(AGENPARL) - Roma, 6 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 06 November 2025 RedH0T
Red Teaming the H₀ Tension
Ruolo dell’Università di Bologna: Partner Institution
Responsabile scientifico:
Michele Ennio Maria Moresco (Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”)
Altre istituzioni coinvolte:
Universitat de Barcelona (Spagna) – Coordinator
Johns Hopkins University (USA) – Host Institution
RWTH Aachen University (Germania) – Host Institution
University of Oxford (Regno Unito) – Partner Institution
University of Chicago (USA) – Partner Institution
Budget Università di Bologna: € 240.000
Fare chiarezza su uno dei misteri più discussi dell’astrofisica contemporanea e, forse, aprire la
strada a un nuovo modello cosmologico e a una nuova comprensione dell’Universo. Il progetto
ERC Synergy RedH0T vuole trovare una soluzione a uno dei più grandi problemi della
cosmologia contemporanea: la cosiddetta “tensione di Hubble” (o “tensione di H₀”), ovvero la
discrepanza tra i diversi valori della costante di Hubble – la misura dell’espansione
dell’Universo – ottenuti con metodi indipendenti.
Numerose osservazioni provenienti da ampie indagini della volta celeste e analisi realizzate
con diversi strumenti cosmologici hanno fatto emergere infatti differenze tra misurazioni di
grandezze che il modello cosmologico standard prevede dovrebbero essere uguali. Queste
differenze, sebbene piccole, potrebbero nascondere implicazioni enormi: o le nostre
osservazioni hanno ancora limiti non compresi, oppure il modello cosmologico standard deve
essere rivisto.
Il gruppo di ricerca di RedH0T – composto da studiosi dell’Università di Bologna (Michele
Ennio Maria Moresco del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”), della
Universitat de Barcelona, della Johns Hopkins University, della RWTH Aachen University, della
University of Oxford e della University of Chicago (USA) – intende affrontare questo problema
in modo critico e coordinato, mettendo alla prova sia i dati osservativi che le teorie
cosmologiche.
Gli studiosi svilupperanno nuove metodologie per confrontare i risultati ottenuti da diverse
“sonde cosmiche” in un quadro analitico unificato e determinare in modo rigoroso se la
tensione di Hubble derivi da errori sperimentali o da nuove leggi fisiche ancora sconosciute.
Nel primo caso, servirà imporre nuovi vincoli a possibili deviazioni dal modello standard; ma
se dovesse essere confermata la seconda ipotesi, si tratterebbe di una delle scoperte più
significative del XXI secolo, con profonde implicazioni non solo per la cosmologia, ma per la
fisica nel suo complesso.
Ufficio Stampa Università di Bologna
Via Zamboni 33 – 40126 Bologna
