiesta di dismissione delle imbarcazioni è chiaramente
dovuta al fatto che la pesca, ormai come pensata dalla Commissione Europea
e dalla FAO (è la GFCM agenzia della FAO che disciplina la pesca in
Adriatico) è ampiamente antieconomica, in quanto i guadagni non riescono
più a coprire i costi.
Quindi non si fanno demolire tutte le imbarcazioni che lo richiedano e poi
si impediscono alle stesse imbarcazioni di pescare giorni sufficienti e in
aree sufficienti per sopravvivere.
Mentre la sostenibilità ambientale è di fatto stata raggiunta, il Mare
Adriatico oggi è in buone condizioni con uno sforzo di pesca minimo, non è
stata in alcun modo raggiunta la sostenibilità economica e sociale del
settore.
“Per salvare, forse, uno scampo in più, – conclude Giuseppe Micucci –
rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori. Di
fronte a tale scenario cosa fanno le Istituzioni? Fedagripesca fa appello
al Governo nazionale e regionale affinché ci si opponga a tali
ingiustificati e ulteriori tagli all’attività di pesca”.
Nella foto: *Giuseppe Micucci,* *vicepresidente di Confcooperative Marche e
coordinatore del settore pesca di Fedagripesca Marche*
