(AGENPARL) - Roma, 13 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 13 November 2025 LEGIONE CARABINIERI CAMPANIA
Comando Provinciale di Avellino
NOTA STAMPA
AVELLINO: PERQUISIZIONI DEI CARABINIERI NELLE STANZE DI RECLUSIONE DEL
PENITENZIARIO “ANTIMO GRAZIANO”
Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino,
insieme a personale della Polizia Penitenziaria della locale Casa Circondariale e del Nucleo Investigativo
Regionale per la Campania, stanno dando esecuzione a un decreto di perquisizione locale e personale
emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino a carico di 18 indagati che sono – o
sono stati – detenuti (per svariate ipotesi di delitto) presso il citato istituto penitenziario a partire da giugno
2024.
Tutti gli indagati sono gravemente indiziati del delitto di accesso indebito a dispositivi idonei alla
comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.); in un caso si procede anche per il reato di
atti persecutori (art. 612 bis c.p.).
La perquisizione sta interessando le stanze di reclusione che risultino ancora occupate dagli indagati
presenti nel penitenziario “Antimo Graziano” e ha il fine di trovare e sottoporre a sequestro dispositivi
elettronici e SIM telefoniche indebitamente detenute.
Il provvedimento scaturisce da un’indagine di sistema svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di
Avellino a partire da febbraio 2025, con il preciso scopo di contrastare il crescente fenomeno dell’uso,
all’interno delle carceri, di telefonini e smartphone idonei alla comunicazione tradizionale e alla
navigazione web che consente, com’è noto, anche il collegamento ai social network.
Partendo da singoli casi emersi nel corso di altre investigazioni condotte dallo stesso reparto, le attività
svolte hanno svelato una vera e propria operazione di connected cell: all’ingente mole di tabulati telefonici
e telematici, utili ad individuare le utenze di interesse investigativo (spesso intestate a persone inesistenti
sul territorio italiano), sono seguite mirate indagini telematiche e l’analisi del circuito relazionale, che ha
permesso l’identificazione dei familiari e degli amici contattati dai detenuti. Sui profili social di alcuni