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Piacenza, 10 novembre 2025
Oggetto: Alla Passerini Landi l’omaggio a Cesare Zavattini nell’ambito del
Festival della Nebbia
Domani, martedì 11 novembre alle 18, il Salone Monumentale della Biblioteca
Passerini Landi sarà teatro, nell’ambito del Festival della Nebbia, di un omaggio a
Cesare Zavattini a cura di Guido Conti, scrittore e saggista, illustratore, editore e
insegnante parmigiano che ha riscoperto testi inediti e rari degli scrittori padani del
Novecento, da Guareschi allo stesso Zavattini di cui, per Guanda, ha curato con
un’ampia introduzione gli scritti giovanili, dispersi tra quotidiani e riviste. Tra i suoi
lavori anche “Giovannino Guareschi. Biografia di uno scrittore” (Rizzoli, 2008) e “La
profezia di Cittastella” (Mondadori, 2016), ma il successo di critica e pubblico è
arrivato già nel 1998 con “Il coccodrillo sull’altare”, edito da Guanda, in cui presenta,
come in “Un medico all’Opera” (2003), “il gran teatro di fatiche e stramberie cresciuto
intorno al Po e nella campagna emiliana”.
si caratterizza per la padronanza di diversi linguaggi (scrittura, cinema, poesia,
fumetti, pittura, teatro) associata ad una spiccata attitudine al rinnovamento e alla
sperimentazione nelle diverse forme espressive. Fin dal 1930 Zavattini svolge
un’intensa attività editoriale a Milano dapprima presso Rizzoli e successivamente alla
Mondadori dove è assunto in qualità di direttore editoriale dei periodici. Nello stesso
anno inizia a occuparsi di soggetti per giornalini a fumetti. In campo giornalistico,
dopo le prime esperienze alla “Gazzetta di Parma” e altre riviste come
“L’Illustrazione”, “Solaria”, “Il Tevere”, all’inizio degli anni Trenta scrive su
“Piccola”, “Novella”, “Secolo illustrato”, “Cinema illustrazione” e, dal 1937,
collabora al “Marc’Aurelio”. Nel 1935 comincia il rapporto con il cinema firmando il
soggetto di “Darò un milione”, per la regia di Mario Camerini. In seguito, collabora
con Mario Bonnard e Alessandro Blasetti prima di iniziare un lungo e prolifico
sodalizio con il regista Vittorio De Sica, da cui scaturirà una serie di capolavori del
neorealismo: “Sciuscià”, “Ladri di biciclette”, “Miracolo a Milano”, “Umberto D.”.
Tra le altre sceneggiature di rilievo, da ricordare “Domenica d’agosto” di Luciano
Emmer, “Prima comunione” di Blasetti, “Bellissima” di Luchino Visconti e “Roma ore
11” di Giuseppe De Santis. Tra i molteplici riconoscimenti conseguiti, oltre ai due
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premi Oscar nel 1947 e nel 1949, nel 1955 Zavattini viene insignito del Premio
mondiale per la Pace e vince, nel 1977, il “Writers Guild of America Medaillon”,
premio dell’Associazione Scrittori di cinema americani: un’onorificenza concessa, in
precedenza, solo a Charlie Chaplin.
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