(AGENPARL) - Roma, 7 Novembre 2025Ieri, io e Carola Profeta, insieme a tanti altri cittadini , abbiamo partecipato al flash mob organizzato da Pro Vita & Famiglia e dal Family Day in Piazza del Popolo a Roma, nel giorno in cui la Corte Costituzionale discuteva il ricorso del Governo contro la legge toscana sul suicidio assistito.
Duecento sedie a rotelle vuote, simbolo di chi è fragile, malato o disabile, hanno gridato silenziosamente una verità che troppi fingono di non vedere: la vita è sotto attacco, e lo Stato, invece di proteggere, comincia ad “offrire” la morte come soluzione.
Ma ciò che più colpisce – e amareggia – è il paradosso: ieri si manifestava contro un Governo di centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, che aveva promesso agli italiani la tutela della vita, della famiglia e dei valori non negoziabili.
Non possiamo dimenticare lo slogan più emblematico della Premier:
“Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana.”
E nel programma ufficiale di Fratelli d’Italia (sezione “Difesa della libertà e della dignità di ognuno”) si leggeva chiaramente:
«Tutela della vita umana fin dal suo inizio»,
come principio fondante della visione antropologica cristiana del partito.
E allora – ci chiediamo – com’è possibile che oggi, in un Parlamento a maggioranza di centrodestra, si stia discutendo una legge nazionale sul suicidio assistito?
Com’è possibile che si consideri “compromesso accettabile” l’idea di una “buona legge” per regolamentare quella che, a tutti gli effetti, è una forma di morte di Stato?
Davvero i nostri parlamentari pensano che vietare al Servizio Sanitario Nazionale di intervenire renda la legge più accettabile?
Davvero credono che spostare l’onere morale e materiale sui medici o sulle strutture private risolva il problema?
E non capiscono che così facendo si aprirà la strada a nuove pressioni, fino a chiedere che anche chi non può permetterselo possa “morire con dignità”, come già accade in altri Paesi dove l’eutanasia è stata legalizzata e ora riguarda persino i minori e i disabili?
Non si può “disciplinare” la morte.
Non si può parlare di “dignità” nel togliere valore alla vita.
È un tradimento politico e morale verso tutti coloro che hanno creduto in un Governo che doveva difendere la vita, non legittimare la morte.
Forse – e lo diciamo con dolore – è il momento che chi si professa cristiano e guida il Paese rileggesse il Catechismo della Chiesa Cattolica, che ricorda come la vita sia un dono indisponibile, da accogliere e custodire fino alla fine naturale.
Chiediamo alla Presidente Meloni e alla sua maggioranza un atto di coraggio e coerenza:
fermate questa deriva, non permettete che un Governo di centrodestra e guidato da una donna che si è detta cristiana passi alla storia come quello che ha legalizzato la morte di Stato.
Perché la vita non si amministra, si difende. Sempre.
